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venerdì 23 maggio 2014

QUANDO ANCHE I GRANDI (?) GIORNALI DIVENTANO VELINARI (PRO EUROPA)

 
Io dico come si fa a dire che in Olanda gli euroscettici hanno perso ?? 
Ok, il partito che dichiaratamente si è presentato con un programma anti europa, immagino proponendo l'uscita del Paese dall'Unione, non ha avuto il successo pronosticato dai sondaggisti (toh, toppano anche lì ! ) ma come si fa a ignorare che oltre il 60% degli olandesi NON è andato a votare ? 
Si ma l'astensione non è aumentata rispetto al 2009, anzi ci sarebbe uno 0,3% in più...
Ora, se il timore è che in Europa, alle urne emerga una maggioranza CONTRO l'Unione, allora va bene tutto.
Ma che possa essere giudicato un risultato positivo, per la salute democratica dell'idea Europea il fatto che in un paese membro oltre il 70% o se ne frega o è contrario, bè manco le veline del minculpop mi sa che arrivavano ad una simile faziosità.
E poi, supponiamo che quel 63% di olandesi che se ne sono rimasti a casa non siano disinteressati (perché menefreghisti, delusi o altro) all'idea dell'Europa unita ma piuttosto con il loro non voto manifestino una quiescenza allo status quo. Sarebbe un bel segnale ? 
Se c'è una cosa sulla quale sono quasi tutti d'accordo (tedeschi probabilmente no) è che COSI' questa Europa NON VA. E dunque ? 
Intanto, arrivano i primi risultati delle elezioni locali inglesi. Anche in GB, come in Italia, le elezioni europee hanno coinciso con il rinnovo di numerose amministrazioni territoriali. Anche qui astensione alta, ma il partito euroscettivo, l'Unione indipendente di Nick Farage,      conferma invece i favori della vigilia, con arretramento dei conservatori ma anche a scapito dei laburisti. 
Il Presidente Napolitano ha il suo bello sbracciarsi per il voto pro Europa, ma QUALE di grazia ? QUESTA ?? 
E cosa accadrà se alla resa dei conti, come appare quasi certo, avremo un Parlamento eletto dalla minoranza degli aventi diritto al voto, e dove i presenti sono in maggioranza un mix contraddittorio di quelli  fortemente contrari al progetto unitario e quelli che vorrebbero invece una maggiore unione e condivisione ? Insomma, la bocciatura sonora dell'Europa merkeliana, per intenderci. Basterà per un cambiamento di rotta ? La certificazione della MINORANZA della politica tedesca prevalente in questi anni della prima grande crisi europea si tradurrà in un cambiamento di "verso", per usare uno slogan abusato anche dai più intelligenti dei miei amici italiani ? 
Io non credo. E sarà la conferma che questo elezioni sono un simulacro inutile e propagandistico.
 


Il primo exit poll arriva dall’Olanda
In calo gli euroscettici di Wilders

Secondo il sondaggio testa a testa tra liberali D66 e cristiano-democratici. In leggera risalita l’affluenza. Il risultato finale si saprà domenica sera

di Redazione online

Il leader del partito di destra PVV vota alle Europee (Epa) Il leader del partito di destra PVV vota alle Europee (Epa)
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La temuta e quasi preannunciata ondata euroscettica che sarebbe dovuta partire dall’Olanda per travolgere l’Europa, almeno per ora, dopo il primo voto, non ci sarebbe: gli olandesi hanno votato e secondo gli exit poll avrebbero fatto addirittura perdere al partito xenofobo di Geert Wilders un seggio, facendolo diventare il quarto partito con solo tre eurodeputati. Una sorpresa rispetto ai sondaggi che fino a qualche giorno fa lo davano primo partito e un segnale per quanti davano per scontata un’inarrestabile ascesa dei partiti anti-Europa. Non ci sarebbe stata nemmeno la vittoria dell’astensionismo: sarebbe invece aumentata leggermente la partecipazione, portando ai seggi il 37% della popolazione, contro il  36,,7 % delle europee del 2009. Secondo l’exit poll, fatto fuori Wilders il primo posto se lo contendono invece i cristiano-democratici del CDA e i liberali del D66, che occupano i banchi dell’opposizione in Parlamento.
Liberali in vantaggio sui democratici
Il D66 è dato in leggero vantaggio con il 15,6% mentre il CDA è al 15,2%. L’exit poll definitivo pubblicato alle 21.30 da Ipsos per Nos Tv, assegna ai cristiano democratici della CDA 4 seggi, in piena parità con i liberali progressisti del D66. Il CDA ne perderebbe quindi uno sul 2009 e i D66 invece ne guadagnerebbero uno. Gli elettori sembrano aver premiato le forze esterne al governo, visto che i liberali del VVD del premier Mark Rutte (12,3%) restano con i tre seggi che avevano così come i laburisti del PVDA (9,4%) suoi alleati di governo, scavalcati dalla sinistra radicale di SP che prende tre seggi e tocca il 10%. Non è servita quindi la dura critica nei confronti dell’Europa che ha caratterizzato le ultime settimana di campagna elettorale di Rutte, convinto che vadano ridimensionati i poteri della Ue, che dovrebbe solo occuparsi di completamento del mercato unico, riduzione degli ostacoli burocratici, incentivazione dei flussi commerciali con accordi di libero scambio, realizzazione del mercato unico dell’energia, lotta alle distorsioni nel mercato del lavoro. Un bel passo indietro da chi ha sostenuto la linea di rigore della Merkel fin dal principio. Ma la sorpresa più grande è la battuta d’arresto di Wilders: si ferma al 12,2% ma nel 2009 era al 16,7%. Guadagna comunque rispetto alle politiche dove aveva il 10,1% (normale fenomeno quello del partito di protesta che convince meno quando si tratta di scegliere chi ci governa in casa), ma arriva solo a tre seggi, troppo pochi per cantare vittoria e presentarsi a Bruxelles e Strasburgo con troppe pretese e negoziare con la Le Pen. Pochi anche se si pensa che due eurodeputati li ha presi invece il partito degli animali, due vanno ai Verdi e, a sorpresa, un eurodeputato va anche al neonato partito dei pensionati Plus50 che ha preso il 4,2% dei voti.

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