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giovedì 29 settembre 2011

I GENI DELLA TRUFFA : NONNE CHE IMPENNANO A 85 ANNI

Letto un articolo di cronaca sul Corriere che denuncia il problema antico delle truffe alle assicurazioni. Come detto non è una novità... Fa sempre sorridere però leggere qualche aneddoto, sia pure con un retrogusto amaro.
La nonna di 85 anni che provoca un incidente impennando con la moto !!! Un colpo di frusta a tre passeggeri di una smart ( TRE...) . macchine sfigatissime incidentate venti volte l'anno....
Tutto questo accade dappertutto ma in Puglia pare un po' di più...
Posso raccontare anche un episodio personale, proprio agli esordi della mia carriera di avvocato, forse addirittura ero ancora praticante. Si iniziava spesso con l'infortunistica stradale, e io avevo un cliente che aveva un sacco di amici cui gli capitavano incidenti stradali di vario tipo. Non ci facevo caso, era amico di carrozzieri e quindi non  mi sembrava strano. Una volta però capii. Avevo una fattura di riparazione alta, 4 milioni di lire , il liquidatore, guardandomi con pazienza (si vede che dalla faccia capiva che io ero solo ingenuo, non complice), me ne offrì UNO. Io dissi subito che il cliente non avrebbe mai accettato e che avrei fatto causa. Riferii il tutto al mio amico che mi sbalordì dicendo "a Ste' ACCETTA.!".
Allora compresi....e smisi di fare il cosiddetto parafangaro, come si dice qui a Roma, l'avvocato specializzato in infortunistica.
Tornando al servizio , condivido diverse considerazioni riportate nell'articolo :
1) la truffa alle assicurazioni non crea allarme sociale, e quindi si bada poco che con questa motivazione le Compagnie giustificano il rialzo continuo dei premi  . Non è così, almeno NON solo, perché allora se entrerà in vigore la nuova tabella nazionale di liquidazione dei sinistri , che praticamente DIMEZZA i criteri di risarcimento finora adottati, dovrebbero ridursi drasticamente (provocatoriamente direi del 50% ...) anche le polizze. Scommettiamo che non andrà così ?
2) in certi casi il ricorso alla piccola truffa (non sono mai cose eclatanti in genere....un colpo di frusta, auto con danni di max 2.000 euro...) è una sorta di "sussidio" alla famiglia. Viene paragonato al contrabbando di sigarette piuttosto tollerato ai suoi tempi specie nel sud povero e disoccupato.
Un ultima cosa, piccola provocazioni ai miei amici della gauche (ne ho , e anche cari ). La percentuale che viene indicata di sinistri FALSI toccherebbe il 20%. Uno su 5.
Saranno tutti di destra immagino......
Buona Lettura

Strano...» annusò aria di truffa il liquidatore di un'assicurazione. «Incredibile...» commentò l'agente della polizia stradale davanti alla descrizione di un tamponamento. «Questa è bella...» risero alla Guardia di finanza leggendo il rapporto di un sinistro auto-moto.

In effetti non era male: una signora di 85 anni in sella a una moto Suzuki 1000 e alle prese con una bella impennata «ha perso il controllo del mezzo» ed è finita «contro l'autoveicolo che la precedeva». Constatazione amichevole. Superfluo dire che l'incidente non è mai avvenuto: l'intestataria della Suzuki aveva davvero 85 anni ma naturalmente era a casa sua, ignara di tutto. E che dire di quella pratica con tre feriti da liquidare? Roba da pochi giorni di prognosi ciascuno, il solito colpo di frusta e il mal di tutto senza ferite apparenti. Fino alla descrizione dei sintomi tutto regolare, la parte sul veicolo un po' meno: quei tre erano su una Smart che, come tutti sanno, è famosa per essere una biposto.

Ma le vere sorprese sono arrivate con l'incrocio dei dati e dei nomi. E con i controlli sui referti medici. C'erano timbri di «sala gessi» senza il nome di un medico, c'erano moduli di pronto soccorso rubati. C'erano persone, sempre quelle, che un giorno erano vittime di un qualche schianto (mai grave), un altro erano testimoni di un tamponamento, un altro ancora erano alla guida dell'auto che investiva qualcuno. E c'era una Lancia Y che meriterebbe la palma della sfortuna per la sua «abnorme sinistrosità», come la definisce la polizia stradale di Taranto: più di venti incidenti in due anni. Carte fasulle che più fasulle non si può, raggiri che fanno crescere il costo delle assicurazioni, «velocipedi» (biciclette) coinvolti in incidenti e smontati completamente per rendere impossibile la ricostruzione della dinamica al perito assicuratore, famiglie intere a reddito zero andate avanti per anni a suon di scontri in questo o quell'angolo della città. Ce n'è una (mammut, babbut e figli) che in un anno ha messo nero su bianco 12 schianti (e altrettanti risarcimenti), tutti con la stessa macchina e sempre con tutti quanti a bordo. 

«Sa qual è la verità?» si spinge a dire l'assessore provinciale al bilancio Giampiero Mancarelli. «È che tutto questo è diventato una specie di ammortizzatore sociale. È assurdo, lo so. Ma è così. I truffatori delle assicurazioni oggi equivalgono ai contrabbandieri di sigarette di ieri. Anche quelli mantenevano famiglie intere con un reato che non creava allarme sociale...». Lo dice a ragion veduta, l'assessore. Perché si sta occupando lui della prossima apertura, a Taranto, di uno sportello antifrode voluto proprio per dichiarare guerra agli imbroglioni del parafango e del colpo di frusta. E sono davvero tanti, a giudicare dalle inchieste di questi ultimi mesi.

È da giorni che sono in corso le notifiche di fine indagine per 194 inquisiti (pm Salvatore Cosentino) accusati di aver tirato a campare per anni truffando le compagnie di assicurazione. Fra loro anche avvocati, medici e operatori del settore assicurativo. Chiuse di recente anche altre due inchieste sullo stesso argomento: una del sostituto Mariano Buccoliero, 48 indagati, e l'altra della dottoressa Filomena Di Tursi, 79 inquisiti. Totale 321. I reati vanno dall'associazione a delinquere alla truffa, dalla falsità in scrittura privata al danneggiamento fraudolento di beni assicurati. E c'è chi giura che i conti siano tutt'altro che chiusi, nuove indagini potrebbero peggiorare lo scenario.

«Vede qui?» suggerisce l'avvocato Carlo Petrone mostrando una statistica dell'Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici). «Possiamo non preoccuparci davanti a un elenco del genere?». Petrone sarà il consulente legale delle assicurazioni («gratis, ci tengo a dirlo») dello sportello antifrode e tanto per cominciare ha recuperato i dati-base dei «sinistri con danni fisici a livello provinciale». Scioccanti «per ogni pugliese onesto». Perché se è vero che Crotone è in testa all'elenco è anche vero che al secondo posto c'è Brindisi, al terzo Taranto, al quarto Foggia, al quinto Bari e al sesto Lecce. Una classifica inquietante per la Puglia: sono sue cinque su sei province ad alto tasso di incidenti con feriti. E la stima più pessimistica dice che la percentuale delle frodi può arrivare al 20% dei «sinistri con danni alle persone».

Come uscirne? «Con una black list dei clienti assicurati» è convinto l'avvocato Petrone. Un software terrà conto delle persone già indagate e di chiunque sarà vittima di un incidente. Così prima di liquidare un cliente basterà un controllo al computer per capire se per caso, com'è successo, non ne abbia già fatti altri dieci-quindici-venti nell'ultimo anno. Forse così torneranno a Taranto le decine di compagnie assicurative che, per eccesso di incidenti, hanno preferito abbandonare il campo e aprire sedi altrove. E forse nessuno più al telefono consiglierà: «Graffiati, fai tutto quello che ti ho detto, eh... strappati... dai... fatti avere una ventina di giorni, dall'ospedale».


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