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mercoledì 14 marzo 2018

PICCOLE MISERIE POST VOTO

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Ho scritto, in varie occasioni, la mia contrarietà alla libertà di mandato degli eletti, pure previsto dalla nostra Costituzione.
Pur conoscendone le nobili ragioni storiche, non posso non rilevare la degenerazione occorsa nel tempo, specie oggi dove il rapporto tra elettori ed eletti è quasi inesistente, e chi va in Parlamento ci va, per lo più, per l'appartenenza ad un partito o ad una coalizione, non certo per la fiducia ottenuta sulla propria persona. 
Negli ultimi lustri si è assistito ad una accentuazione esponenziale del fenomeno della cd. transumanza, con parlamentari che cambiavano casacca, in quanto "responsabili" - o traditori, a seconda dell'angolatura di chi guarda - e nell'ultima legislatura si è battuto ogni record storico con più di un terzo degli eletti in mobilità.
Questo ha portato vari partiti, Cinque Stelle in testa, a invocare l'introduzione del vincolo di mandato.
Bene, fatte le elezioni, preso atto che le vittorie, pur politicamente nette, non sono sufficienti a costituire una maggioranza autonoma in Parlamento, ecco che i demonizzatori di ieri diventano corteggiatori di oggi. 
La contraddizione è evidenziata argutamente da Mattia Feltri, su La Stampa, che tra l'altro ironizza su altri aspetti desolanti del post elezioni, come le file a sud per richiedere i moduli di domanda per accedere al reddito di cittadinanza (come se la vittoria dei 5 Stelle potesse mai significare l'immediata realizzazione della più grande promessa elettorale partorita nella storia repubblicana, diminuzione delle tasse a parte) e le parole d'ordine sclerotiche dei democratici dopo la scoppola del voto.
Si può ridere, per un attimo
Ma proprio solo per un attimo





IL LATTE VERSATO
  
MATTIA FELTRI

Risultati immagini per IL LATTE VERSATO      MATTIA FELTRI Notizie in Sicilia e in Puglia di gente, soprattutto giovani, in fila ai Caf (centri di assistenza fiscale) per compilare i moduli con cui accedere al reddito di cittadinanza. È vero, fa un po’ ridere. Ma non tanto. Fa soprattutto dispiacere. Specialmente se si pensa ai molti che crederanno nell’arrivo di un reddito di cittadinanza che non arriverà mai, al massimo un ampliamento del reddito d’inclusione. Al massimo.      Nel Pd, mentre litigano su chi di loro ha preso i voti e chi non li ha presi, affrontano il tracollo con riflessioni rivoluzionarie: «Dobbiamo ripartire dai territori», «non sappiamo più parlare al nostro popolo». Ecco, anche questo fa dispiacere, ma fa già più ridere. Molto di più . Il Movimento Cinque Stelle (come ha segnalato Jacopo Iacoboni) vuole reintrodurre il vincolo di mandato - chi tradisce il mandato degli elettori deve dimettersi - e cerca qualcuno che voti la fiducia al governo di Di Maio, e cioè tradisca il mandato dei cittadini, e dunque si debba poi dimettere facendo mancare la fiducia al governo di Di Maio.       Questo fa decisamente ridere. Però non si può ridere dei cinquestelle perché dopo prendono ancora più voti, dicono. Allora ridiamo di altro. Renato Brunetta, Forza Italia, vuole un mandato esplorativo per il centrodestra sulla base dell’innovativo progetto di Salvini: chiedere il sostegno non a un partito o all’altro, ma ai singoli parlamentari. Speriamo vadano in coppia a proporlo a Mattarella di modo che si faccia una bella risata anche lui. Diceva uno saggio: ridiamo sul latte versato.  NCOLO DI MANDATO

Notizie in Sicilia e in Puglia di gente, soprattutto giovani, in fila ai Caf (centri di assistenza fiscale) per compilare i moduli con cui accedere al reddito di cittadinanza. È vero, fa un po’ ridere. Ma non tanto. Fa soprattutto dispiacere. Specialmente se si pensa ai molti che crederanno nell’arrivo di un reddito di cittadinanza che non arriverà mai, al massimo un ampliamento del reddito d’inclusione. Al massimo. 

Nel Pd, mentre litigano su chi di loro ha preso i voti e chi non li ha presi, affrontano il tracollo con riflessioni rivoluzionarie: «Dobbiamo ripartire dai territori», «non sappiamo più parlare al nostro popolo». Ecco, anche questo fa dispiacere, ma fa già più ridere. Molto di più .
Il Movimento Cinque Stelle (come ha segnalato Jacopo Iacoboni) vuole reintrodurre il vincolo di mandato - chi tradisce il mandato degli elettori deve dimettersi - e cerca qualcuno che voti la fiducia al governo di Di Maio, e cioè tradisca il mandato dei cittadini, e dunque si debba poi dimettere facendo mancare la fiducia al governo di Di Maio.  

Questo fa decisamente ridere. Però non si può ridere dei cinquestelle perché dopo prendono ancora più voti, dicono. Allora ridiamo di altro. Renato Brunetta, Forza Italia, vuole un mandato esplorativo per il centrodestra sulla base dell’innovativo progetto di Salvini: chiedere il sostegno non a un partito o all’altro, ma ai singoli parlamentari. Speriamo vadano in coppia a proporlo a Mattarella di modo che si faccia una bella risata anche lui. Diceva uno saggio: ridiamo sul latte versato. 


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