Sergio Rizzo, che notoriamente è il coautore con Gian Antonio Stella del fortunato libello LA CASTA, non è un giornalista che apprezzo. A mio avviso strizza troppo l'occhio alla pancia dei lettori. Lo definirei un giornalista "nazional popolare". Non c'è nulla di male (tranne qualche volta , quando scende troppi gradini fino a livelli di scadenza ), però a me non piace.
E devo dire che nemmeno questo editoriale scritto per il Corriere della Sera mi entusiasma però ha il pregio - sempre ce l'hanno questa qualità gli scritti di Rizzo - della semplificazione.
E così c'è un riassunto della triste vicenda del Monti Paschi di Siena, con l'indicazione dei responsabili . TUTTI. A volte è un buon sistema per poi non punire nessuno. Tutti colpevoli, nessun colpevole.
Però vedete, e lo dico ai moralisti italici ancorché un po' strabici ( sì perché quando l'istanza morale è rivolta a sinistra le cose vanno mene lisce, e del resto si può capire : brutto stare sul pulpito e poi ritrovarsi con qualcuno sotto che ti grida "scusa ma tu ? " ) , può accadere, e in Italia accade più spesso.
Quando Bettino Craxi, il 3 luglio 1992, in piena Tangentopoli, si alzò in Parlamento e fece la sua famosa chiamata di correità, concludendo retoricamente se c'era qualcuno, in quell'aula, che era in grado di smentire quanto lui aveva appena detto, e cioè che TUTTI i partiti si erano serviti del finanziamento illecito per far vivere il proprio partito, NESSUNO, nemmeno dai banchi del PCI, da poco diventato PDS, si levò un fiato.
" ......E tuttavia, d’altra parte,
ciò che bisogna dire e che tutti sanno del resto, è che buona parte del
finanziamento politico è irregolare od illegale.
............
Se gran parte di questa materia deve essere
considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe
un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile
politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un
giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si
incaricherebbero di dichiararlo spergiuro E' Storia.
Sicuramente altre forze politiche, e segnatamente quella facente capo a Berlusconi, avrà una quantità maggiore di scheletri, però è un fatto che gli armadi di quella parte sono rovistati spesso e volentieri, mentre per cose come questa del Monte dei Paschi lo scandalo salta fuori solo perché il coperchio non tiene più, non certo perché qualcuno è andato a sollevarlo per guardarci dentro...
Buona Lettura
“LE COLPE NON VISTE”
Nessuno può chiamarsi fuori
dalla vicenda che coinvolge il Monte dei Paschi di Siena. Non il governo, e ciò
vale tanto per quello passato quanto per quello ancora in carica: se nonostante
la crisi devastante del 2008-2009 la bomba dei derivati rimane innescata, come
sanno bene anche i tanti enti locali che hanno rischiato di rimetterci l'osso
del collo, è perché non si sono prese le contromisure necessarie. Non la
Consob: che dovrebbe sorvegliare i mercati tutelando i risparmiatori, ma spesso
si addormenta. Non la Banca d'Italia: alla quale spetta il compito di vigilare
sulle banche e non vede sempre tutto, anche se va precisato che l'istituto di
via Nazionale non ha poteri di polizia giudiziaria. Non il sistema bancario,
cui il terremoto finanziario sembra non aver insegnato niente: i rubinetti del
credito verso le imprese sono ben chiusi mentre la macchina della finanza
creativa ha ripreso a girare a pieno ritmo. Meno che mai i politici,
soprattutto quelli senesi, possono dire: io non c'entro. Ma il fatto che siano tutti
in una certa misura responsabili, e in un sistema finanziario sempre più
integrato vanno chiamate in causa probabilmente anche le carenze europee, non
può significare che nessuno è responsabile. Tutt'altro. Questa vicenda non può
essere archiviata come uno dei tanti incidenti di percorso del nostro
sgangherato sistema finanziario. Né le dimissioni di Mussari dall'Abi possono
essere considerate una sanzione sufficiente. Non fosse che per un motivo.
Dev'essere ricordato come, ancor prima che saltasse fuori lo scandalo dei
derivati, per tirare fuori la banca dai guai causati da una serie di errori
della sua precedente gestione, il contribuente ha versato nelle casse del Monte
3,9 miliardi. Per quanto le polemiche elettorali sollevate da chi ha accusato il
governo di aver introdotto l'Imu per salvare «la banca del Pd» siano del tutto
prive di fondamento, considerando che su quel prestito l'istituto paga al
Tesoro un interesse del 9 per cento, e non c'è investimento sicuro che renda
una simile cifra, si tratta pur sempre di soldi pubblici. E non può
assolutamente passare il messaggio che con i soldi dei contribuenti, sia pure
pagati a caro prezzo, le banche possono tappare i buchi di speculazioni
finanziarie sbagliate. Se poi si scoprisse che mentre il Monte era allo stremo
alcuni soggetti avessero continuato a godere di un trattamento di favore, con
conti correnti a reddito elevato e garantito, sarebbe gravissimo. Ecco perché
siamo convinti che il governo non si possa limitare a gettare la palla nel
campo di qualcun altro, come ha fatto ieri il ministro del Tesoro Vittorio
Grilli puntando il dito contro la Banca d'Italia. Mario Monti, che si candida a
rimanere a palazzo Chigi, non può ignorare che questa storia coincide con il
debutto della vigilanza europea sulle grandi banche, e per l'Italia non è
davvero un bel viatico. Da lui ci aspettiamo una presa di posizione risoluta,
come premier ancora in carica. Certo fa sorridere che il primo fra i suoi
sostenitori a sollecitare «chiarezza» sulla vicenda chiedendo a ognuno «di
assumersi le proprie responsabilità politiche» sia stato Alfredo Monaci.
Ovvero, un tipico esponente della classe politica locale che per anni ha retto
Mussari e che ora è candidato della lista Monti in Toscana. Presidente della
Mps immobiliare e dirigente del Monte, è il fratello minore di Alberto Monaci:
a sua volta ex dipendente della banca, ex deputato dc, oggi presidente
(democratico) del Consiglio regionale toscano. Monaci senior già vedeva come il
fumo negli occhi lo sbarco a Siena di Alessandro Profumo. Ma dopo che è sfumata
la vicepresidenza per suo fratello Alfredo è scoppiata una guerra interna al Pd
che ha fatto saltare per aria la giunta comunale. Questa poco edificante lotta
di potere contribuisce a far capire perché siamo arrivati qui. Il fatto è che
il Monte è un formidabile strumento di welfare cittadino. Finanzia il Comune,
la squadra di calcio, quella di basket, gli stessi cittadini. A Siena dà lavoro
a circa 5 mila persone: quasi il 10 per cento dell'intera popolazione. Per non
parlare delle decine di poltrone nei consigli di amministrazione. Nonché del
fiume di denaro che attraverso la fondazione si è riversato, anno dopo anno,
nel territorio circostante. Intendiamoci, questo non è un problema limitato
alla sola Siena: sono le scorie della vecchia riforma che ha fatto nascere in
tutta Italia le fondazioni bancarie dalle ceneri delle vecchie banche
pubbliche. Sarebbe anche ingiusto negare che i contributi del Monte abbiano
messo in moto iniziative di pregio, come la realizzazione di strutture
sanitarie d'eccellenza e di centri di ricerca all'avanguardia. Ma è chiaro che
adesso Siena e la sua banca sono a un bivio. Paradossalmente, dunque, questo
scandalo dei derivati offre un'occasione da non perdere per cambiare registro.
A tutti: al Monte, al sistema bancario, agli organi di vigilanza. E alla
politica. Sempre che la sappiano (e la vogliano) cogliere.
P.S.
Ieri, a Linea Notte, il TG della mezzanotte di RAI 3, il buon Maurizio Mannoni, era molto irritato (lui è sempre piacevolmente placido, pur nel suo evidente schieramento) per la "strumentalizzazione" da parte del PDL per lo scandalo del MPS, che ha definito senza mezzi termini "irresponsabile".
Perché mai lo sarebbe di grazia ? Tutti i giornali parlando di questa cosa, lo stesso Napolitano è preoccupato per i riverberi su Banca d'Italia...quale forza politica, in piena campagna elettorale non sfrutterebbe la cosa ?
Poi, detto da un giornalista, non ha proprio senso...
Ma che Mannoni ha il conto corrente nel Monte dei Paschi ? Sereno....garantiamo NOI, la collettività. L'abbiamo già fatto no ??
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