Quando il titolo è efficace ed esauriente :
IL PROCESSO SENZA FINE, LE INTERCETTAZIONI SENZA LIMITI,
L’INTERPRETAZIONE SENZA CONFINI.
Questa l’intestazione della giornata tenutasi nella sala del
Consiglio dell’Ordine degli avvocati, presso la Corte di Cassazione a Piazza
Cavour, indetta dalla Unione Camere
Penali il giorno centrale dei tre di astensione proclamati dall’intera
avvocatura per sensibilizzare mondo politico e società civile sulle storture
che sempre più seriamente ledono i diritti e le garanzie dei cittadini .
La manifestazione prevedeva
la mattinata dedicata al confronto col mondo politico, il pomeriggio con
quello accademico.
Personalmente ho potuto assistere alla prima parte, e mi
dispiace aver saltato la seconda perché è sempre prezioso ed istruttivo
ascoltare giuristi dello spessore – anche argutamente polemico – del Professor
Spangher, ormai fedele amico delle Camere Penali (lo trovo sempre, le volte che
partecipo a qualche loro convegno) .
Peraltro significativi sono stati gli interventi dei
politici , quali il ministro Enrico Costa , i senatori D’Ascola ( anche
presidente della Commissione Giustizia del Senato) e Quagliariello il
sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Ferri.
Il primo a prendere la parola è stato il senatore D’Ascola,
che l’amico Mauro Anetrini ( candidato alla presidenza dell’Unione, congresso a
fine settembre in quel di Bologna) mi
descrive – ovviamente non lo conoscevo – come uomo di grande preparazione ed
intelligenza, molto democristiano. Sui
pregi, mi fido del giudizio di Mauro, mentre sulla democristianità , dopo averlo sentito parlare, non ci possono
essere dubbi di sorta , rimanendo il suo discorso, a mio parere, molto sulle
generali, diplomatico, quasi canonico, finalizzato a non scontentare nessuno. IN buona sostanza, impalpabile.
Molto meglio gli interventi successivi, a partire dal
Ministro Costa che del resto in varie occasioni ha dimostrato di essere l’unico
elemento del governo in carica ad avere a cuore i principi di diritto e
garanzia (il Ministro Orlando, amato da
Riccardo Cattarini, non sarebbe accio, ma probabilmente il suo posto a via
Arenula scotta, esposto in prima linea com’è sul fronte con quelli della anm ,
l’associazione sindacale dei magistrati, guidati, pare per fortuna per poco, da
quell’aguzzo guerrafondaio della polemica e della provocazione che è il dr. Davigo)..
Pare che sia proprio grazie a Costa se finalmente, ai tanti
proclami propagandistici che i giustizialisti in toga e in Parlamento, si è
potuto replicare con la forza dei numeri e delle percentuali.
Lo scandalo delle prescrizioni, lo strumento bieco – inutile
spiegare che è uno dei capisaldi del diritto dalle sue origini ,
rintracciandone i primi segni addirittura nelle XII tavole, e naturalmente
nella Roma Repubblicana e poi con Giustiniano – per il quale i criminali “la
fanno franca” , sfruttato da avvocati dallo stomaco villoso che perdono tutto
il tempo possibile per fornire questa via di fuga ai loro colpevoli (sempre !)
clienti.
Ebbene, il Ministro Costa rappresenta come sia stato
accertato che l’85% delle prescrizioni
si consumi nelle fasi delle indagini
preliminari e il processo di primo grado. L’85% !
Di più : su 110.000 prescrizioni realizzatesi in questo arco
temporale, ben 88.000 sono quelle riferibili alla fase delle indagini, quella
nella quale, diceva coloritamente il past president dell’Unione, Valerio
Spigarelli, “l’avvocato non tocca palla”.
Altra cosa importante :
i reati più gravi, quelli cd. Di “sangue”, sono imprescrittibili .
Infine, ultimo ma non per importanza, la famosa questione
della prescrizione che interviene perché il reato si scopre tardi, sono in
tutto meno del 10%.
Il Senatore Costa parla dell’importanza dell’organizzazione
degli uffici, rilevando come in alcuni le percentuali di prescrizione sono
vicino allo zero, altri, nonostante un numero superiore di magistrati e
personale, del 30%.
Sono numeri che dovrebbero tacitare parecchia gente, ma da
noi non succede.
Del resto, ricordate il seguito popolare toccato per lustri
a Di Pietro ? Poi l’uomo ha fatto la fine che meritava, ma i suoi fedeli,
delusi, sono sempre pronti a trovare un nuovo Savonarola. Oggi è Davigo.
Ma ci sono altre considerazioni, non da poco, che il
senatore Costa, e poi Quagliariello,
propongono : come si concilia la pretesa
di un processo senza fine – come definirlo uno che può prolungarsi per oltre 20
anni ! – con il principio costituzionale, e anche delle corti europee, della
ragionevole durata dello stesso ?
E siamo sicuri che il diritto degli imputati ad un processo
giusto e di durata sensata si contrapponga a quello delle vittime, della
società civile ? Non è interesse anche delle seconde, e della comunità tutta, che i processi si concludano non in lustri ?
C’è qualcosa di patologico in qualcuno che preferisce
attendere 20 anni “pur di avere giustizia” (ricordo : gli omicidi , le stragi,
per questi crimini NON c'è prescrizione).
Costa, lodevolmente, tocca poi il tasto degli errori
giudiziari, ché ci stanno anche quelli , e le difficoltà mostruose per partorire una legge sulla
responsabilità civile dei magistrati che definire “buonista” per le toghe pregiate
è eufemistico e che pure a lor signori non piace (non ne vogliono nessuna).
Eppure , dal 1992 ad oggi, lo Stato ha dovuto rifondere la
bellezza di 600 milioni di euro per l’ingiusta detenzione, con 25.000 persone
risarcite per la perdita del bene più prezioso, la libertà.
La bella e brava collega Maria Brucale, che di carceri è un'esperta nazionale, mi ha subito segnalato le altre migliaia che , pur detenute ingiustamente,
perché poi prosciolte, un indennizzo non l’avranno mai per la vergognosa applicazione del principio
della condotta “sospetta” dell’imputato ( che con essa avrebbe indotto in errore il magistrato inquirente…).
Se siete amici dall’infanzia di uno che poi diventa un
delinquente, abbiate cura di troncare
qualsiasi rapporto con lui, ché magari vi mandano in galera e poi vi
dicono che è colpa vostra se avete amicizie sbagliate… Potrebbe anche accadere
che nemmeno siate a conoscenza delle attività illegali dell’amico in questione,
ma la legge non ammette ignoranza no ? Dite che la legge non c'entra una beneamata con una cosa del
genere ? Disfattisti !
Sul tema delle intercettazioni sia Costa che Quagliariello
hanno sostenuto che le norme esistenti andrebbero bene, senza bisogno di
riforme, se non ci fosse il problema delle libere, a volte fantasiose
interpretazioni dei giudici, tra l’altro molto variabili a seconda delle circoscrizioni giudiziarie.
Infatti, circoscrizione che vai, circolare che trovi. La Circolare , il nuovo
strumento para normativo inventato dai presidenti di Tribunale o dai capi delle
procure…
Il problema, ricordava
nei suoi preziosi interventi
Mauro Anetrini, non è dato dalla
eventuale saggezza o condivisibilità di queste circolari, quanto dal
fatto che l’Italia si dà il caso che sia una, e la giurisdizione dovrebbe
essere la stessa ad Aosta come a Catania…
Per evitare gli abusi interpretativi – Quagliarielllo usa
proprio questa espressione – sarebbe bene che il legislatore scrivesse norme
migliori, nel senso di più chiare, e con accentuato aspetto di
tassatività.
Osserverà successivamente il Professor Fabio Alonzi che
veramente anche quando la norma è letteralmente chiara, i giudici, persino
quelli di Cassazione, non si peritano di stravolgerla.
L’esempio è quello del principio introdotto con la riforma
delle misure cautelari (L. 47/2015) , la quale, tra l’altro, prevede che il Giudice debba motivare in modo AUTONOMO la
propria decisione, evitando quindi meri riferimenti alle richieste del pubblico
ministero, e/o possibilmente il poco dignitoso “copia-incolla” delle argomentazioni
dell’accusa, nonché pronunciarsi, specie in caso di rigetto delle stesse, sulle osservazioni della difesa. Bene, tutto questo può continuare
tranquillamente a NON avvenire senza che la Cassazione , in
applicazione della nuova legge, bocci il provvedimento perché non conforme a
legittimità.
L’invenzione della “soft law”, vale a dire la giurisprudenza che in realtà
snatura la norma che dovrebbe applicare e che invece “interpreta” fino alla sua
sostanziale disapplicazione, è il nuovo corso da cui mette in guardia il professore Spangher che nota come le sentenze della
Cassazione siano sempre più contraddittorie, con sezioni che si contrappongono (a volte la disputa è all'interno della stessa sezione, cambiando il collegio),
fino all’inevitabile intervento delle sezioni unite che, per lo più, finiscono
per scegliere l’interpretazione meno favorevole alle garanzie, e questo a
dispetto dei principi costituzionali sanciti espressamente da limpide prescrizioni : artt. 15, 25,27, 111…
Gli scappa un’infelicissima espressione : “le garanzie
dilatorie”.
I colleghi hanno dovuto sedare il maestro Battista e il sanguigno
Intrieri, che chiedevano, con una certa veemenza, che il sottosegretario Ferri facesse degli esempi
concreti. Come avrebbe mai potuto ? Le
garanzie o sono tali, e allora senza aggettivi, oppure non lo sono e quindi le
eliminassero, del caso cambiando la Costituzione ( tanto, di questi tempi, perché no ?).
In realtà il cerchiobottismo governativo è preoccupante,
perché qui non si tratta di accontentare un po’ gli uni e gli altri, quanto
avere il coraggio di ascoltare i diversi ragionamenti e scegliere che tipo di
civiltà giuridica si vuole.
Quella che si va delineando, con processi senza fine,
intercettazioni senza limiti, interpretazioni senza confini, a noi non
piace.
RispondiEliminaIo non ci provo neanche a dare un parere su se si tratti di errore giudiziario oppure, altrettanto grave, un'indagine fatta coi piedi poi giustificata (ma non giustificabile in caso sia stata proprio lei) col vecchio e assolutorio (delle responsabilità della magistratura), "meglio un colpevole in libertà che non un innocente in galera .
Ma questi dati rispecchiano purtroppo, una situazione insopportabile alla quale, per altro, a DX cercano da molti anni di porre rimedio mentre toghe di MD e SX "politica" osteggiano e ostacolano in tutti i modi. Poi passa un certo Mastella che per averci provato davvero a mandare in porto la riforma della Giustizia finì arrestata la moglie e indagato lui, i figli e il (citazione) "gatto di casa che non si sa mai."
Pensare che noi ci permettiamo di fare le pulci agli indiani per come stanno strumentalmente trattando il caso dei nostri marò .
Leno Lazzari
Gentile Lazzari
Eliminasono d'accordo con molte delle sue considerazioni - e sottoscrivo il richiamo alla "punizione" di Mastella - con un'unica riserva : la destra si è scoperta garantista per difendere il suo leader. Oggi che il Cavaliere, anche per ragioni di consunzione temporale (ha 80 anni, e ne sono passati ben 22 dalla sua "discesa in campo", tutti i leader politici mondiali dell'epoca hanno lasciato prima di lui), ha un ruolo marginale, la destra riscopre pulsioni sicuritarie, segue la pancia della gente per la quale molto meglio rischiare un innocente dentro che lasciare un colpevole fuori.
Questo naturalmente finché la cosa non ci tocca da vicino, ché allora tutti scopriamo che "garantista" è bello...