Parlo di anziani, per cui suppongo che leggeranno in 10, amici fraterni compresi. Pazienza.
Sono rimasto colpito nell'apprendere che anche la ricca e potente Germania abbia il problema degli anziani, tanto che questi, pensionati, contributi regolari versati in una vita di lavoro, non hanno un reddito sufficiente per una vita decente. Dall'articolo del Corriere che riporta la notizia le ragioni sono diverse : si vive troppo a lungo, i figli (e le nuore ) non rappresentano più il supporto di una volta dove c'era il passaggio di consegne dell'accudimento che così veniva restituito, passare 10,15, 20 anni in uno stato di salute normalmente più precaria rispetto all'età giovane o anche matura, comporta costi crescenti, di cure e di assistenza.
Il costo medio di una normale casa per anziani in Germania costa non meno di 3.000 euro. In Italia quanti potrebbero permettersela ? Ecco, anche in Germania sono in tanti a non potere.
E quindi si "emigra" verso posti dove l'assistenza per gli anziani costa di meno. Delocalizzazione delle persone care, o che tali dovrebbero essere.
Molto triste, e anche un po' pauroso.
Certo, leggere che oltre alle vicine e più economiche Ungheria, Slovacchia e Cekia, vada di moda anche la Thailandia un sorriso te lo strappa...ricordando che quel paese è stato ed è ancora tra i "Paradisi del Turismo sessuale".
Un'ultima considerazione. Se la ricca Germania , notoriamente paese a forte efficienza statale e certo non liberista sta messa così, ma magari hanno ragione quelli che da anni predicano che la sanità, causa problema longevità accresciuta, vada ripensata ?
PENSIONI TROPPO BASSE, COSTRETTI A ESPATRIARE
BERLINO - Renate Apel,
pensionata, settantaquattro anni, ha lavorato tutta la vita ad Amburgo, prima
in uno di quegli stand dove si arrostiscono salsicce e poi in una fabbrica di
sigarette. Adesso, con il suo assegno mensile, non riesce più a tirare avanti.
Per sopravvivere, bussa ogni settimana alla porta della Hamburger Tafel, una
«banca del cibo» che distribuisce alimenti recuperati nei supermercati e
ristoranti. «Non posso nemmeno fare visita a mia figlia che vive a nord di
Hannover. Essere poveri fa sentire anche più soli», ha detto a Der Spiegel ,
che ha raccontato recentemente il suo caso simbolo. Ma il suo è un problema di
tanti, destinati a diventare ancora di più. Secondo i dati del ministero del
Lavoro e degli Affari sociali, guidato dalla cristiano-democratica Ursula von
der Leyen, saranno infatti centinaia di migliaia i tedeschi che dopo aver
lavorato trentacinque anni percependo un salario lordo di 2.500 euro
riceveranno una pensione di circa 688 euro, ritenuta inferiore ai livelli
minimi di sussistenza. E a essere colpiti da un drastico abbassamento del
livello di vita saranno tutti i cittadini, non solo casalinghe, lavoratori
part-time e coloro che hanno gli stipendi più bassi, come ha chiaramente
indicato Ursula von der Leyen attirandosi le critiche di molti colleghi di
governo.
Queste cifre si riferiscono a
proiezioni sul 2030, ma il problema della povertà nella fascia più anziana
della popolazione è un'emergenza tra le più discusse già oggi in Germania. Per
sua fortuna, Renate Apel sta bene. Ma tanti suoi coetanei, in cattive
condizioni di salute, sono costretti a trasferirsi all'estero, dove
l'assistenza alle persone che ne hanno bisogno è meno costosa. È un nuovo
esodo, di cui ha parlato per primo il quotidiano popolare Bild , che ha smesso di
descrivere la vita spensierata dei pensionati tedeschi che scelgono paesi
esteri dove il tempo è più buono e la vita è meno cara per parlare invece dei
tanti «profughi della salute» che vengono curati lontano dalla loro patria.
Stando alle cifre che sono
state sottoposte all'attenzione dell'opinione pubblica dall'associazione di
assistenza Sozialverband Deutschland (Vdk), oltre 10.000 pensionati tedeschi
vivono in case di riposo ungheresi, ceche, slovacche. Altri anziani vengono
assistiti e ricoverati anche in Ucraina, Grecia, Turchia e perfino in
Thailandia, dove il potere di acquisto è superiore del settanta per cento. E si
tratta di un fenomeno che aumenterà al ritmo del 5 per cento ogni anno, perché
attualmente sono già circa 400.000 i tedeschi che non possono sostenere i costi
di una struttura di accoglienza e di cura nel loro Paese. È stato calcolato che
la spesa per un posto letto in un ospizio o in una casa di risposo tedesca
varia dai 2.500 ai 3.400 euro mensili, e poco più della metà di questa cifra
può venire coperta da un contributo della previdenza sociale. Al problema dei
costi si aggiunge quello della scarsità di mano d'opera qualificata: se la
tendenza non verrà invertita si prevede infatti che nel 2030 mancheranno quasi
500.000 lavoratori in questo tipo di strutture che già adesso di affidano a
personale proveniente dall'estero.
Il governo sta tentando di
correre ai ripari, ma i problemi da affrontare sono tanti e gli strumenti per
risolverli sono diversi. Certo, non ci si può affidare al misterioso
benefattore di Braunschweig, la città della Bassa Sassonia dove buste piene di
contanti sono state fatte arrivare per qualche tempo, nei primi mesi di
quest'anno, a strutture di assistenza, chiese, organizzazioni umanitarie. Anche
lui è andato in pensione.
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