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giovedì 13 dicembre 2012

RENZI CONFERMA : IL MIO FUTURO ? IL SINDACO A FIRENZE



Peccato, in cuor mio ancora ci speravo. Si è vero, il buon Matteo lo aveva detto con chiarezza : se avesse perso la sfida delle primarie, non si sarebbe messo in proprio né avrebbe preteso un posto di rilievo nel partito in ragione dei voti ottenuti ; avrebbe continuato a fare il sindaco di Firenze.
Coerente. L'unico politico a esserlo. Possibile mai che ho questa sfiga ?
Oggi tutti siamo basiti dall'incredibile tira e molla di Berlusconi che negli ultimi mesi avrà giocato al gambero non si sa quante volte (figura pessima, senza dubbio ). Però non è che sia l'unico Amleto della politica italiana. Per Casini , vale la battuta scappata tra i denti a Bersani : morirà di tattica. Di Fini non voglio nemmeno parlare, perché non voglio approfittare del fatto che noi blogger siamo più liberi dei giornalisti professionisti. Diciamo che certo non è lui che può ricordare a chicchessia che la coerenza è un Valore. E Monti ? Il sobrio Tecnico non politico ? Mi ricorda la scena del Giulio Cesare di Shakespeare, quando per istigare Bruto al tirannicidio, gli altri congiurati gli descrivono la tentazione crescente di Cesare di restaurare la Monarchia. "Tre volte Antonio gli ha offerto la corona, e tre volte l'ha rifiutata, ma sempre più debolmente..." . Ecco, così Super Mario. All'inizio ripeteva sempre che il suo compito era a termine, che era uno prestato alla politica. Magari era anche sincero, ma poi deve averci preso gusto. Il Potere fa di questi effetti, si sa. Oppure veramente pensa in buona fede che , in un'ottica anche di "serenità" internazionale, solo lui può tranquillizzare Bruxelles che l'Italia continuerà a fare i compiti (certo, Bersani, con Vendola e soci, qualche problemino in più ce l'ha ). Infine, c'è sempre la tesi complottista : Monti l'uomo delle banche e dei potenti della Terra.
Resta che se Renzi avesse detto : "raccolgo la domanda  di un elettorato che non si ritrova più nel PD nonché di tutti quei moderati e liberali del tutto privi di un'offerta politica adeguata, e mi candido con una mia lista Liberal e Liberale " avrei voluto vedere chi lo poteva accusare di "incoerenza" in mezzo a questa valle di buoi (sapete tutti la storiella del bue che si rivolge all'asino...).
Oltretutto, sono convinto di due cose, che ha ripetuto spesso Davide Giacalone : 1) Renzi avrebbe potuto vincere, esattamente come il Berlusconi del 1994 2) non avrà un altro treno simile. Farà la fine di Cofferati.
Per l'ex segretario della CGIL sono contento, per Renzi, se così andasse, mi dispiacerà.
Ecco comunque un ampio stralcio dell'intervista rilasciata al Corriere di Firenze, in cui appunto dichiara la sua intenzione non solo di continuare a fare il Sindaco ma di ricandidarsi, forte anche del successo avuto nella sua città alle primarie.
La Toscana e Firenze sono gli unici grandi centri dove al ballottaggio Renzi ha battuto Bersani , smentendo i "rossi" che dicono che il ragazzo "democristiano" a suo tempo vinse solo per le diatribe interne della sinistra cittadina. Non è facile conquistare quella gente, e ancor di più, conservarne il consenso.
Però, il mio rammarico resta : che spreco !!


 L'INTERVISTA
«Solo sindaco, e mi ricandido»
Prima intervista del sindaco dopo la sfida con il segretario Bersani.  


FIRENZE - «Ora solo Firenze, e nel 2014 mi ricandido a sindaco». Matteo Renzi è nel suo studio, la sala Clemente VII. Vuole parlare solo della città. Ma il telefono squilla. Le primarie non finiscono mai, ora ci sono quelle dei parlamentari (decise per il 29 e 30 dicembre) e i malumori dei suoi. È la sua prima intervista dopo la sfida, persa, a Bersani. Mette a posto i libri che ha comprato. l’iPhone vibra: è Roberto Reggi, il responsabile della campagna elettorale: una sua dichiarazione riportata in copertina del sito Huffingtonpost.it, diretto da Lucia Annunziata ha scatenato una polemica. Fuori da Palazzo Vecchio c’è una Italia che tira Renzi verso la prossima campagna elettorale, e poi la politica nazionale. Per lui però questo sembra un capitolo chiuso. E riparte da Firenze: «Fra 5 anni, con le grandi opere che stanno per partire, avremo una Firenze nuova — dice — Io voglio una città viva, dove i ragazzi trovino lavoro. Nel tour in camper ho visto tante ‘‘Italie’’: a Carbonia la disperazione del lavoratori dell’Alcoa, mi sono venuti i brividi, ma io ci ho messo la faccia».
Si aspettava che i fiorentini la votassero così in massa alle primarie? «Penso ai fiorentini, mi hanno votato cinque volte in tre anni: provo un sentimento di commozione per chi è stato due ore e trenta in fila per votarmi nonostante la sfida fosse molto difficile. Al primo turno mi hanno votato in 57mila, e io ero stato fuori per tre mesi. Undicimila nuovi elettori si erano iscritti per votare al ballottaggio. Il consenso è così forte che, per Firenze, mi viene da davvero da dire che il meglio deve ancora venire».
  
Ma Firenze non è troppo piccola per farne una rampa di lancio sulla ribalta nazionale? Non è riuscito a sfiorentinizzarsi? «In molti mi dicevano di parlare poco della nostra città. Ma francamente devo dire che, se c’è stato un errore della mia campagna elettorale, è che avrei dovuto spiegare di più che quello che sta succedendo a Firenze poteva essere un laboratorio nazionale. Parlo di: riduzione delle tasse, dimezzamento assessori, ‘‘facce nuove a Palazzo Vecchio’’, iniziative sulla cultura, mantenimento dei servizi sul welfare nonostante i tagli. Poi credo che un’analisi vera del voto la potremo fare solo dopo le elezioni».
Ora però ci sono altre primarie... «Bene».

Si potrà candidare anche qualche assessore di Palazzo Vecchio? E se lo facesse si dovrà prima dimettere? «Vedremo. È una partita su cui non ho ancora messo la testa. A oggi registro un’apertura del Pd sulle primarie. E resto convinto che era giusto fare una battaglia nazionale, e la rifarei oggi, perché era un segnale che andava dato. Sono convinto che tutto questo abbia prodotto risultati nella politica italiana. Lo si è visto: è bastato smettere di parlare di primarie, con il Pd protagonista per tre mesi, e ora quello che è saltato fuori è sotto gli occhi di tutti. A tutti quelli che mi dicevano: ‘‘Le primarie fanno male al partito’’, segnalo che immediatamente dopo si è riaperto il coperchio della battaglia vecchio stile col ritorno di Berlusconi e tutto il resto».
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E nel 2014 si ricandida a sindaco? «Sì, l’ho sempre detto: niente premi di consolazione o alcun tipo di incarico di partito se avessi perso le primarie. Fare il sindaco di Firenze è il mestiere più bello del mondo, l’avrei lasciato solo per fare il premier e provare a cambiare l’Italia».

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