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venerdì 28 giugno 2013

LO BOCCIANO IN PRIMA ELEMENTARE. LA COLPA E' DELLA SPENDING REVIEW. POI DICE CHE GRILLO SBAGLIA A MANDARCI ANCHE I GIORNALISTI...


Già il titolo è tutto un programma "bocciato per colpa della spending review". Penosissimo l'articolo scritto dal cronista della pagina veneta del Corsera, che ripropone stereotipi antichi - la colpa è sempre della Società - attualizzati dalla litania recente : la mecelleria sociale dei tagli alla spesa pubblica. Che poi c'è qualcosa che non torna, visto che la quantità di questa non cala mai, e il debito nazionale pure aumenta...Ad ogni modo è curiosa la gerarchia di responsabilità che si trova nel post che di sotto potete leggere integralmente...ci sono questi genitori che si separano in modo aspro e in effetti questo crea problemi al bambino di soli 6 anni, però il fatto che questi, in PRIMA ELEMENTARE, non riesca a fare il minimo indispensabile da giustificare una promozione ncorché "generosa", ebbé la colpa principale è che la spending review (che nessuno vede, ma il giornalista sì) ha comportato l'assenza dell'insegnante di sostegno.
Ora, qui di studenti con problemi di apprendimento sembra che ci sia una crescita esponenziale....e quindi delle due l'una : o ai miei tempi eravamo più intelligenti, oppure nessuno ci si filava e ci dovevamo arrangiare. Entrambe le cose erano migliori del presente, visto che anche nella seconda opzione, facilmente si era meno fragili dei "cucciolotti" di oggi. A parte questo, io ho visto da abbastanza vicino una vicenda simile a quella narrata dal giornalista : separazione conflittuale (anche se non certo ai livelli di Cittadella di Padova, col bambino trascinato di peso dai poliziotti, per non parlare dei 4.000 casi di denunce false e archiviate di molestie sessuali...) , bambino difficile che dalla seconda elementare (la prima ce l'aveva fatta a farla senza troppi intoppi) mostra problemi. La madre non è scriteriata e cerca di approfondire per capire e cercare di aiutare : visita dal logopedista, colloqui con gli psicologi, interazione con le maestre. Arriva anche l'insegnante di sostegno, che, magari il giornalista non lo sa, è pessimamente visto dai bambini a cui viene assegnato che avranno anche problemi di apprendimento ma cretini non sono e capiscono che quello sta lì per LORO e si sentono subito marchiati . A parte questo, servono a poco, tanto è vero che questo bambino, che conoscevo bene, superò tutti gli anni delle elementari solo col parere della psicologa della scuola che ogni volta certificava che fermarlo avrebbe avuto un grave impatto psicologico ...l'insegnante di supporto aveva prodotto "zeru" miglioramenti.
Ovviamente, in prima media, il bambino fu bocciato, senza se e senza ma.
Io ricordo un bel film di Silvio Orlando, Il Maestro, dove lil bravo attore ad un certo punto, in consiglio di classe, spiega ai colleghi come la scuola italiana sia fatta per dare voti buoni ai bravi e lasciare indietro i meno capaci (magari semplicemente perché con meno fantasia di studiare, mica perché meno intelligenti ! ).
Forse era ancora vero ai miei tempi, anni 60 e 70, poi le cose sono molto cambiate, eccedendo  nell'opposto. Paola Mastrocola, un insegnante di liceo molto attenta alle problematiche sociali (come del resto il consorte, il bravissimo Luca Ricolfi ) lamenta da tempo come, a forza di aumentare il valore della scuola, specie primaria, come luogo di socializzazione più che di apprendimento, poi questi ragazzi approdano alle superiori con gap pazzeschi difficilmente sanabili.
Un giorno, racconta, fu invitata grazie ai suo romanzi , saggi ed articoli ad una manifestazione scolastica di una scuola elementare dove i bambini "si esibirono riproducendo il rumore del vento...."
In realtà, la mia impressione, è che la crisi della famiglia, a tutti i livelli, carica la scuola di ruoli e compiti che non dovrebbe avere, compreso quello di Babysiteraggio...: Basta vedere il panico delle madri quando c'è uno sciopero delle insegnanti , o alla fine dell'anno scolastico. 'Sti figli saranno anche adorati, però a tempi contingentati...posso capire benissimo, visto i fieri rompico...che sanno essere. e poi obiettivamente c'è il problema del lavoro e delle nonne che non sono più quelle di una volta  (magari anche perché facendo noi i figli più tardi, sono più anzianotte...).
E così, quando i genitori si separano - ormai un matrimonio su tre salta - il deliquio dei figli spesso si riverbera sul rendimento scolastico e la scuola deve supplire...
Ovviamente le risorse per tutto questo non ci sono e non ci possono essere. A quel punto facciamo ammuina, mettendo insegnanti di sostegno che ben difficilmente, pochi e non preparati (quelli dovrebbero insegnare, non fare psicoanalisi applicata allo studio...) , potranno fare qualcosa di concreto. Parimenti, gli psicologi di supporto alle scuole, quando ci sono, sono insufficienti ( lasciamo perdere la capacità, che non ne usciamo più).
Insomma, il solito welfare "cattivo", che costa senza risolvere né aiutare.
Caro il mio cronista, sono quelli che chiamiamo SPRECHI e il cui taglio vero deve ancora cominciare.



NEL VENEZIANO

Bocciato in prima elementare
per colpa della spending review

Il bambino aveva manifestato disturbi dell’apprendimento dopo il divorzio dei genitori. La scuola non aveva i soldi per il programma di sostegno

VENEZIA — Infinite discussioni, continui litigi e, alla fine, un divorzio pesante. Con un bambino di appena sei anni che resta nel mezzo. E che, anche a causa del trauma dovuto alla separazione dei genitori, inizia a manifestare qualche problema di apprendimento. Disturbi lievi, niente di grave. Piccole assenze momentanee che, però, con il passare dei mesi, diventano più marcate. Il ragazzino - che chiameremo Andrea anche se non è il suo vero nome - diventa sempre più nervoso, refrattario. Non disturba, non parla a voce alta, si contiene. Ma di fare quello che dicono le maestre non ne vuole sapere. Il salto dall'asilo alle elementari, o, come si chiamano adesso, scuole primarie, va ancora peggio ed è un secondo piccolo trauma. Nella nuova classe, in un comprensorio del Veneziano, Andrea non lega. Né con i suoi nuovi ventidue compagni di classe né con la nuova maestra. E il deficit di apprendimento peggiora visibilmente.
La maestra, che dopo la spending review scolastica firmata dall'ex ministro Mariastella Gelmini è rimasta tutta sola di fronte agli alunni, non può stargli dietro. O si occupa dell'andamento di tutta la classe o segue da vicino il difficile percorso di Andrea. Più lento rispetto ai compagni, più tortuoso, a volte insopportabile. Non lo abbandona, sia chiaro. Ma fa quello che può. La riforma della scuola elementare parla chiaro: soldi non ce ne sono e gli insegnanti sono troppo occupati a tappare i buchi per dedicarsi ad Andrea. I percorsi alternativi richiedono personale. E serve l’avallo della neuropsichiatria dell’Usl di riferimento. La maestra procede, riferisce ai genitori di Andrea. Ma loro sono troppo impegnati nelle litigate per occuparsi del bambino. Le pratiche vanno però avanti lo stesso. Partono a novembre dell'anno scorso, a un mese dall'inizio della scuola ma non arrivano a destinazione. Negli ultimi anni anche la neuropsichiatria ha subito dei tagli, una sua spending review. Mica è colpa degli psicologi. I casi da valutare, nel Veneziano come nel resto della regione, sono tanti. E il caso di Andrea deve aspettare. Fino fine maggio di quest'anno, a due settimane dalla fine della scuola. E quando gli psicologi intervengono ormai la sentenza è già scritta: «Andrea ha effettivamente bisogno di un sostegno, di un percorso personalizzato di apprendimento, ma ormai non ci siamo più con i tempi». La riforma Gelmini ha infatti reintrodotto le valutazioni numeriche nelle scuole primarie.
E i numeri sono numeri che si traducono inevitabilmente in una scritta rossa su un tabellone bianco. Nella fredda formula di «non ammissione alla classe seconda ». Un caso. Considerato che da parecchi anni, nessun bambino veniva bocciato in prima elementare per difficoltà di apprendimento. Con un caso nel caso. La causa della bocciatura sono i tagli e la burocrazia. I genitori, dilaniati dal divorzio, non potevano permettersi un insegnante privato. La scuola non poteva fornirlo anche se la legge impone che chi ha bisogno di un sostegno ha diritto ad averlo. «Purtroppo con la riforma Gelmini gli insegnanti si trovano costretti a scegliere tra una scuola facile per le maestre o una scuola facile per gli alunni. Qui hanno scelto la prima opzione. E la scuola si è bocciata da sola», dice secco Giancarlo Cavinato, dirigente scolastico e membro del Coordinamento genitori democratici.
«Prima della riforma scolastica le maestre agivano in compresenza e casi come questo potevano essere gestiti con maggiore facilità - continua il dirigente - Non c'era bisogno di bocciare perché c'erano gli spazi per intervenire con percorsi alternativi di recupero. Adesso, di fronte alle sempre più frequenti situazioni di deprivazione socio-culturale non ci sono più sufficienti margini di manovra e il risultato è che a pagare purtroppo è un bambino di sei anni». Ormai è prassi che nella trincea delle scuole elementari, quelle che hanno dovuto affrontare per prime e senza un quadro legislativo chiaro l’integrazione forzata tra italiani e stranieri, le tragedie famigliari e gli effetti della crisi, gli insegnanti si facciano carico di responsabilità enormi. Non è la prima volta che qualche dirigente scolastico, per far fronte ai tagli e a genitori troppo distanti, si è rivolto ad associazioni umanitarie private per ottenere un insegnante di sostegno. In questo caso non è successo. Questa volta non c’è stato nessun eroe. E nessun colpevole. La maestra di Andrea e la dirigente scolastica del comprensorio veneziano hanno semplicemente scelto la via più facile. E hanno scaricato Andrea al suo destino. Che è quello di affrontare con il prossimo anno scolastico un nuovo salto, una nuova classe prima e una nuova maestra. Nuovi piccoli traumi che la spending review e la burocrazia hanno trasformato in un grande problema.

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