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giovedì 11 aprile 2013

E GLI INQUIRENTI NON CREDONO ALLA VIOLENZA SESSUALE : LE DUE QUINDICENNI HANNO UCCISO PER SOLDI

Una delle due giovani al Tribunale di Trieste (Ansa)
Aggiornamento giornaliero del caso di Udine. Gli articoli correlati e precedenti, per chi vuole, li trova qui :
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/04/omicidio-di-udine-thelma-e-louise-non.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/04/e-poi-non-ha-respirato-piu-i-primi.html
Le novità essenziali sono ben tre :
1) Risultano dei prelevamenti da parte delle ragazze di un bancomat appartenente all'ucciso...
2) I due ragazzi che per primi avrebbero ascoltato la confessione delle ragazze, le descrivono come non turbate per l'accaduto, semmai eccitate dall'"avventura", e nessun riferimento alla violenza sessuale
3) L'autopsia conferma che l'uomo è morto per la violenza subita, nessuna causa naturale.
Gli inquirenti, per giustificare la richiesta di fermo, hanno formalizzato l'accusa di omicidio volontario aggravato, col movente del furto.
Le ipotesi di reato iniziali sono sempre da prendere con le molle. A volte i PM sparano alto per giustificare misure cautelari, per avere più tempo per le indagini...insomma "trucchi procedurali". Se poi chi legge i giornali ci crede, e pazienza. In fondo, la stampa non dovrebbe avere accesso al registro degli indagati, mica è colpa loro se ormai è prassi che i difensori le notizie le apprendano prima sui media che per le vie normativamente contemplate...
Premesso questo, anche un garantista come il Camerlengo alla versione delle due ragazze - l'uccisione dell'uomo come reazione ad un tentativo di violenza - non crede. Troppe cose che non combaciano con una simile tesi. Piuttosto, il timore è di trovarci di fronte a delle "bad girl", come a suo tempo Erika (e Omar, complice plagiato della fidanzatina nell'uccisione a coltellate della madre e del fratellino di lei), o le tre ragazze   di Chiavenna (Veronica, Milena e Ambra, di 17 e 16 anni) che uccisero suor Laura Marietti ...
L'articolo di cronaca è tratto dalla Stampa.it




 

Giudici contro le quindicenni
“Hanno ucciso per i soldi”

Udine, ma è giallo sulle cause
della morte del pensionato
NICCOLÒ ZANCAN
DALL’INVIATO A UDINE
Non credono alle ragazzine. Non ci sarebbe stata violenza sessuale. Quindi neppure una reazione al tentato stupro. Per la procura è stato omicidio volontario aggravato. Di più: hanno ammazzato il pensionato Mirco Sacher per rubargli dei soldi. Per furto.  

Come si legge nel capo B della richiesta di convalida del fermo, su cui oggi il gip del Tribunale dei minori di Trieste dovrà pronunciarsi: «Perché in concorso fra loro, al fine di trarne profitto per sé o per altri, si impossessavano dell’autovettura Fiat Punto targata BM876RP di proprietà di fu Mirco Sacher... Nonché della tessera bancomat-carta di credito... sottraendola a quest’ultimo e conservandola nel portafoglio».  

Due ladre molto violente. E se non fosse stato omicidio volontario, sostiene la procura, allora si tratterebbe di un omicidio preterintenzionale. Una violenza sfuggita al controllo. Questa è la scena descritta dagli investigatori: «Gli saltano entrambe addosso. L’una sul torace, l’altro sull’addome, afferrandolo per le mani e per il collo, sino a provocarne il decesso». Non concedono attenuanti.  

I primi risultati dell’autopsia sembrerebbero confermare la prima ricostruzione. Non c’è lesione della cartilagine della carotide, frattura al collo. Ma in compenso l’ex ferroviere Mirco Sacher è morto con le costole spaccate. Come e perché esattamente - e con quale nesso casuale - verrà chiarito entro sessanta giorni dai periti. Ma intanto c’è la conferma di una colluttazione. Prolungata e violenta. Fra l’asfalto e il prato, dove il pensionato è stato ritrovato cadavere domenica pomeriggio. La procura non sembra credere alla ricostruzione delle due ragazzine: «Abbiamo reagito perché voleva violentarci». Il movente sfugge. È ancora presto per trarre delle conclusioni.  

Chi sono davvero le due amiche che hanno confessato l’omicidio di Mirco Sacher? «Sono state descritte quasi come due femmes fatales. Ma non è così. Stiamo parlando di due bambine. Quella che difendiamo noi, oggi ha chiesto la fotografia di sua madre, è sconvolta, non riesce a realizzare quello che è accaduto. Sembra addirittura più piccola e immatura della sua età». Così gli avvocati Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi. Alle prese con una storia delicatissima, che si giocherà con una battaglia di perizie e controperizie. E intanto iniziano a saltare fuori anche i peggiori prototipi da scena dei delitti italiani.  

Come i due ragazzi Sonny e Walter, che alla dodicesima intervista, aggiungono sempre nuovi particolari e promettono scoop in esclusiva alla prossima televisione. Loro hanno incrociato le due ragazzine alla stazione di Mestre. Era domenica sera. Si conoscevano di vista. Hanno pagato il biglietto del treno per loro. Si sono fatti raccontare quella fuga pazzesca e strampalata senza patente. Fino a convincerle a presentarsi dai carabinieri.  

Ebbene, le ragazzine avrebbero raccontato il viaggio in questi termini: «Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l’eroe del gioco». La testimonianza è stata raccolta dall’emittente Tv7 Triveneta. Oggettivamente è impressionante: «Le abbiamo viste alla stazione di Mestre. Erano calme, sole, tranquille e senza soldi. Quasi ridendo, e comunque non tradendo nessuna emozione, ci hanno raccontato di aver ucciso un uomo, messo in moto la sua auto e di essere fuggite a 150 all’ora in autostrada». E la violenza sessuale? «Nel viaggio in treno non ne hanno mai parlato».  

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