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mercoledì 23 gennaio 2013

CORONA SI CONSEGNA DOPO 4 GIORNI. NIENTE GRANDE FUGA



La fuga di Fabrizio Corona è durata assai poco : 4 giorni. E' arrivato a Lisbona e si è consegnato alla Polizia Portoghese, intuendo che non aveva chance e quindi meglio costituirsi e  ridurre qualche danno a quelli fatti.
Gli anni di prigione sono diventati sette, se non otto. Stavolta mi sa che siamo al tramonto delle cronache del bello e maledetto...Certo, magari trapelerà qualche notizia delle centinaia se non migliaia proposte di matrimonio che gli arriveranno in carcere ma insomma, il sipario credo stia per calare.
Le sentenze sono definitive, e gli anni tanti. In futuro ci saranno magari sconti, riduzioni...però per un bel po' i vicini potranno dormire tranquilli....La Galera serve anche a questo.
Prima di lasciarvi alla fitta cronaca che il Corriere dedica alla fuga e alla resa (con tanto di messaggio video che il disperato Fabrizio, sempre però amante della visibilità e della sceneggiata , ha pubblicato e messo in rete ) , una considerazione e la citazione di un commento divertente di un lettore.
La considerazione è che il pericolo di fuga esiste, ma il più delle volte è facilmente neutralizzabile, come si è visto anche in questo caso. Quindi lo eliminerei dai motivi che giustificano la custodia cautelare, tranne per i reati che riguardano la criminalità organizzata (quelli sì che riescono a stare latitanti ANNI o anche per sempre..). Il commento è questo, che spero sia stato scritto ironicamente   :

500
23.01|16:34 chiariluigi
che delusione,ferrari,porsche,bentley,e mi scappa con la 500 fiat,non dovevi farti prendere vivo,meriti 30 anni
e A me sinceramente mi ha fatto ridere.
Buona Lettura

     
    A LISBONA - «MI STO CONSEGNANDO SPONTANEAMENTE». MA NON AVEVA SCELTA



Fabrizio Corona si consegna e piange
«Temo per la mia vita nelle carceri italiane»

Ha trasformato anche la sua «resa» in un evento mediatico postando un video. Poi le lacrime

«Mi sto consegnando»
Fabrizio Corona in tribunale a Milano, 16 giugno 2010 (Liverani)Fabrizio Corona in tribunale a Milano, 16 giugno 2010 (Liverani)
MILANO - «Mi volevo costituire qui a Lisbona perché ritengo la sentenza di Torino del tutto ingiusta e temo per la mia vita nelle carceri italiane». Questo il contenuto della telefonata fatta mercoledì mattina da Fabrizio Corona al suo avvocato milanese Nadia Alecci. Corona ha detto alla sua legale di essere in quel momento in una sede della polizia di Lisbona. Qui, alle 10.30 di mercoledì mattina, il fotografo dei vip si è consegnato agli agenti della città portoghese, dopo quattro giorni di latitanza. Ora sarà riportato in Italia, dove deve scontare 7 anni e 10 mesi (con la fuga, ha perso il beneficio dell'affidamento in prova ai servizi sociali). Sull'episodio la Polizia di Stato ha precisato che Corona, vistosi braccato, ha anticipato l'arresto consegnandosi alla polizia portoghese. Sulle sue tracce c'erano da giorni gli uomini della polizia di Milano e quelli dell'Interpol. «Più che costituito si è arreso», è il commento dei vertici milanesi della Questura. Gli investigatori stanno valutando la posizione di 5 o 6 persone che potrebbero aver aiutato Corona a fuggire da Milano. Un amico del fotografo è stato denunciato in stato di libertà per favoreggiamento.
L'ANTIFURTO - E' stato il gps dell'antifurto dell'auto usata per la fuga, una Fiat 500, a tradire Fabrizio Corona. Gli inquirenti hanno seguito il suo percorso (vedi la scheda sulle tappe della fuga): era passato da Narbonne, in Francia, dove è stato «agganciato» la prima volta. Per varcare il confine aveva scelto il Colle di Tenda, dove però era rimasto bloccato dalla neve per un paio d'ore e aveva dovuto attendere che la carreggiata venisse liberata. Sull'auto inoltre era stato montato un Tom Tom, un navigatore satellitare, acquistato solo due giorni prima della fuga. È stato un amico, che verrà indagato, a portargli l'auto venerdì scorso all'uscita della palestra. La 500 è stata prestata da un'amica, che molto probabilmente non verrà indagata.
LA RESA - A Cascais, una cittadina alle porte di Lisbona, Fabrizio Corona aveva delle conoscenze in una altolocata famiglia portoghese dalle quali, probabilmente, contava per un aiuto. Grazie alle informazioni reperite dagli accertamenti milanesi, gli investigatori hanno potuto organizzare il dispositivo internazionale, culminato con una serie di perquisizioni a casa dei conoscenti portoghesi di Corona, che gli hanno fatto capire che per lui ormai la fuga era terminata.
IN LACRIME - Fabrizio Corona, sentendosi ormai braccato, ha dato appuntamento nella stazione ferroviaria metropolitana di Monte Abraham Queluz, alla periferia di Lisbona, ad agenti portoghesi a cui si sono affiancati gli investigatori italiani. Dopo l'arresto, questi ultimi gli sono rimasti accanto perché, hanno raccontato, appare «sconfortato» e «avvilito», e «piange».
Corona in tribunale con mamma e NinaCorona in tribunale con mamma e Nina    Corona in tribunale con mamma e Nina    Corona in tribunale con mamma e Nina    Corona in tribunale con mamma e Nina    Corona in tribunale con mamma e Nina
IL MESSAGGIO - Come fa per ogni cosa, Fabrizio Corona ha trasformato anche la sua «resa» in un evento mediatico, facendo inserire dal suo staff un messaggio audio su socialchannel.it. «Sono arrivato adesso in Portogallo dopo quattro giorni di viaggio, mi sto consegnando spontaneamente alle autorità portoghesi», dice Corona nel videomessaggio, parlando al telefono con un collaboratore. La resa è arrivata dopo quattro giorni di silenzio: Corona aveva fatto perdere le sue tracce venerdì scorso, dopo la notizia della condanna definitiva emessa dalla Corte di Cassazione.
NOTIZIA IMMEDIATA - Fabrizio Corona ha annunciato alla polizia portoghese, dopo il suo fermo, di voler dare pubblicità al video. Per questo motivo, come confermato dalla Procura generale di Torino, le autorità di polizia portoghesi e italiane hanno deciso di divulgare immediatamente la notizia della fine della fuga, per impedire che fosse lo stesso latitante, attraverso la diffusione del video su internet, a fornire per primo una sua versione sul fatto.
Il rap della latitanza
ERA BRACCATO - Un comunicato della polizia spiega l'attività investigativa che ha portato agli sviluppi di mercoledì mattina: «Da ieri, un gruppo di lavoro costituito da investigatori della Squadra Mobile di Milano, dall’ufficiale di collegamento Interpol nonché da operatori delle locali Autorità di Polizia, stava lavorando in territorio portoghese all’individuazione di Fabrizio Corona, in quanto le attività investigative avevano fin da sabato permesso di raccogliere elementi circa la probabile presenza del ricercato a Lisbona. La scorsa notte alcuni soggetti, ritenuti vicini al latitante, sono stati identificati e sottoposti a controllo, anche presso le loro abitazioni, da parte del personale preposto alle indagini. Nella mattinata odierna, il ricercato si è arreso alle Autorità Portoghesi».
Nel palazzo del fotografo
Nino Luca
I COMPLIMENTI DA TORINO - L'arresto di Corona ha immediatamente cancellato anche le polemiche emerse nei giorni scorsi, quando il fotografo era riuscito a dileguarsi. Il procuratore generale di Torino Marcello Maddalena si è congratulato telefonicamente con gli uomini della squadra mobile di Milano «per l'ottimo lavoro svolto» con la cattura di Fabrizio Corona. La procura ha spiegato che Corona non ha commesso il reato di evasione, ma ha violato il provvedimento di affidamento in prova ordinato dal giudice di Milano dopo la condanna - sempre per estorsione - nei confronti di Francesco Coco e Adriano. Il giudice di Milano, dopo che Corona era uscito dal carcere, lo aveva obbligato a comunicare ai servizi sociali i suoi spostamenti. Corona però nel dicembre 2012 era andato a Roma senza informarli. Quindi il giudice lo aveva obbligato a non uscire dal territorio del Comune di Milano. Fuggendo in Portogallo ha trasgredito questa misura alternativa.
Perché ora non latitano Venier e D'Urso?
di Aldo Grasso
IL FRATELLO - «Non mi sento di dire nulla, siamo ancora troppo scossi», risponde al telefono il fratello minore di Fabrizio Corona, Federico. «L'unica cosa che posso aggiungere - sottolinea Federico- è che siamo contenti che stia bene perché eravamo preoccupati per la sua incolumità». Nei giorni scorsi la famiglia e gli amici, tra cui Lele Mora, avevano rivolto vari appelli a Corona perché si costituisse.

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