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mercoledì 21 maggio 2014

I PREGIUDICATI POSSONO FARE POLITICA ? SECONDO ME Sì, SECONDO GRILLO ? PERCHE' LUI, NOTORIAMENTE, LO E'.


Quando Alessandro Di Battista parla - lo ha fatto ieri da Mentana, a La 7 - di pregiudicato che continua a far politica, biasimando sconsolato la cosa, si riferisce naturalmente a Berlusconi. Eppure il richiamo potrebbe essere tranquillamente fatto al suo leader, Beppe Grillo, che ha sulla coscienza un reato dalle conseguenze (attenzione, leggete bene : parlo di conseguenze, non della natura del delitto commesso) ben più gravi dell'evasione fiscale : la morte di tre persone e la distruzione di una famiglia. 
L'episodio è questo 
Nel pomeriggio del 7 dicembre 1981 Beppe Grillo perse il controllo di un fuoristrada Chevrolet K5 Blazer mentre percorreva la strada militare che da Limone Piemonte porta sopra il Colle di Tenda. Il veicolo, sei chilometri dopo Quota 1400, scivolò su un lastrone di ghiaccio e cadde in un burrone profondo ottanta metri. A bordo con Grillo c'erano quattro suoi amici genovesi con i quali stava trascorrendo il fine settimana dell'Immacolata. Grillo si salvò gettandosi fuori dall'abitacolo prima che l'auto cadesse nel vuoto e, contuso e in stato di choc, riuscì a chiamare i soccorsi. Tre dei suoi amici rimasti nell'auto persero la vita: i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle, rispettivamente di 45 e 33 anni, e il loro figlio Francesco di 9 anni. Il quarto, Alberto Mambretti, 40 anni, fu ricoverato con prognosi riservata.
Tre settimane dopo l'incidente, per Grillo scattò l'incriminazione per omicidio plurimo colposo Nell'ottobre 1982 la perizia ordinata dal giudice istruttore suggerì che Grillo era colpevole di non aver fatto scendere i suoi passeggeri prima di affrontare il tratto di strada più pericoloso.Altro particolare, non secondario : Berlusconi continua a dirsi innocente e a lottare per l'annullamento della sua condanna, Grillo no. 
E' una cosa che so da tempo, come del resto tanti altri, eppure sul Camerlengo è la prima volta che vi dedico un articolo e NON per dire che Grillo non deve fare politica, perché è un "pregiudicato" (di fatto, lo è ) ma per ricordarlo a quel fighettino di Di Battista. 
Come scrive giustamente Facci, nel suo "appunto" che di seguito riporto, questo tragico episodio della sua vita è fatto che riguarda la sua coscienza e i sopravvissuti infelici di quella disgrazia. e non c'entra con l'impegno politico del leader di un movimento che, grazie a lui, ha avuto il consenso di 8 milioni di elettori. Siamo convinti di questo.
Ma, domanda giustamente il giornalista, che suppongo figuri in testa alle liste di proscrizione da affidare ai Tribunali del Popolo invocati dal guru genovese, Grillo lo è ? convinto che sia giusto così ?
Immagino di no.


Facci: Coscienza a 5 Stelle


Facci: Coscienza a 5 Stelle

Giuseppe Piero Grillo non la nasconde, la storia del suo omicidio colposo: si limita a non parlarne. Di fatto una sua sciocchezza, 33 anni fa, ha cancellato una famiglia: ed erano suoi amici, coi loro bambini che lui aveva visto crescere. Si è fatto tre processi in tre gradi di giudizio, ha sborsato 600 milioni all'orfana superstite, le sentenze spiegano che fu un incosciente: e noi non vogliamo né possiamo immaginare come viva questa cosa con se stesso. Lui ora è un personaggio notissimo che peraltro si è scaraventato in politica, dunque è normale - dicono in molti - che questa storia emerga e riemerga tipicamente sotto elezioni: ma noi non lo pensiamo; sarà anche normale, ma non ci piace, noi pensiamo che Grillo debba risponderne essenzialmente alla propria coscienza: non a Berlusconi o ai giornalisti. E però il punto è questo: lo pensa anche Grillo? Noi pensiamo che esista, e resista, un diritto all'oblio: non tanto quello codificato dalla giurisprudenza, ma il diritto di gestirsi moralmente una volta pagato il conto con la giustizia. Ma Grillo lo pensa? Noi pensiamo che esista ancora una dimensione personale che separa il pubblico dal privato: ormai è una linea sottilissima, ma c'è ancora, dovrebbe esserci ancora, persino se ci si chiama Beppe Grillo e persino se si passa la vita a giudicare gli altri. Ma Grillo, questo, lo pensa? Il suo movimento lo pensa? Il suo blog lo pensa? I suoi amici giornalisti lo pensano, soprattutto lo praticano?

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