lunedì 4 novembre 2013

SUL CASO CANCELLIERI E' ARRIVATO IL MOMENTO DI ANDARE "OLTRE", COME DICE BENE IL BUON BARICCO.


Ringrazio Riccardo Cattarini per aver accolto il mio invito a dare una risposta all'articolo di Giuseppe  Caldarola sul caso Cancellieri. Il garbo è quello di sempre e prendo atto del favore espresso da tanti che lo hanno letto. alcuni anche amici comuni.
Personalmente non mi è piaciuta minimamente,
L'amicizia e l'affetto che ormai provo per Riccardo mi hanno indotto a non rispondere subito alla sua nota, confidando che con le ore la vis polemica si sarebbe attenuata, e magari così sarebbe stato se alle sue parole non si fossero aggiunte quelle di altri commenti.
Il problema è che ci sono cose sulle quali il dialogo è inutile, perché le posizioni troppo sideralmente opposte.
Tra queste, c'è questa che vede da una parte le persone che chiedono eticità ai politici o a coloro che esercitano tali funzioni e dall'altra, opposta, chi, come me, si "accontenta" della capacità. 
La cosa curiosa è che questa istanza di eticità la scopro diffusa in una categoria, quella forense, quindi anche la mia ( e non da un giorno...due sabati fa mi hanno dato pure una pergamena per le "nozze d'argento" con l'avvocatura...) che, ammettiamolo, non è famosa da questo punto di vista. Adesso è toccato anche ai magistrati raggiungerci nelle basse classifiche della fiducia e del favore popolare, ma noi lì ci stiamo da sempre, e forse con qualche motivo.
Resta il fatto che stomaci robusti, quali sono quelli di coloro  che fanno gli avvocati, si scoprono sensibili alla scoperta che un potente possa raccomandare i suoi amici...
E questo basta per volerlo dimissionare, ancorché lo si valutasse un ministro capace (per me, ripeto, l'UNICO E SOLO metro di giudizio : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/11/la-disumana-impeccabilita-richiesta.html). Non conta che altre persone coinvolte abbiano dichiarato che l'intervento, la segnalazione di casi sensibili fossero patrimonio del ministro in questione, che non ci sia stata pressione di sorta, che un forcaiolo come Caselli abbia confermato che non ci fu nulla di illecito nell'azione del ministero. Conta che NON si fa. Quindi devo pensare che Riccardo, e altri che lo plaudono, al posto della Cancellieri, avendo il figlio di un amico in carcere, che rischia la vita, avrebbero risposto :"mi dispiace ma il mio ruolo mi impedisce di intervenire, proprio perché siamo amici". 
Non ci credo nemmeno se lo vedo. 
Detto questo, preferisco l'intervento di Massimiliano Annetta, molto più stringato, che si rammarica che si sia seguito il flusso della facila polemica retorica egualitaria (ancora sta storia ???? che siamo tutti uguali di fronte alla legge ? ma un libro di storia ogni tanto, anche solo per curiosità, per variare genere di lettura ???) perdendo l'occasione per puntare l'attenzione sulle pesanti critiche del Ministro, carpite e soprattutto pubblicizzate in modo illecito ma tant'è, ormai chi s'indigna di questo ? , al modus operandi di certi giudici, e al problema incancrenito della custodia cautelare. Invece assisto all'inversione dell'ordine dei problemi : PRIMUS il ministro che cede al vizio italico della raccomandazione ( peccato che io non conosca NESSUNO respirante, ma nemmeno tra i defunti, che non ne abbia fatte o richieste in vita sua) , e POI sì, in effetti, sta custodia cautelare proprio non va bene...
In questo senso anche l'intervento del Maestro Battista, che si richiama al documento dell'UCPI, lo trovo più centrato. 
Ciò posto, sono stato io a sollecitare Riccardo, e quindi l'errore è mio. Confidavo in una riflessione autocritica sull'atteggiamento timido anche dei renziani in materia di giustizia, e invece ho avuto ALTRO.
Pazienza, come dice Baricco, ci sono delle cose sulle quali non basterebbe una vita per convincere una persona del perché secondo te sbaglia. Lui penserà lo stesso di te.
Meglio andare OLTRE, conservando i punti di contatto e superando quelli di contrasto che sono e resteranno insanabili.
Di seguito, come sempre, posto l'intervento integrale del mio amico, che sicuramente piacerà (è piaciuto) agli orfani della "questione morale" di berlingueriana memoria



Caro Stefano, davvero troppa grazia.
Anche se qualcuno ci ascolta, non siamo Massimiliano Annetta ed io, o almeno non solo noi, a dettare la politica della giustizia del Partito Democratico, e neppure quella della sua componente che fa riferimento a Matteo Renzi.
Né intendiamo naturalmente fare gli autonominatisi difensori d’ufficio di Matteo, che tra l’altro si difende benissimo da solo.
Ma siccome tu nel tuo bellissimo post poi, e Peppino Calderola prima, che è come sempre acuto e intelligente, “restate in attesa di cortese riscontro”, eccolo qua, intriso del piacere del dibattito che ci contraddistingue tutti.
Primo: non ci pare che sia il caso di scomodare troppi garantismi per la Ministra Cancellieri: non è accusata di nulla, se non di un macroscopico scivolone politico, e in politica le garanzie sono spesso un di più. In chiaro: per sbattere fuori un tale, sospettato per esempio di corruzione, da un partito, o almeno farlo dimettere da qualche carica, non servono tre gradi di giudizio, basta un sospetto fondato, e quel tale dovrà fare le valigie. Altrimenti una politica intrinsecamente debole e incapace di decisioni autonome dipenderà come sempre dalla magistratura.
Non sappiamo, ora, se la Ministra verrà processata in Tribunale per questo episodio, ma se lo fosse pretenderemmo, lasciaci dire ovviamente, che lo sia con tutte le possibili garanzie previste per chiunque altro.
Politicamente, ci fa invece semplicemente rabbrividire che il Ministro “di tutti” intervenga decisamente a favore di un’indagata a seguito della telefonata di un parente che, strana coincidenza, è pure uno che ha pagato il figlio della ministra più o meno 5 milioni di €uro per un anno di lavoro.
E’ intervenuta anche per altri? Importa poco, anzi nulla. Un Ministro non deve intervenire individualmente a favore di qualcuno, e neppure di tanti, deve governare, e fare in modo che il sistema offra quel minimo di garanzie perché stia in carcere chi debba proprio ineluttabilmente starci, e chi merita di uscire esca, anche se non ha un parente col telefono privato del Ministro. Gli italiani non pretendono da lei umanità, pretendono giustizia e applicazione della legge, possibilmente e fuor di retorica “uguale per tutti”.
Per autorizzarci a dire questo non serve ascoltarla, non solo perché è evidente che una Ministra in carica ha la possibilità di fare in qualsiasi momento e quando vuole a chiunque tutte le dichiarazioni che crede, e non è che Cancellieri non ne abbia fatte, di dichiarazioni, in questi giorni, ma proprio perché il principio è generale e si sostiene da sé, con o senza le sue controdeduzioni.
Tutto qui, proprio in nome del garantismo, che ha nell’eguaglianza – principio palesemente violato dalla Ministra – uno dei suoi assi portanti, e senza, ci pare, mancare di buona educazione.
Notando ancora che, come hanno detto in tanti, il passaggio sulla tristissima vicenda Scalia fatto da Renzi nel suo discorso conclusivo alla Leopolda domenica scorsa è destinato a restare una virata di centottanta gradi nei rapporti tra sinistra e giustizia. Si prova a “cambiare evrso”, davvero!
Dai, hai mai sentito un leader di sinistra, con tutti i limiti del contesto e consapevoli che non è da un comizio che possa uscire un serio progetto di riforma, dire queste cose?
Può andare come “cenno di riscontro”?


Questo invece l'intervento di Massimiliano
 

Sono riuscito a contenermi per qualche ora, ma una riflessione sul caso Cancellieri non riesco davvero piu' a trattenerla. Il ministro ha sbagliato e farebbe bene ad ammetterlo: la telefonata ad personam al DAP e' un grave errore ed e' ridicolo girarci intorno. Ma altrettanto ridicolo e' limitare a questo l'analisi. La vera questione, che ha rilevanza generale, sta nell' abuso della custodia cautelare! La vera responsabilita' politica del Ministro sta nell'essersene apparentemente accorta solo quando questo sistema ha colpito una persona a lei conosciuta! Gli articoli 273, 274 e 275 CPP sono come tutto al mondo perfettibili, ma fin quando non si metterà mano ad una riforma organica, ad iniziare dalla intollerabile concreta esenzione di qualsivoglia responsabilita' di chi chiede, dispone, mantiene una misura cautelare che si riveli poi priva di fondamento sin dall'inizio si faranno solo chiacchiere. E io delle fole ne ho piene le tasche

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