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martedì 23 agosto 2011

PRONTI GLI AEREI PER DAMASCO ?

AEREI NATO IN LIBIA
La Libia dopo 42 anni sarà senza Gheddafi.
Nei giorni dei trionfalismi per la caduta di un dittatore, resto perplesso per quello che mi pare di vedere.
Peraltro, prima di proseguire, vorrei sgomberare dubbi di sorta: la caduta di un dittatore personalmente lo ritengo fatto positivo, e non era certo Gheddafi che poteva fare eccezione a questa regola.
La mia perplessità nasce dalle esperienze negative di Afghanistan e Iraq dove siamo andati, per vari motivi  (lotta al terrorismo, esportazione della democrazia, abbattimento di regimi oppressivi e sanguinari....), riuscendo certamente nell'intento di far cadere i tiranni, il Mullah Omar e Saddam Hussein, ma non a pacificare e tanto meno a democratizzare quelle regioni così diverse da noi.
Ugualmente guardo con confessato scetticismo alla "primavera araba", che ha portato si alla deposizione di despoti autarchici come Ben Alì e Mubarak, ma con un futuro assai nebuloso e anzi con seria possibilità che l'Egitto torni ad essere un paese nemico di Israele (la popolazione mi sembra lo sia sempre rimasta, ma il governo, filo occidentale, no).
Osservano in molti che difficilmente potrà essere peggio di com'era, e può darsi. Però anche di questo è lecito temere il contrario. Gheddafi, dopo la scampanellata di Reagan che nel 1986 bombardò Tripoli riuscendo quasi nell'intento di fare secco ben 25 anni prima il dittatore (allora molti, di sinistra, criticarono l'atto "imperialista"), si spaventò assai e smise di fare l'ideologo del terrorismo anti occidente. Ora vedremo chi verrà, ma come osservava Sergio Romano ieri sul Corriere, è sempre un'incognita grande quando s'interviene in un conflitto senza avere le idee chiare sul "dopo". In altre parole, in Libia ha perso Gheddafi, e questo è sicuro, ma dire che hanno vinto i Libici tout court sarebbe bello ma allo stato improbabile.
Mi faceva notare l'altro giorno un professore universitario titolare alla Sapienza della cattedra di Storia e Cultura dell'Oriente Arabo che gli occidentali , come è del resto comprensibili, osservano coi LORO occhi, giudicano con la LORO mentalità. E dimenticano che in quei paesi è vero che c'è una crescente coscienza laica, favorita dallo studio e soprattutto dalla tv satellitare e ancor di più da Internet, ma resta ancora una grande minoranza, soprattutto concentrata nelle capitali, nelle grandi città. Ora Il Cairo ha 16 milioni di abitanti, una cosa mostruosa, ma l'Egitto complessivamente ne conta 80!. E fuori dal Cairo di laici pochini......Insomma viva le libere elezioni ma scordiamoci che in esse vinceranno le formazioni per cui faremo il tifo....In Tunisia è la stessa cosa. Dunque vinceranno partiti islamisti. Di tendenza moderata ? come quello di Erdogan in Turchia ? Speriamo. Ma così potrebbe non essere, senza contare le profonde divisioni sia tribali  che religiose (sunniti e sciiti).
Riporto un commento che ritengo molto giusto letto in un confronto ( piuttosto serrato, anche eccessivamente ma ahimè sul social network è facile) su FB:
Quando si prende in considerazione il mondo arabo c'è l'antico vizio di utilizzare le categorie occidentali, in realtà il mondo arabo ha suo regole che a noi occidentali possono apparire fuori dal tempo o dalla storia. Esemplifico. Il concetto di diritti individuali, importante nella cultura occidentale, nel mondo arabo perde molto della sua centralità. Centralità che invece assume la comunità(Umma). L'individuo scioglie la sua centralità all'interno del gruppo. Titolare dei diritti è il gruppo e non l'individuo. Per questo motivo, ....., parlare di interdipendenza dei mondi basata su valori condivisi, è assolutamente lontano dalla cultura islamica
Una lezione però forse si può prendere dalla Libia: aiutare i rivoltosi - sull'assunto che vogliano liberarsi da una tirannia - ma con armi , istruttori, aiuto aereo...insomma fare che siano poi loro, quelli del popolo oppresso, comunque a lottare per la libertà che rivendicano. Certo poi può accadere come in Afghanistan dove abbiamo aiutato i talebani contro i sovietici e ci siamo ritrovati quel popò di integralisti ( e covo  di terroristi), oppure in Iran (li abbiamo abbandonato lo Scià) per ritrovarci il Khomeinismo.
Però forse, e dico forse, non ci impantaniamo come è accaduto sempre in Afghanistan e poi in Iraq quando ci siamo andati di persona a rovesciare i regimi, riuscendoci con relativa facilità ma , come detto, non risolvendo i problemi nostri (di sicurezza) e di quei paesi.
Detto tutto questo, sono in attesa che si levino gli aerei Nato alla volta di Damasco....
Però, per prudenza, non trattengo il respiro....



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