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lunedì 5 agosto 2013

I GRILLINI IN FIBRILLAZIONE, PRONTI AD APPOGGIARE UN NUOVO ESECUTIVO ANTI BERLUSCONI


Tutti leggiamo che il Presidente Napolitano teme come la peste la caduta del governo Letta e fa di tutto per puntellarlo. In altri post ho espresso le mie perplessità al riguardo, che sono le stesse peraltro ai tempi avanzate quando questo mantra valeva per Monti. Un governo ha diritto di durare finché ha il sostegno del Parlamento (la maggioranza ) e merita di farlo in ragione del suo operato. Ovvietà. Il fatto invece che un governo stia malapena a galla un po' per la paura dei peones di perdere il ricco seggio un po' perché si ha sfiducia in una alternativa migliore, beh, potrà anche accadere (anzi, ACCADE spesso !!)  ma auspicarlo...
Tralasciamo questo aspetto, pure non da poco, e concentriamoci sul chiaro intento del Quirinale di sostenere Letta.
La domanda che mi pongo, e che mi piacerebbe porre al Capo dello Stato, è se la iattura che lui paventa siano le elezioni anticipate o proprio la caduta di QUESTO esecutivo, quello detto delle LArghe INtese ?
E  sì perché dai rumors che sempre ci sono stati dall'inizio di questa legislatura e che adesso si stanno facendo più forti, è seria  la possibilità che ad una caduta di questo governo non sia impossibile trovare una nuova maggioranza . Non proprio il governo del cambiamento di Bersani, che si sarebbe acocntentato anche di una fiducia tecnica da parte del M5S per poi navigare provvedimento per provvedimento (come in Sicilia, dove non mi sembra che le cose stiano andando un granché bene...e lì non ci sono i cerberi dell'Europa...), ma proprio di una alleanza tra sinistra (PD e SEL) e gli ortotteri.
Come dice Paola Pinna, esponente di questi ultimi, di fronte ad un esecutivo che avesse tra i propri ministri Zagrebelsky, Rodotà e Gino Strada, beh i grillini avrebbere difficoltà a votargli contro...
Adesso, prescindendo dai brividi, nonostante il caldo, che certi nomi mi fanno venire solo a leggerli, domando al Presidente : è anche questa (oltre alle elezioni anticipate) l'alternativa che l'angoscia ? Non che non gli dia ragione, del caso, ma purtroppo è una possibilià ben concreta sul tavolo...
Non sono sicuro che un governo del genere sia quello che a Bruxelles e Francoforte si augurino, però secondo il nostro sistema parlamentare esso è possibile.
SI può discutere di quanta parte dell'elettorato grillino sarebbe tradito con un'alleanza siffatta, però sono discorsi che potranno valere quando si tornerà al voto ( e già sta accadendo, a mio avviso).
Ricordo a tutti che la formazione del voto ortottero è composita : per un buon terzo si tratta di elettori di sinistra, delusi o non rappresentati da un PD visto come troppo moderato..., ma gli altri due terzi NON hanno questa matrice. Per un terzo, si tratta di persone per cui destra e sinistra sono concetti astrusi di nessuna attualità o valenza, e un altro è di gente che votava CENTRODESTRA , imprenditori, artigiani, delusi dai governi di Berlusconi che nulla hanno fatto per diminuire la pressione fiscale, le pastoie burocratiche, lo statalismo con le sue ingerenze. A mio avviso, nel flop amministrativo dei pentastellati ci sta proprio la crescente delusione di questo elettorato che si è accorto come, col proprio voto, in parlamento ci siano andati per la maggior parte esponenti di sinistra, e NON propri rappresentanti. Miracoli del  porcello, delle liste bloccate e della rete, dove i candidati vengono scelti democraticamente anche con 50 voti, praticamente i parenti e gli amici del bar.
SIa come non sia, resta il fatto che se degli 8 milioni e mezzo di elettori grillini, i due terzi non gradirebbero l'appoggio ad un governo di sinistra , la rapprasentanza parlamentare NON è specchio di questa realtà (Berlusconi aveva messo in guardia gli elettori di centrodestra di questo pericolo) Grillo e Casaleggio lo sanno, ed è per questo che hanno sempre detto no a governi di questo tipo, Però potrebbero dovere fare i conti con il male minore. In fondo, potranno pensare, la diaspora di quel tipo di elettorato l'abbiamo già scontata, cerchiamo di non alienarci l'altro fronte...
Insomma, se questa mia ricostruzione non è fantapolitica, lo scenario più probabile per l'autunno prossimo venturo è proprio questo.
Non da stare allegri...
Ecco comunque la notizia come proposta sul Corriere.it


Retroscena Pinna: insensato un nuovo voto

E ora i 5 stelle aprono «Con nuovi ministri
e punti condivisi non saremmo ostili»

Pronti a sostenere il governo Letta: a un esecutivo con Rodotà, Zagrebelsky e Strada «sarebbe complicato dire no»

Paola Pinna (Ansa)Paola Pinna (Ansa)
MILANO - Alla finestra, senza fretta. Con l'asso nella manica del colpo che non ti aspetti: un aiuto al governo Letta. I Cinque Stelle osservano l'evolversi degli scenari politici in sordina con l'aria di chi ha in mano le proprie carte da giocare, ma aspetta le mosse dell'avversario. Così nelle ultime ore, mentre si alternano indiscrezioni e smentite su possibili alleanze con il Pd, deputati e senatori sono di nuovo schierati sul territorio, nonostante la canicola agostana. Lontano da Roma (per lo più) e immersi tra i militanti, anche per testare i loro umori. Nessuna riunione congiunta all'orizzonte per varare (con il voto) cambi di rotta o strategia. Anzi, molti commenti lapidari sulla questione. «Governo in crisi? Non cambia nulla, non è cambiato niente rispetto a tre mesi fa», assicura Vito Crimi. «La situazione è la stessa di aprile», gli fa eco Sebastiano Barbanti. Che però ammette: «In questo momento è tutto in divenire, tutti sanno che il nostro intento è portare avanti il nostro programma». C'è anche chi guarda oltre come Francesco Molinari: «Speriamo che sia arrivata la volta buona. Speriamo che, se cade il governo, il presidente Napolitano affidi a noi l'incarico: ora abbiamo esperienza». L'ipotesi di un varo in Aula, insieme ai democratici, di una nuova legge elettorale, non viene scartato a priori. Anzi, riformare il Porcellum è secondo il senatore «certamente un punto di passaggio nevralgico in caso di nuove elezioni. È nei nostri venti punti di programma, perché è necessario reintrodurre la possibilità per i cittadini di scegliere con le preferenze». «Prima di tutto a mio avviso - chiarisce Molinari - c'è il reddito di cittadinanza perché la gente sta soffrendo la crisi». «Tornare alle urne ora non ha molto senso - spiega Paola Pinna -. Si ripeterebbe la situazione attuale». Per la deputata sarda è venuto il tempo che «ognuno si prenda le proprie responsabilità», compresi i pentastellati. Pinna «condivide» la linea di chi vede indispensabile il varo di una nuova legge elettorale.
Proprio il programma potrebbe diventare la chiave di volta di uno scenario fino a poco tempo fa fantascientifico. Nel Movimento si considera ogni chance. Se il Pdl dovesse abbandonare l'esecutivo e proporre una mozione di sfiducia in Aula cosa farebbero i pentastellati? «Una decisione la prenderemmo tutti insieme - fanno sapere fonti vicine ai Cinque Stelle -. Ma non è detto che voteremmo la sfiducia. Sarà necessario prima valutare scelte e nomi dell'esecutivo». Già, perché se i ministri di centrodestra venissero rimpiazzati da personalità di alto profilo - come Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Gino Strada - care ai Cinquestelle potrebbe sorgere un bel rebus politico. Difficile non vedere un segnale di avvicinamento al Movimento in questa ipotesi. E qui entra in gioco il programma. Se l'avvicinamento fosse supportato anche dalla volontà di mettere in calendario anche alcuni punti cardine dei Cinquestelle, proprio a partire dalla riforma della legge elettorale (ma non solo quella) sarebbe «complicato e controproducente», come sostengono nel Movimento, votare la sfiducia. Si aprirebbe una nuova fase politica che coinvolgerebbe tutti i provvedimenti già in discussione, dove i Cinquestelle rimarrebbero a dare il loro sostegno sotto traccia per quegli atti che li troverebbero concordi. Fantapolitica, almeno per ora. Ma un'idea che non dispiace ad alcuni parlamentari, sia tra i fedelissimi sia tra i dissidenti. Orizzonti di mezza estate. Almeno per ora.
Intanto, (mentre sul blog Beppe Grillo dà spazio a un intervento di Roberto Fico sul mancato invio della documentazione chiesta in Vigilanza alla Rai) su Facebook, c'è chi già guarda alle prossime elezioni. «A me interessa poco che il Movimento sia al 20% o al 40% nei sondaggi. Io spero che il Movimento possa rappresentare invece un'opportunità di partecipazione per quel 47% (la metà degli italiani) che non sa chi votare - scrive il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio -. Iniziamo a fargli capire cos'è il Movimento. Facciamo in modo che non decidano chi votare nelle ultime due settimane prima delle elezioni. Perché anche se in quel caso votassero per noi, sarebbe un voto frivolo che inevitabilmente li deluderà. Sostituiamo alla delega la partecipazione. E vinciamo noi».

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