Eppure, il pacato e garbato Ichino, rilascia un'intervista al Corriere della Sera in cui spiega che se il segretario non corregge una volta per tutte il Fassina-pensiero , lui non correrà per le primarie PD.
Potete ben immaginare il coro di commenti di quelli di sinistra. Toni più o meno aspri ma il concetto è unico : e chissene frega non ce lo metti Ichino ??
Il professore di economia Liberal del PD in realtà ripropone la contraddizione renziana : stanno dentro una formazione politica dove gli ex comunisti, passati per querce e uliveti, hanno di fatto riproposto le loro ricette tradizionali, che ovviamente NON sono quelle dei LIB-LAB, dei laburisti blairiani, dei Liberal alla Ichino appunto. Il professore ribadisce la coerenza con l'Agenda Monti, che veramente solo tra qualche giorno il titolare del copyright spiegherà (speriamo) bene cosa sia , è però certo che poco o nulla può avere a che vedere con quella di FAssina e aggiungeremmo anche Vendola. Se non altro perché sono proprio questi ultimi due a ribadirlo ogni qual volta che ne hanno l'occasione.
Bersani, in tutto questo, si sa, cerca di rimanere "liquido", di non prendere posizioni nette. E se la cava con gli slogar....l'agenda Monti va bene per la sobrietà, il rigore dei conti ma bisogna metterci più equità e più lavoro....Cosa vuol dire in concreto ?? Non si sa. Pure su Repubblica, giornale bersaniano quasi più dell'Unità, ospita articoli critici come quello del Professore bocconiano De Nicola che ironicamente pone domande concrete a Bersani sul programma, ben sapendo che non avrà risposte.
La spesa pubblica verrà abbassata o diminuita ? Le liberalizzazioni si faranno e quali ? Le privatizzazioni ? E la patrimoniale sarà compensata da una riduzione delle tasse ? E su cosa in concreto si concentrerà, visto che sugli immobili già grava l'IMU (e ce ne siamo accorti ! ).
Bersani non è matto e tace. Purtroppo i suoi compagni ed alleati non fanno altrettanto e lo mettono nei guai.
Prima di lasciarvi all'articolo, una domanda a Massimo Mucchetti, un bersaniano ospite del Corsera : Ichino per lui è un economista di destra o di sinistra ?
Buona Lettura
L'INTERVISTA
«Il Pd sposi l'agenda del premier o non corro»
Ichino: «Spero che Bersani corregga nettamente Fassina.
Altrimenti, non ha senso candidarmi»
ROMA - «Resto nel Pd. Ma mi candido alle primarie solo il
segretario corregge Stefano Fassina e si pronuncia in maniera netta a favore
della linea Monti». Giuslavorista liberal, sostenitore di Matteo Renzi alle
primarie, Pietro Ichino è uno degli esponenti del partito democratico più
vicino a Mario Monti.
Come vede il suo futuro politico?
«Continuerò a lavorare perché l'Italia esca dalla crisi
mantenendosi sulla linea della strategia europea che abbiamo definito nel corso
di quest'anno. E che ha incominciato a dare frutti importantissimi: la manovra
di Draghi alla Bce e il Fondo Salva Stati sarebbero politicamente impensabili
senza quello che il governo Monti ha fatto in casa nostra.
Lei è considerato uno dei più filomontiani del Pd.
«Sono stato tra gli animatori di un nutrito gruppo di
parlamentari democratici che hanno tenuto, nel luglio scorso e poi ancora a
settembre, due affollate assemblee pubbliche sul tema "L'Agenda Monti al
centro della prossima legislatura". Il punto cruciale non è il ruolo
istituzionale che avrà Monti dal marzo prossimo, ma quell'agenda, cioè la
nostra strategia europea. Questo è oggi, e resterà sicuramente ancora per
qualche anno, il discrimine fondamentale della politica italiana. Stiamo
lavorando perché il Pd resti saldamente sul versante giusto rispetto a questo
spartiacque».
Non tutti condividono le sue posizioni. Il responsabile per
l'Economia del Pd, Stefano Fassina, la pensa diversamente.
«La mia speranza è che Bersani prenda una posizione molto
chiara, correggendo nettamente la posizione di Fassina. L'occasione può essere
proprio il memorandum che - come sembra - Monti proporrà alle forze politiche
che hanno appoggiato il suo governo. Se quel memorandum corrispondesse
sostanzialmente alla bozza che abbiamo presentato all'assemblea pubblica del 29
settembre scorso, poi recepito nel programma di Renzi, noi chiediamo che il Pd
si pronunci in modo netto a suo sostegno. E a quel punto sarebbe naturale
stringere con Monti un'alleanza per le prossime elezioni. Il che ovviamente non
significa ignorare gli errori e le lacune nell'operato del governo Monti nel
corso di quest'anno».
Qualche giorno fa Matteo Renzi ha riferito che lei non
avrebbe accettato di entrare nella quota dei "garantiti" e che si
sarebbe sottoposto alla prova delle "primarie dei candidati" .
«Ho posto la mia candidatura alle primarie dei candidati del
Pd. Chi intende votare per me sa benissimo che voterà per i progetti di riforma
del lavoro che ho presentato in questa legislatura con l'appoggio di metà del
gruppo dei senatori democratici. E voterà anche per le proposte che abbiamo
presentato nell'assemblea pubblica del settembre scorso. Ho voluto porre la mia
candidatura alle primarie proprio per rendere evidente quanto esteso è il
consenso, nell'elettorato di centrosinistra, intorno alle mie proposte e a
quelle dei "democratici per l'Agenda Monti"».
Ma se il Pd prende un'altra strada, lei resta nel Pd o sta
con Monti?
«Resto nel Pd. Ma a quel punto rinuncio alla candidatura al
Parlamento. Non potrei partecipare alla campagna elettorale invitando a votare
per un programma non compatibile con quello che sono convinto essere necessario
per il nostro Paese. E continuo a lavorare per le cose in cui credo, nella
convinzione che esse sono perfettamente coerenti con la ragion d'essere
fondamentale del partito democratico».
D'accordo, ma nel caso in cui il Pd confermasse la posizione
di Fassina, lei che farebbe? Potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di
candidarsi in una lista centrista montiana?
«Dopo 40 anni passati a lavorare dentro la sinistra italiana
faccio molta fatica a vedermi in una delle formazioni politiche del centro
attuale. Certo, nell'ipotesi di un Pd che, di fatto, si metta sul versante
sbagliato e di fronte a qualche cosa di davvero nuovo al centro rispetto agli
schemi del passato, potrei anche ripensarci. Ma oggi questo qualcosa non c'è».
E se Monti le proponesse di far parte di un suo governo?
«Conoscendo le sue idee, i suoi programmi e le sue qualità
personali, sarei onorato di far parte della sua squadra, anche per l'amicizia
antica che mi lega a lui. E non lo considererei affatto incompatibile con la
mia appartenenza al Pd».
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