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martedì 13 maggio 2014

LE TRE GIORNATE A CHIELLINI E IL CODICE ETICO DI PRANDELLI, VARIABILE COME IL TEMPO A PRIMAVERA


Chiellini si è preso le sue brave tre giornate come era giusto che fosse. Il caso Destro si è ripetuto e il giudice sportivo ha applicato lo stesso ragionamento logico che tanto fece indignare (ma ci vuole veramente poco da quelle parti, vittime di un  complesso di persecuzione che solo i dottori più bravi potrebbero guarire ) i tifosi giallorossi e il loro conducator : l'arbitro ha visto il fallo - il blocco di Chiellini - ma NON la gomitata, e quindi sì alla prova TV e sì alla squalifica. Non fa una piega. Dopodiché si potrebbe obiettare che la norma è troppo severa, prevedendo come sanzione MINIMA tre giornate di squalifica (tre, toccate ad entrambe i giocatori, la quarta Destro la ebbe per aver subito un'ammonizione da diffidato) , forse due sarebbero più eque, salvo ovviamente aumentarle nel caso la violenza del gesto fosse più grave. Ma intanto la norma è questa e così è stata applicata. Chiellini ha chiesto subito scusa, dicendo che la sua intenzione non era quella di far male ma di ostruire la corsa dell'avversario. Ovviamente se avesse allargato il braccio per trattenerlo invece di allargare il gomito, avrebbe fatto meglio e non sarebbe stato squalificato. Ha scelto quest'altra strada, ed è giusta la squalifica. Le scuse di Destro al Cagliari le stanno ancora aspettando, inutilmente. Spero che la Juventus non faccia ricorso.
Ecco, mi piacerebbe che righe del genere, sincere, fossero scritte anche da amici della Roma, sulle loro pagine FB per esempio, ma se trattenessi il respiro nell'attesa morirei d'asfissia.
Ciò posto, la sponda ultrateverina troverà un altro argomento per lamentarsi, e cioè il doppio pesismo del CT Prandelli nell'applicare il suo codice etico.  Destro escluso dallo stage pre mondiale, Chiellini no.
Hanno ragione, di fondo, anche se sbagliano a pensare che lo strabismo sia contro la Roma e/o pro la Juve. Riguarda semplicemente l'importanza del giocatore - Chiellini è considerato indispensabile, Destro no - e la circostanza, quello di allora era uno stage come un'altro, qui si parla della vigilia del mondiale.
Naturalmente Prandelli negherà questa versione, e dirà che lui, vedendo le immagini, ha ritenuto la condotta di Chiellini scomposta ma non violenta in senso stretto, a differenza di quella di Destro che invece voleva palesemente colpire l'avversario con una manata.  Interpretazioni, non in linea con quelle del Giudice Sportivo, ma il CT ha sempre detto che lui non si sente vincolato da queste, che rendono francamente troppo elastico e discrezionale questo codice etico troppo cucito su misura degli occhi di Prandelli.
Un codice, tato più etico, per essere tale dovrebbe essere diffusamente condiviso, basato su valori che la grande maggioranza approva e quindi accetta. 
Così come fa Prandelli, è il SUO, e gli altri abbozzano. 
Obiettivamente, devo dire che assomiglia al codice della maggior parte degli italiani, che infatti l'etica non la conoscono - roba difficile - e si dilettano meglio nel moralismo, oltretutto strabico.
Ovviamente condivido il commento critico letto su La Stampa, che pure è giornale di Torino, che obietta sostanzialmente le stesse cose alla decisione del Mister. Intendiamoci, sarebbe folle rinunciare a quello che si ritiene attualmente il miglior difensore italiano - siamo messi male direte, dopo Nesta, Maldini, Cannavaro dei temi che furono , e avreste anche  ragione, con tutto il rispetto per Giorgione - per un fallo criticabile, giustamente sanzionato, però non delittuoso (lo è uno che spacca la gamba con un'entrata dolosa, o un pugno o una gomitata come reazione).  Quindi Prandelli usa il semplice buon senso. L'errore sta a monte, aver voluto scomodare l'Etica.
La lasciasse in pace, e si eviteranno queste polemiche di figli e figliastri.


Il conto salato del codice etico
I pugni si pesano o si contano?

Prandelli e la gomitata di Chiellini: un errore da non ripetere

ANSA
Giorgio Chiellini e Cesare Prandelli


Alla fine il codice etico ha presentato il conto: a un passo dall’inizio dei Mondiali è anche il più salato. Di tutto avrebbe avuto bisogno Cesare Prandelli tranne che di quella gomitata di Chiellini in pieno volto a Pjanic punita con tre giornate di squalifica. Come fu con Destro. Par condicio evitata invece dal ct che ha inserito il difensore della Juventus nel listone dei 30 da consegnare alla Fifa (al contrario l’attaccante giallorosso saltò l’ultimo raduno di Coverciano proprio per il codice etico).  

Dice, non si poteva fare altrimenti: troppo importante il Mondiale per rinunciare a un giocatore come Chiellini. Vero. Allora basta essere chiari una volta per tutte: come i voti, le scorrettezze si pesano e non si contano. Il quid non è se Chiellini debba andare o no ai mondiali (deve andare), ma quale sia invece il senso di un pugno duro che si scioglie in carezza quando fa giustamente comodo. Esatto valutare attentamente il comportamento dei nazionali, ma è la parola codice che ci lascia perplessi. Meglio trovargli un altro nome per evitare di finirne schiacciati.


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