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domenica 23 febbraio 2014

FACCI SARCASTICO COL PD IN MATERIA GIUSTIZIA. I PRECEDENTI GLI DANNO RAGIONE, SPERIAMO STAVOLTA SI SBAGLI.

 
Chi segue il Blog conosce ormai di nome due miei cari amici e colleghi : Riccardo Cattarini e Massimiliano Annetta. Entrambi valenti penalisti, iscritti all'UCPI, dirigenti del Partito Democratico, il primo a Gorizia, il secondo a Firenze. Parlano molto bene del neo ministro Andrea Orlando, già responsabile nel settore giustizia dei democratici prima di entrare nel governo Letta. Tra l'altro, per quella poltrona era stato fatto il nome di Gratteri, uno dei troppi provenienti dalla Procura, quindi il sospiro di sollievo è stato doppio.
Ciò posto, l'amara ironia di Filippo Facci, un garantista doc e in quanto tale non certo felice della politica del PD degli ultimi anni (lustri) , è assolutamente comprensibile.
Speriamo ovviamente che si sbagli, e che Orlando saprà imprimere anche in questo campo una sferzata energizzante e di cambiamenti positivi, così come il governo Renzi si ripropone di fare in altri settori come economia e lavoro. Forse, perché ciò accada, gli amici citati potrebbero fare qualcosina di concreto, visto che l'uomo lo conoscono e in passato hanno collaborato con lui.
Su, cerchiamo di dar torto a Facci !



Facci: povero Orlando, Renzi lo ha fatto ministro al niente

 
"Nel governo
c'è un ministro 
al niente"

Allora ricapitoliamo. Il Pd di Bersani, subito dopo le elezioni, nel suo programma citava una «legge contro la corruzione» e poi un’altra «contro la mafia», non una parola di più. Notare che nel frattempo una legge contro la corruzione era già stata fatta: si chiama legge Severino. In seguito il Pd di Bersani passava ai famosi «otto punti» di possibile convergenza con Grillo, ma la giustizia non era neppure sul podio essendo al quarto posto della lista: si auspicava una generica «giustizia e equità», una legge sulla corruzione (appena fatta, ripetiamo) e poi imprecisati interventi sul riciclaggio, sul falso in bilancio, sul voto di scambio e su altri temi «anticasta» nessuno dei quali strutturale, come si dice. Cioè: niente processo civile e penale né tempi del giudizio, impugnazioni, farraginosità varie, sistema carcerario, niente. Poi il Pd ha fatto le primarie. Gianni Cuperlo, in 22 pagine di programma, sulla giustizia non diceva niente. Pippo Civati, in ben 70 pagine, sulla giustizia, niente. E però Matteo Renzi, nelle sue 18 pagine di programma, sulla giustizia era chiarissimo: niente. Sinché la radicale Rita Bernardini, intervenendo giovedì alla manifestazione dell’avvocatura, annunciava la svolta: «La parola “giustizia”, nei programmi dell’incaricato Renzi, non esiste». Ora, affinché si occupi del niente che non esiste, Renzi ha scelto Andrea Orlando.

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