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giovedì 26 gennaio 2012

IERI BAMBOCCIONI, OGGI SFIGATI. POVERA LA NOSTRA MEGLIO GIOVENTU'...

Andrò controcorrente, "schierandomi" dalla parte di Martone. Lo faccio con consapevolezza e serenità, avendo dato spazio all'umore prevalente , ben sintetizzato dalla catilinaria di ieri scritta dalla bravissima REVANGE ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/01/gli-sfigati-ringraziano-il-viceministro.html ).
In realtà, e l'avevo scritto ieri introducendo l'articolo della  brillante collega, Martone ha tutti i requisiti per essere antipatico: non solo è un primo della classe (che, notoriamente, non sprizzano mai grande simpatia ) ma ne ha anche tutti  i connotati esteriori peggiori: arroganza, assertività, snobismo.
Però, aggiungevo, non è che siccome uno è antipatico, per questo deve avere torto. Lo spiegava molto bene Luca Sofri (che sono praticamente certo è uno che Martone NON lo ama ) nel suo bel libro "Un grande paese" ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/05/tutto-e-relativo.html ), dicendo che se le cose sono giuste, lo sono anche se chi le dice è uno stronzo.
Allora, cosa ha detto il Viceministro?
" Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo. Essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa".
Apriti cielo !
Accadde già con Padoa Schioppa, che definì certi  tipi diffusi dei nostri concittadini (30enni ancora a casa di mamma e papà) dei "bamboccioni".  Anche allora, un terremoto.
I politici che si sollevano, fanno ridere per la loro malafede: approfittano della imprudente uscita per farsi belli agli occhi di possibili elettori.
I diretti interessati invece si devono fare una domanda: in genere sono le accuse che si temono VERE a bruciare.
Io credo francamente che chi sa, in COSCIENZA, che la sua laurea non raggiunta negli anni di corso regolare, con uno scarto di ragionevole indulgenza di un anno, massimo due (e già...), è dipesa da ragioni assolutamente non imputabili a propria responsabilità, NON può sentirsi toccato dal "j'accuse" di Martone.
Quindi cara Revange, l'esempio che tu citi (in un articolo scritto in modo suggestivo), e cioè la triste realtà di professori sordi e ciechi che non collaborano con gli studenti ritardando di fatto la loro tesi, è un'ottima denuncia in sé ma non credo che c'entri nel caso di specie.
Così come tutti gli studenti lavoratori che hanno giustamente osservato che conciliare le due cose non è affatto semplice, e se un corso di Laurea di 4-5 anni è tale per chi fa solo quello, bé si può ben accettare che uno che anche lavora ci impieghi più tempo (resta che la categoria degli studenti lavoratori all'estero sia più diffuso e i tempi di laurea restano inferiori, ma magari lì i corsi per i lavoratori sono fatti meglio, tralasciamo la questione).
E' banale no ? E proprio perché banale, non è difficile pensare che anche Martone abbia dato questa cosa per SCONTATA e quindi che non fosse indispensabile premetterla.
Lui evidentemente si rivolgeva agli ALTRI, e sono tanti, che invece vedono e vivono l'università come un posto dove ritardare - con alibi nobile anche per i poco saggi genitori (accecati dal mito, non si sa come resistente . del "pezzo di carta" che assicurerà al proprio figliolo più fausto futuro) - il momento del " e mo' che faccio?".  Perché per molti, ancorché non per tutti, a casa di mammà si sta bene ( e qui gli sfigati entrano in contatto con i bamboccioni del povero Padoa Schioppa).
E' un fatto che da noi , prima dell'introduzione (assai discussa......)  della riforma di Luigi Berlinguer della Laurea "breve" (tre anni, con possibilità poi di completarla con altri due conseguendo quella "ordinaria") ,  l'età media dei laureati in Italia era 28 anni.  Adesso, è un po' scesa....27,5...non un progresso sconvolgente.
Tutti studenti lavoratori? Intendiamoci, per LAVORO non s'intende l'hobby lodevolmente capitalizzato, i piccoli lavoretti che consentono a fine mese di avere un paio di cento euro in più oltre la "paghetta" di papà.
Bravissimi coloro che li fanno (ancora di più quelli che in tal modo si "emancipano" dalla citata paghetta....). Ma non è un impiego di tempo che incide significativamente sulle ore da dedicare allo studio (se fosse, il rapporto "costi - benefici" sarebbe perdente e il giovane maturo dovrebbe mollare il "lavoretto").
Da noi ci si diploma a 19 anni, un corso di laurea dura massimo 6 anni. La media 4-5. Un giovane che ha voglia di studiare (e che non abbia ostacoli particolari, che ovviamente lo fanno uscire da questo discorso) può dunque farcela a laurearsi tra i 23 e i 26 anni (media all'estero  24...).  Una media a 27,5 (che vuol dire tanta gente che si laurea più vicino ai 30 che in corso...) significa:
1) Costi ingenti per la spesa pubblica. O qualcuno pensa che le tasse universitarie siano minimamente sufficienti a pagare il carrozzone? Già in molti contestano che l'Università sia finanziata dallo Stato (non è più scuola dell'obbligo...) , ma, a prescindere dai liberisti duri e puri,  se accettiamo l'idea di un Paese che favorisce la crescita culturale e scientifica dei suoi giovani, potremo ben pretendere che questi ultimi poi stiano lì per STUDIARE, e non a tempo perso.
2) In periodo di economia globale, e di Unione Europea dove i titoli di studio devono essere riconosciuti tra stato e stato, i nostri giovani arrivano sul mercato del lavoro (già assolutamente insufficiente di domanda) con 4 anni di ritardo.
Martone , nella sua provocazione, suona la campanella , a giovanotti/e e famiglie, ricordando loro che all'Università ci si va per STUDIARE e poi magari anche per socializzare e altre cose più amene e piacevoli.
Lo scriveva anche Paola Mastrocola nel suo libro "Togliamo il disturbo"  (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2011/05/licei-uber-alles.html ), a proposito dei licei (lei insegna ad uno scientifico di Torino ) : signori genitori e bravi ragazzi, il LICEO non è obbligatorio. Se studiare non vi piace molto, assai più utile una scuola professionale che vi prepari meglio e prima al mondo del lavoro.
C'è molta differenza con " se perdi tempo all'università sei uno sfigato, se fai un istituto professionale sei bravo" di Martone?
Chiudo sul termine incriminato, per il quale anche Martone si è scusato : SFIGATO.
Non sobrio...l'hanno definito i colleghi di governo...figuratevi gli altri e sul web.
Padoa Schioppa non era sobrio? Quanto e più di Monti.
Eppure a lui si debbono due delle frasi meno sobrie e più criticate degli ultimi anni : "le tasse cono belle" e il citato "bamboccioni".
Può darsi che anche lui sia scivolato....abbia sintetizzato infelicemente i concetti che voleva esprimere.
Io penso che invece si tratti di PROVOCAZIONI.
Se voglio SCUOTERE, non posso mettermi a fare dei sofismi....curare la premessa ("ehi studenti lavoratori e perseguitati dai Baroni, non ce l'ho con voi !!!") , dissertare compiutamente....
Come il titolo di un film, di un libro, o anche di un articolo, che vogliono destare l'attenzione, così certe parole servono allo stesso scopo.
E mi sembra che ci riescano perfettamente.
Martone si rivolge ad una categoria ben precisa , che esiste,vasta, e che siccome fa la vita che gli piace, si sente FIGA anche se di professione fa lo studente "fuori corso". E per provocarla va giù duro...: "hai 28 anni, fai l'Università e non sei ancora laureato...bé sei tutt'altro che figo".
Io non riesco a dargli torto.
E non iniziamo con il lavoro che non c'è....che la scuola non forma, che l'Università è un casino...cose vere, ma che NON riguardano lo "schiaffo" del viceministro.
Qui si parla di gente che NON studia, eppure continua a pascolare nei giardini delle università.
Tutti gli altri, e tutte le altre cose,  non c'entrano.

7 commenti:

  1. Concordo in pieno!!! Come ho già commentato sul precedente articolo, di Revange.

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  2. Il Camerlengo sa bene che non è da me pavoneggiarmi, stavolta lo farò: mi sono laureata a 24 anni, con 110 e lode, lavorando. Non saltuariamente, lavorando proprio a tempo pieno!!! :( tostissima, in effetti, ma possibile... e al liceo non ero certo la prima della classe!;)
    Detto ciò non sopporto Martone, e il termine usato è fortemente improprio sebbene meno offensivo di quello "Schioppano", atteso che spesso i giovani che vorrebbero rendersi autonomi (e ce ne sono)non possono, magari perché non hanno famiglie economicamente solide alle spalle... studiare invece si può (se si è deciso di intrapendere questa strada, ovviamente)e si deve, anche per rispetto verso chi ti mantiene, se proprio non si riesce ad avere un minimo di orgoglio personale! Ma ne ho visti di genitori che pur di avere il figlio ingegnere avrebbero fatto la fame!!! la firma è nel testo :)

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  3. Il secondo commento, scritto in italiano ineccepibile, a conferma che la laurea a 24 anni (in lettere preciso, visto che lo so ) non è una millanteria, è fitto, secondo me, di contraddizioni, alcune dettate da amor materno. Intanto la premessa da ragione semmai a MArtone : laurearsi in tempo (o quasi, la lettrice uscì diplomata a 18 anni....)e comunque ben prima dei 28 anni SI PUO'. Martone è antipatico a tutti, quindi me compreso, ma questo non cambia che la sostanza di quello che ha detto è vera (almeno per molti di noi ). I giovani che vorrebbero essere autonomi hanno difficoltà a farlo, questo è verissimo, ma certo laurearsi con 4-5 anni di ritardo non è una buona strada in quella direzione. L'autonomia passa dal lavoro PROPRIO (in Italia impresa impervia) , non da quello delle famiglie solide economicamente (in quest'ultimo caso, quand'anche si uscisse di casa, lo si farebbe coi soldi di papà , che non è propriamente il concetto di autonomia ). Infine, i sacrifici per il figlio ingegnere sono nobilissimi a patto che : 1) siano ricambiati (il figlio STUDI) 2) sia un'ambizione condivisa dal figlio. Se uno a casa ha figli un tantino (nemmeno troppo direi ) bamboccioni...non se la deve prendere coi Ministri....

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  4. Infatti concordo con Martone, ma ritengo che il termine "sfigati" sia improprio; per Schioppa: Camerlengo quanti giovani conosci (di età inferiore ai 28/30) laureatisi per tempo e che riescono a permettersi una casa, propria o in affitto? I più fortunati guadagnano 1.100 euro al mese... certo a Trieste "una stanza" in affitto ne costa solo 200... ma aihmé non in tutte le città è così

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  5. Curioso è che i giovani pur di andare a studiare fuori sede, in altra città, con tutti i benefit del caso...(completa e totale libertà in primis) , a condividere un appartamento ci vanno coi loro coetanei. Farlo da giovani lavoratori no. Meno "figo"....

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  6. Ma quanti anni ha Signor Camerlengo?! Lei si esprime come mio nonno, che ovviamente non capisce più gli "ultimi tempi" e come dargli torto. E dall'alto di quale esperienza personale parla Lei? A leggerLa, su questi argomenti, sembra sempre che riferisca un sentito dire o una convinzione costruita a tavolino piuttosto che una riflessione dettata dall'esperienza vera. Lei ha una casa? Lei ha fatto tutto da solo sempre? O magari qualcuno L'ha presa sotto la propria ala protettiva e Le ha dato una mano entro i 28 anni? Lei ha figli suoi che ha cresciuto seguendone tutte le tappe fino ai 28/30? Spero vivamente di NO... A volte qualche ragazzo che si laurea a 22/23 anni (come è capitato a me) vorrebbe anche rendersi autonomo... ma non ce la fa, nonostante l'estrema buona volontà! ma Lei ha minimamente presente come funziona la vita odierna, o scrive con la copertina sulle ginocchia??? mi piacerebbe capire chi è Lei veramente. Martone ha ragione, ma la sua arroganza mi fa vomitare, Padoa Schioppa NO non aveva ragione. Care cose da un laureato a 23 anni con il massimo dei voti costretto a fare il semi bamboccione
    Oloferne

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  7. L'interrogativo di Olofeme evidentemente è retorico perché, a differenza di altri blogger, chi sono e quanti anni ho è scritto. Le cose che posto, bene o male non è questo il punto, non le scrivo solo io. Anzi, sono critiche alle generazioni dei 20enni odierni piuttosto diffuse. Tutti "nonni" ? Secondo me è più vero il principio che laddove non si è "toccati" si riesce ad essere sereni nelle valutazioni, e quindi il lettore che si è laureato a 23 anni con il massimo dei voti, non si sente offeso da MArtone (ancorché gli stia antipatico, ma il viceministro in questo ha raccolto l'unanimità pare...), ma molto invece da PAdoa Schioppa. Secondo me vale lo stesso criterio : ognuno dentro di sé SA, in coscienza, se quel discorso - gli sfigati, i bamboccioni - possono riguardarlo o no. Quanto alla vita odierna, il discorso sarebbe lungo, però credo che molti. troppi dei giovani di oggi, abituati ad un benessere e a comodità inimmaginabili per chi, pur stando bene, aveva 20-30 anni negli anni 70, hanno troppo elevato l'asticella delle cose "irrinunciabili". Io non mi sentivo povero a 20 anni senza avere la mia auto (usavo quella di mio padre se era libera, se no moto, di seconda mano ) , se non uscivo tutte le sere per cinema, ristoranti o locali , se non avevo abiti griffati (ai quali oggi si sono aggiunti gli irrinunciabili smartphone , tablet, Ipod, MP3 e via dicendo). Avevo un'amica che se n'era andata di casa perché non era più possibile la convivenza con la madre. Era andata a vivere dalla più liberale zia. Con un'amica no, avrebbe dovuto condividere le spese....(lavorava come segretaria ). Il suo armadio era pieno di tailleur Armani (sia pure pret a porter...va detto). Sono certo che il lettore che mi scrive arrabbiato non ha questo profilo, ma allora perché s'incazza ? Pensa che veramente non esistano i "bamboccioni" ? Quelli che stanno a casa per vivere più comodi e assistiti ? Forse è LUI che non sa che il mondo NON è fatto solo di quelli come lui. Una sola curiosità : in cosa la laurea a pieni voti ?

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