EDMONDO BERSELLI |
Il perché è chiaro. In ambito squisitamente mono aziendale, "la richiesta di più salario riceverebbe come risposta la richiesta di una contropartita da trattare su altri aspetti del lavoro: più produttività, maggiore flessibilità, migliore utilizzo degli impianti". Insomma invece che il tavolo tanto caro ai grandi sindacati, con Confindustria e il governo, "una contrattazione impegnata a discutere specificamente sugli aspetti CONCRETI del lavoro ".
"Via dunque le gabbie salariali, simbolo di un'intollerabile diseguaglianza su base geografica , avanti col punto unico di contingenza ..ogni contratto si rivela un'occasione per introdurre nell'industria una serie di vincoli che con il miraggio di garantire in realtà mortificano"
"attraverso la cassa integrazione - lo spiegava Giuliano Amato, non esattamente un liberista - si instaura una mutua alleanza impropria fra i presunti sfruttati e i conclamati sfruttatori, scaricando sullo Stato il costo..."
"La legge Prodi e la Cassa integrazione straordinaria insegnarono a imprenditori e sindacati che era inutile farsi la guerra ed era meglio mettersi d'accordo sulla dichiarazione di crisi aziendale. A quel punto operai e fornitori li pagava lo Stato".
"La rinuncia alle differenziazioni salariali in nome dell'estensione della tutela, comincia a prendere i tratti di una straordinaria miopia...Il prezzo di questo scambio non può non essere elevatissimo, perché implica la rinuncia unilaterale a più adeguati e moderni standard di reddito e di benessere. ...quando viene lanciato da Bruno Trentin (Cigl e Fiom) l'infelice slogan "salario variabile indipendente", la classe operaia comincia a entrare in agonia "
" Qualcuno provi a spiegare perché le imprese dovrebbero investire in aree e regioni dove la produttività è rilevabilmente più bassa della media nazionale e il costo del denaro praticamente identico".
La tutela di tipo sindacale nazionale finisce per essere in congelatore dove nulla si muove, specie dal lato della crescita (l'azienda può fallire..).
"La scelta di proteggere la classe operaia anziché di promuovere la qualificazione anche selettiva manifesta a posteriori un oscuro vizio paternalistico , un ossessivo timore verso le differenziazioni e ogni genere di individualità ...era questo il promesso "allargamento della democrazia"? Balle. Era il socialismo di tipo sovietico, tradotto nello stile italiano".
"E' tutto da dimostrare che possa ritenersi socialmente soddisfatto chi trova nella fabbrica un grande ospedale dove si deve permanere per decenni nella condizione dell'ammalato...nel cronicario di classe tutto resta immobile. La tutela contro la perdita dell'impiego al prezzo dell'azzeramento della possibilità di crescita".
"Sotto l'etichetta populistico-moralistica della solidarietà si sono consumati autentici misfatti redistributivi, Come ricordava Sergio Ricossa (economista e accademico dei lincei), l'altruismo è spontaneo ed efficace in piccolo, verso chi conosciamo e incontriamo e i cui bisogni percepiamo chiaramente...la grande società non ha sconfitto la miseria coi San Martino, che donavano metà dei loro mantelli ai poveri di passaggio, ma fabbricando milioni di mantelli interi a costi accessibili a tutti ".
Operai e impiegati pubblici, l'assurda alleanza.
"Com'è noto, oggi una lira di aumento salariale pagata agli operai, alle aziende ne costa quasi tre, a causa degli oneri fiscali e contributivi...forse è meno noto che dall'autunno caldo a oggi nell'industria privata le retribuzioni sono cresciute in maniera assai contenuta e di molto inferiore rispetto a quelle del settore PUBBLICO"
"La corporativizzazione del settore pubblico presenta ormai aspetti patologici e la sfida dei vari Cobas alla finanza pubblica si è tramutata in un vero e proprio ricatto ai cittadini".
Lo sciopero di solidarietà..."si dovrebbe spiegare che genere di solidarietà può esistere fra categorie di due mondi in opposizione : le une, quelle che fanno del lavoro dipendente privato, vincolate al calcolo di compatibilità economica, le altre, quelle dei dipendenti del settore pubblico, sciolte da questo vincolo di economicità e di responsabilità hanno potuto esprimere negli ultimi anni le punte più inquietanti di particolarismo e di egoismo corporativo "
"la scelta dello sciopero generale ha rappresentato una specie di ritorno al passato: il partito del lavoro contro il resto del mondo e di conseguenza alla confusione degli interessi. I motivi della strategia di CGIL CISL e UIL si possono anche comprendere, se non condividere: estendendo e radicalizzando lo scontro magari si ottiene un recupero di rappresentatività, in forte calo". Ma il ritorno all'"uniti si vince" non risolve il problema dell'esistenza, all'interno delle sigle, di mondi economici diversi e in conflitto e dove la classe operaia è quella da tempo più penalizzata.
"Ancora una volta le confederazioni hanno scelto la strada non della coincidenza degli interessi , bensì dell'alleanza di tutti con tutti, compresi i maggiori beneficiari della spensieratezza clientelare-corporativa dell'amministrazione pubblica. ..ci sarebbe da dedicare qualche triste pensiero a un paese che tratta male proprio chi dà consistenza e pesantezza di realtà al benessere generale".
Chi scriveva queste cose nel 1990 (sorprendente l'attualità a distanza di 20 anni)? Un liberista incallito? Un anti sindacalista efferato? Un demo-fascista?
NO.
Edmondo Berselli, compianto ( è morto lo scorso anno) scrittore di saggi, editorialista di Repubblica, amico rimpianto dai suoi amici dell'organo di stampa del PD, quali Ilvo Diamanti che ha curato la prefazione alla raccolta di suoi scritti sul MULINO: "L'Italia nonostante tutto".
Uomo di sinistra , moderato, onesto e non solo intellettualmente (come va di moda dire oggi).
Fulminante la sua battuta posta a presentazione di un altro suo libro "I Sinistrati" ( ma quanti libri di autori di sinistra legge sto liberale di destra, qualcuno l'ha notato si ?!?!)
"Dio se l'Italia deve essere immutabilmente di destra perché mi hai fatto nascere di sinistra?"
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