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domenica 13 gennaio 2013

MA DAVVERO DESTRA E SINISTRA NON ESISTONO PIù ? L'ILLUSIONE MONTIANA



Qualche giorno fa Michele Salvati, sul Corriere della Sera, faceva alcune considerazioni interessanti, in un articolo che peraltro plaudeva all'ascesa in politica di Monti, che francamente mi sembra si stia rivelando un discreto flop. Prendendo spunto dalla nota affermazione del Premier che la sua lista è qualcosa di OLTRE la Destra e la Sinistra senza per questo voler essere solo Centro, Salvati rifletteva su come , anche non condividendo questa tesi, ci sono dei MUST sociali e civili che non possono non essere comuni a forze responsabili che si propongano di governare l'Italia : 1) conciliazione e compatibilità della politica nazionale con i parametri europei 2) combattere dei mali che zavorrano quando proprio non infettano il Paese, come la criminalità che avvelena i pozzi dell'economia, l'aumento dell'efficienza pubblica e della competizione privata, la riduzione dell'infedeltà fiscale degli italiani.
Più esattamente scrive così :

....il rigore nei conti e riforme che aumentino l'efficienza del settore pubblico e la competitività del privato sono l'unico modo per preparare un futuro migliore per il nostro Paese.
...........
Ma c'è anche un'altra ragione che mette in crisi l'asse destra-sinistra come modo di sintetizzare il menu offerto ai cittadini nelle prossime elezioni, ed è quella che ha indotto Monti ad affermare, nella sua prima conferenza stampa, che la sua «agenda» non è né di destra, né di sinistra, ma un'agenda rivoluzionaria, erga omnes, che ambisce a mutare la mentalità degli italiani. Non è la prima volta che dice cose simili, regolarmente provocando il rimprovero di manifestare atteggiamenti tecnocratici e antipolitici. Un rimprovero in buona misura ingiustificato. Una parte dei problemi italiani non ha soluzioni in cui destra o sinistra debbano entrare in contrasto, se a queste due categorie si dà il significato proprio, di minore o maggiore aspirazione verso una più forte eguaglianza di opportunità. A seguito di una vicenda storica di modernizzazione tardiva e incompleta, in Italia l'onestà fiscale è una virtù meno comune che altrove e la corruzione un vizio più diffuso, la delinquenza organizzata infesta larghe parti del Paese, l'efficienza amministrativa è assai minore che in nazioni ad un simile livello di sviluppo economico, la propensione a costruire impresa su basi legali e senza l'intervento dello Stato è distribuita in modo assai diseguale sul territorio. E si potrebbe facilmente continuare. Che cosa hanno a che fare questi problemi, di importanza evidente se si vuole sostenere una prospettiva di crescita, con la Destra e la Sinistra? Ci sono tanti problemi per i quali quella distinzione è efficace e indispensabile: ma su questi c'è qualche motivo per cui una destra e una sinistra decenti dovrebbero dividersi?
Francamente ritengo di poter concordare in parte con queste osservazioni, che pure appaiono prima facie di buon senso, eccependo come, solo come primo esempio, sul problema fiscale, Destra e Sinistra avranno ricette diverse per risolvere il problema. La prima vorrà diminuirle quelle Tasse, per disincentivare l'attitudine al rischio di incorrere nelle sanzioni, determinata dall'eccessiva pressione. La seconda tenderà ad agire solo sul piano della repressione. La Destra, nell'azione volta a migliorare l'efficienza della Pubblica Amministrazione, tenderà a ridurne i confini e a sanzionare più severamente i "fannulloni", fino al licenziamento, la Sinistra cercherà sì di migliorare la situazione ma con ritocchi e non con serie riforme, trattandosi di terreno a lei caro, per bacino elettorale. Lo si è visto anche col governo tecnico, e con le resistenze del PD ad una più incisiva riforma sul Lavoro.
Insomma è vero che certi problemi sono evidenti ed è indispensabile per chiunque stia al governo affrontarli. Ma la differenza rimane. Certo, essendo il nostro un paese ormai spaccato in due, sta diventando quasi inevitabile una sintesi delle "ricette", con un compromesso che però, finora , è quasi sempre stato al ribasso.


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