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martedì 1 gennaio 2013

OSCAR GIANNINO SPIEGA PERCHE' "FARE" SI FARA' DA SOLO



L'altro giorno abbiamo postato un commento relativo alla "NON " scelta finale di Oscar Giannino di correre da solo, lui con quelli di Fermare il Declino, da domani in campo per le elezioni con FARE.
Inizialmente sembrava che il Movimento di ispirazione Liberale di Oscar dovesse federarsi con quello di identica ispirazione di Italia Futura di Montezemolo. Quest'ultimo poi è rimasto sedotto dall'abbraccio dei movimenti cattolici di centro (la Cisl di Bonanni, le Acli di Olivero, il tutto "benedetto" dall'ex ministro Riccardi) e non se n'è fatto più nulla. Non credo per idiosincrasia personale dei liberali coi cattolici...Einaudi governò coi democristiani , e fu un'alleanza nemmeno cattiva nei primi 15 e passa anni della neonata Repubblica italiana. Penso al contrario che l' allergia sia quella dei nipoti indegni di De Gasperi a principi troppo liberali come "meno Stato", "meno tasse", meno "spesa pubblica".
Anche il colloquio con Monti, che nella sua celeberrima Agenda riporta diversi principi condivisibili in astratto da una forza liberale, è stato negato, anche qui, con ogni probabilità, per un vulnus insuperabile tra questi nuovi DC e i liberaldemocratici : lo Stato per i primi resta la SOLUZIONE, per i secondi il PROBLEMA, ancorché entrambi convengano che quello italiano attuale sia profondamente da rivedere e organizzare.
Domani Oscar Giannino, a Roma, presenterà la nascita di FARE. Comunque vada, sarà bello rivedere in lizza un Partito veramente Liberale.
Ecco la sua lettera alla vigilia della conferenza stampa di presentazione



Pubblicato: Lun, 31/12/2012 - 12:15  •  da: Oscar Giannino

Carissimi "fattivi", aderenti, simpatizzanti, candidati, e tutti voi che magari solo in questi giorni vi imbattete in qualche nostro gazebo impegnato a raccogliere le firme per le nostre liste,
 
approfitto dell'ultimo dell'anno per augurarvi un ottimo 2013, come anno del FARE.
 
I due mesi che abbiamo di fronte sono decisivi.
 
Il due gennaio, a Roma, presentiamo in una conferenza stampa il nostro simbolo elettorale, i  nostri candidati per le 27 circoscrizioni della Camera e le 20 del Senato, come per le regionali.
 
Abbiamo già cominciato la raccolta delle firme, da depositare entro il 21 di gennaio, ed è essenziale per  noi tutti che il simbolo sia sulle schede dovunque in Italia.
 
In coerenza al nostro manifesto, in questi mesi e fino a ieri abbiamo provato in tutti i modi a cercare composizioni con espressioni della società civile che condividessero il nostro chiaro programma in dieci punti. Con alcuni, come Imprese che resistono, la convergenza è stata naturale, nasce dalla piena condivision dell'impegno perché impresa e lavoro cessino di essere colpiti da una politica fiscale tutta tasse, che è stata l'irresponsabile via sin qui seguita dall'Italia. Con altri, il punto di confronto è stato quello della convergenza in uno schieramento più ampio. 
 
Per questo, sin dalla decisione dell'8 dicembre che mi ha affidato coordinamento e guida del passaggio elettorale, mi sono adoperato.
 
Con Berlusconi e con il Pd che ha chiuso in faccia la porta a Renzi ogni ipotesi di componibilità era esclusa, siamo nati dicendo no al vecchio.
 
La nascita pochi giorni fa dell'iniziativa di Monti mi ha obbligato a un ultimo tentativo.Perché fosse evidente a chiunque che non siamo chiusi ad alcuna verifica programmatica, visto che Monti aveva annunciato un'agenda in cantiere. Ho fatto presente che per noi restava irrinunciabile l'abbattimento del debito attraverso dismissioni pubbliche, i 6 punti di Pil di spesa pubblica e i 5 punti di pressione fiscale in meno in 5 anni, come lo scioglimento dei conflitti d'interesse, il riorientamento del welfare per giovani e donne, liberalizzazioni decise, il merito a cominciar dalla PA e una profonda revisione del perimetro pubblico, ancor più essenziale visto che si legge di rinazionalizzazioni come Alitalia, e di nuovi impropri utilizzi di Cassa Depositi e Prestiti come una nuova Iri.    
 
Ora, il tempo è finito. Nessuna risposta è venuta.
 
Credo sia giusto così. Evidentemente, il nostro programma è giudicato troppo chiaro e preciso, da parte di chi ha l'abitudine di tenersi le mani libere. Vale anche per Monti.  A dirlo non sono io, è il suo silenzio. Un premier non eletto doveva essere ancor più chiaro di altri.
 
Provo per questo una grande amarezza, perché resto convinto di un'impostazione elettorale maggioritaria. 
 
Ma è anche vero che il fallimento di 19 anni di seconda repubblica avevano e hanno bisogno di solidi punti di ripartenza. Come quelli che con tutti i fondatori abbiamo delineato nello scorso agosto: punti di grande chiarezza nella politica economica, nel riequilibrio sociale a vantaggio di milioni di giovani e donne esclusi da reddito e lavoro, e nella discontinuità etica rispetto alla dilapidazione di risorse del contribuente per fini di partito o personali.
 
Non abbiamo scelto di restare soli. 
 
La verità è un'altra. Nessun altro se la sente, di indicare agli italiani punti tanto chiari.   
 
Ora bisogna pensare a una sola cosa. 
 
Adoperarsi ventre a terra con tutte le nostre forze per raccogliere le firme e per la campagna elettorale.
 
Moltiplicare le nostre energie per estendere conoscenza e sostegno ai nostri candidati e al nostro programma.
 
So per primo che l'obbrobrioso Porcellum rende il nostro tentativo molto difficile.
 
Ma se le difficoltà fossero stata l'unica cosa da prendere in considerazione, non ci sarebbe mai stata nella storia alcuna rivoluzione liberale e civile, i monarchi assoluti sarebbero ancora al loro posto, il fascismo sarebbe durato.
 
La favola dell api è uno dei miti fondativi di come funzioni una buona società civile e produttiva.
 
Siamo delle piccole api, non ci montiamo la testa.
 
Ma in questo 2013 facciamo vedere che sappiamo usare il pungiglione, oltre a produrre molto buon miele
Grazie di quel che farete, e perdonatemi tutti per gli errori che inevitabilmente farò.
 
E dal 2 gennaio, mi raccomando a tutti, lasciamoli senza parole. 


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