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domenica 4 gennaio 2015

DECRETO FISCALE UTILE A BERLUSCONI ??? NUN S'HA DA FA !!

 

Tranquilli !!! Renzi ha appena fatto sapere che il decreto verrà modificato e nessun regalo verrà fatto a Berlusconi, neppure per sbaglio. Parliamo ovviamente della norma che depenalizza una serie di reati fiscali, con un articolo, il 19 bis, che si presterebbe a interpretazioni favorevoli anche al Male Assoluto. Ci risiamo. Ogni volta che una legge porta un'utilità, anche meramente ipotetica, a Silvio Berlusconi, scatta la paranoia. Mai che si riesca a guardare il fatto in sé, per stabilire con serenità se la nuova legge sia positiva o meno. No. E' utile ANCHE al Cavaliere ? Allora nun s'ha da fa !
Un paese che rivela una patologia clinica !
Meno male che Renzino ci ha tranquillizzati subito bloccando l'approdo del testo della riforma alla Camera...
Befana salva !


Evasione, scoppia il caso del 3% L’ipotesi: applicabile a Berlusconi

Il testo del governo sui reati fiscali. L’ex ministro Vincenzo Visco: è un regalo

di Corinna De Cesare Luigi Ferrarella

MILANO  
 Silvio Berlusconi di nuovo incensurato e in politica? Dipende dall’interpretazione di cinque parole del decreto legislativo del governo Renzi sul Fisco. Cinque parole che non modificano l’articolo di legge sulla frode fiscale e nella sua struttura non introducono direttamente alcuna soglia, ma per una complessiva tipologia di reati (tra cui la frode) si limitano a prevedere a titolo di «causa di esclusione della punibilità» una soglia del 3 per cento di evasione sull’imponibile, possono essere assimilate a un caso tipico di abolizione parziale del reato di frode fiscale se sotto soglia del 3 per cento? Sta tutto qui il rebus sulla sorte della sentenza definitiva alla quale Berlusconi nell’agosto 2013 è stato condannato dalla Cassazione per violazione dell’articolo 2 della legge 74 del 2010.
Nella riforma dei reati fiscali, il governo Renzi in un nuovo articolo 19 bis stabilisce che, «per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile». Può cancellare a posteriori anche una sentenza definitiva? Può se la modifica si sovrappone al fatto reato.
In questo caso è così? Qui è arduo rispondere per quanto male è scritta la nuova norma. Quando nel 2000 fu depotenziato il reato di falso in bilancio, ciò avvenne inserendo nella struttura dell’articolo di legge le soglie sotto le quali esso diventava non più penalmente punibile, e con la sentenza Giordano la Cassazione a Sezioni Unite prese atto che si dovevano revocare tutte le condanne per falsi in bilancio di entità inferiori alle soglie introdotte nelle vecchia norma dalla nuova.
La legge Renzi, invece, da un lato non inserisce le soglie nella struttura dell’articolo che si occupa della frode fiscale, ma dall’altro lato etichetta con lo strano nome di «clausola di non punibilità» un elemento - come la soglia - che oggettivamente diventa un elemento strutturale del reato. Ambiguità palese se si pensa che, tipicamente, le clausole di non punibilità sono esterne e sopravvenute al reato, come ad esempio la ritrattazione che salva dalla falsa testimonianza.
La soglia del 3 per cento interessa Berlusconi? Sì, perché, al netto delle molte prescrizioni che avevano già cancellato parecchie accuse, alla fine la condanna Mediaset era stata sotto la soglia: 4,9 milioni evasi su 410 di imponibile nel 2002 e 2,6 su 312 nel 2013.

Berlusconi potrebbe chiedere al Tribunale di revocare la condanna definitiva e cancellarne gli effetti. Tra i quali quello che gli sta più a cuore non è tanto la fine dei servizi sociali, che comunque terminerebbe di scontare a fine febbraio, ma il ritorno alla vita politica, dalla quale è escluso per 6 anni dalla legge Severino che però come presupposto ha appunto l’esistenza di una sentenza di condanna definitiva.
Per Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze, è «un enorme regalo ai grandi evasori». Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti dice che l’articolo 19 bis è stato inserito all’ultimo momento nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri la vigilia di Natale. Il governo per ora tace. La norma, prima di entrare in vigore, deve avere solo il parere delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Che non è vincolante. Ma, a questo punto, sarà l’ultimo luogo dove fare chiarezza.

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