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lunedì 3 dicembre 2012

VISTO CHE DOBBIAMO "SPARAGNA'" ( MICA SOLO NOI !), CHIUDERE L'ONU ?



Non so quante persone credano ancora all'ONU. Magari in buona fede vi sono persone che pure deluse dall'evidente fallimento dei propositi di pace nel mondo pensano che un luogo dove comunque i paesi si parlino, dove c'è un confronto, una vetrina mondiale che un minimo può condizionare, ammonire, sanzionare almeno economicamente, è meglio di nulla. Io credo che in tutte le attività umane, a qualsiasi titolo condotte, sia sempre utile non perdere di vista il rapporto "costi - benefici". Che non è solo il bilancio economico, di quanto mi entra e quando mi esce, ma più in generale la sana valutazione se valga la pena fare una cosa che avrà anche qualche ritorno positivo però decisamente sproporzionato agli altri.
Dopo oltre un anno, in Siria non si trova una soluzione. 40.000 morti, tutte le città soggette a combattimenti, bombardamenti, attentati. Le vittime civili rappresentano la quasi totalità dei morti di una guerra dove la vita la perdono molto più gli inermi che gli armati. Kofi Annan , titolare di più missioni di pace, ha mostrato la stessa fortuna (incapacità ? ) di quando era segretario dell'ONU....La Lega Araba a sua volta non ha sortito alcun risultato con le sue esortazioni e sanzioni. Ogni provvedimento più serio come la costituzione di una no fly zone, che impedisca quantomeno i bombardamenti aerei delle città, viene bloccato al Consiglio di Sicurezza per il niet sistematico degli amici di Assad, i Russi, spalleggiati dai cinesi. In Russia si manifesta ancora molto poco e Putin, senza problemi di opinione pubblica, non molla i buoni amici, più spesso dittatori con grosso pelo sullo stomaco, mica è un occidentale lui. Adesso gli americani si agitano perché il NY Times da per aumentato il rischio di un impiego delle armi chimiche di cui l'esercito siriano sarebbe dotato. "Sarebbe qualcosa a cui reagiremmo" dice la Clinton...Da Damasco arriva la smentita che suona così : non ce le abbiamo queste armi, ma qualora...non le useremmo mai contro il nostro popolo....Che non è che uno si aspetti dichiarazioni diverse. Però anche le bombe a grappolo lanciate sui centri abitati non te le aspetti e invece finiscono sui campetti di gioco dei bambini e 10 di loro ne restano dilaniati (accaduto qualche giorno fa nella periferia di Damasco).
In tutta questa frustrazione da impotenza, , sopravvive una cosa dove l'Onu si senti utile, insostituibile,  ed è quando deve "bacchettare" Israele. Lì si creano i fronti trasversali più estesi. Poi certo, anche in quel caso la regola del veto paralizzante funziona per cui il tanto rumore che si scatena contro i "sionisti" rimane poi cosa marginale grazie alla protezione che gli USA ( spesso anche la Gran Bretagna, altro membro permanente del Consiglio ) garantiscono al popolo ebraico.
Ma insomma, anche questa è una materia in cui l'Organizzazione delle Nazioni Unite conferma di avere tutto sommato un successo paragonabile alla Società delle Nazioni tanto voluta dal presidente americano Wilson dopo la prima guerra mondiale. Infatti, dopo 20 anni, scoppiava la seconda. Se le cose stavolta sono andate meglio non è dipeso certo dal Palazzo di Vetro ma dallo stallo reciproco delle due grandi potenze di ieri, e dall'impensabilità di un conflitto mondiale con arsenali nucleari quali quelli in dotazione a molti paesi.
Sulla sostanziale inutilità dell'ONU e sullo strabismo nei confronti di Israele, ha ben scritto Pierlugi Battista nella sua nota settimanale sul Corriere della Sera di oggi.
Buona Lettura


"Con un provvedimento mondiale dettato da improrogabili esigenze di spending review, si potrebbe utilmente chiudere l'Onu per manifesta inutilità. Le Nazioni Unite conquistano la vetrina del mondo ogni volta che bisogna umiliare in qualche modo Israele (dimenticando che lo Stato israeliano è nato grazie a una spartizione Onu che prevedeva la nascita di uno Stato palestinese, a suo tempo accettato da Israele e rifiutato dagli arabi). Per il resto, ogni volta che c'è da difendere la pace, o proteggere qualche martoriata popolazione dagli effetti di una pulizia etnica, o tutelare i diritti umani, l'Onu sparisce, o addirittura consegna le chiavi agli aguzzini. Come quando affidò alla Libia di Gheddafi la presidenza della commissione per i diritti umani, o all'Iran delle lapidazioni quella per la difesa dei diritti delle donne. Oggi affida alla Turchia il compito di difendere il vessato popolo palestinese. Ma nessuno le chiede conto del trattamento del popolo curdo. E il fatto che ad Ankara non si può nemmeno nominare il massacro degli armeni. Nel Ruanda l'Onu non c'era, e se c'era manifestava la sua impotenza. A Srebrenica i caschi blu c'erano, ma per non muovere un dito contro le stragi. L'Onu non c'è, neanche un comunicato, una nota di disappunto, una timida perplessità pubblica, quando bande di fanatici tentano di uccidere in Pakistan una ragazzina la cui unica colpa è di voler andare a scuola. L'Onu non c'è quando i cristiani sono sterminati in Nigeria. L'Onu non c'è quando Morsi si proclama dittatore. L'Onu lascia soli i giovani che protestano di nuovo a piazza Tahrir, non alza la voce se alle ragazze della «primavera araba» i Fratelli musulmani hanno imposto i test obbligatori di verginità. L'Onu non c'è a fermare l'eccidio del Darfur. L'Onu non c'è quando la Cina vessa, a scopo dissuasivo per i possibili emuli, le famiglie dei giovani tibetani che si danno fuoco per l'indipendenza della loro Patria. L'Onu non c'è quando si apprende che, sempre in Cina, le operaie sono costrette a fare il test di gravidanza per imporre l'aborto di Stato. L'Onu non c'è quando nella Birmania dei simpatici e coraggiosi monaci vestiti d'arancione viene perseguitata la minoranza musulmana. 
L'Onu non c'è mai, per definizione
Però c'è quando deve organizzare a Durban un convegno contro il razzismo che diventerà la più clamorosa manifestazione di antisemitismo sotto l'egida delle Nazioni Unite: una vergogna assoluta. C'è se deve far sfilare sul palco del Palazzo di Vetro le delegazioni delle numerose tirannie sparse nel mondo che condannano all'unisono la «disumana» Israele. In questo caso c'è sempre. E allora, se proprio non si vuole abolire l'Onu, si operino dei tagli netti per convocare solo un paio di volte l'anno l'assemblea generale per inveire contro Israele. Risparmio assicurato ma the show must go on."


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