E' umanamente comprensibile il fatto che Lucia Annibali, l'avvocatessa sfregiata dall'acido e che è stata di recente ricevuta anche dal Presidente Napolitano, che l'ha voluta conoscere ed encomiare per il coraggio mostrato in tutta la sua drammatica vicenda, non sopporti le parole di autodifesa del suo ex, Luca Varani .
Però, essendo appunto un'avvocato, sa che quell'uomo ha diritto comunque a difendersi, e quindi se sentire il proprio nome pronunciato da lui la vive come un'offesa insopportabile - ripeto, per i non vedenti, reazione giustificatissima - forse fa male a presenziare al processo.
Da quello che si legge nella cronaca riportata dall'inviata del Corriere a Pesaro, dove si sta concludendo il primo grado del procedimento, l'ex di Lucia ha ammesso di essersi rivolto a terzi per "Punire" la fidanzata che lo aveva lasciato (ti credo, stava con un'altra da cui aspettava un figlio !) , ma nega di aver dato mandato di agire fisicamente contro di lei. L'acido doveva essere usato contro la macchina della donna, non contro il suo volto... Messa così, Fenaroli aveva più speranze (e infatti si beccò l'ergastolo per l'omicidio della moglie, commissionato a Ghiani). L'accusa ha chiesto 20 anni per lui, 18 per i due esecutori albanesi. Tutti si professano innocenti. La versione di Varani l'abbiamo riportata : gli esecutori assoldati sarebbero andati assolutamente oltre le istruzioni ricevute. La versione loro invece qual è ? Che hanno gettato l'acido sulla donna per un errore di mira ?
Tutti i lettori del blog sanno di un mio garantismo perfino noioso, ma qui c'è l'ammissione di molte cose gravi, con spiegazione piuttosto avventurosa di un finale tragico che però si sostiene "non voluto". Debole, molto debole.
Bè, come scrive bene Giacalone, essere garantisti significa pretendere un processo giusto e che non perda di vista la presunzione di non colpevolezza. Ma se poi uno colpevole risulta , che sia punito, anche con giusta severità.
Parla l’ex sotto accusa, Lucia
esce dall’aula: «Basta con le sue bugie»
DALLA NOSTRA INVIATA PESARO — Se n’è andata mentre lui pronunciava il suo nome. «Mi dispiace molto per quello che è successo a Lucia» ha esordito Luca Varani in aula chiedendo al giudice di poter fare dichiarazioni spontanee. Lei ha preso il suo iPhone, le cuffiette ed è andata nella stanza accanto, quella per l’attesa dei testimoni. «Sentire il mio nome pronunciato da lui è per me un’offesa. Ho già sentito troppe bugie, non riesco a tollerarne altre» ha detto a Francesco Coli, il suo avvocato. E mentre il suo ex parlava ha preferito ascoltare musica. È cominciata così la nuova udienza sul caso di Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro aggredita e sfigurata con l’acido la sera del 16 aprile dell’anno scorso. Per la Procura Luca Varani, avvocato con il quale lei aveva avuto una relazione, è stato il mandante di quell’agguat, e i due albanesi Altistin Precetaj e Rubin Talaban sono stati gli esecutori materiali. Nella sua requisitoria il pubblico ministero Monica Garulli aveva chiesto vent'anni di carcere per Varani e 18 per ciascuno dei due albanesi. Ieri, invece, la parola toccava alle difese. E sia gli avvocati di Varani (Roberto Brunelli e Francesco Maisano) sia i legali di Talaban (Gianluca Sposito) e di Precetaj (Umberto Levi) hanno chiesto assoluzioni. «Mi sento responsabile di quello che è accaduto» ha detto l’ex di Lucia in aula. Ma la sua non era un’ammissione per quel che è successo a lei, piuttosto la conferma di ciò che aveva detto nel suo ultimo interrogatorio: e cioè che con l’acido voleva danneggiare la sua auto nuova, non lei. E che lui con l’aggressione non ha nulla a che vedere. Quindi quel «mi sento responsabile» di ieri era perché, come dicono i suoi difensori, «il dominio dell’operazione è sfuggito alle sue previsioni» e a lui «dispiace di aver innescato tutto senza volerlo». «È da tempo che volevo chiedere scusa a Lucia — ha spiegato —. Ma quello che avrei detto sarebbe stato comunque strumentalizzato. Anch’io ho tante persone vicine a me che soffrono, ho una bambina di cinque mesi». E ancora: «Ho sbagliato per quello che volevo fare (all’auto, ndr ) ma oggi giudicatemi per quello che ho fatto, non come simbolo di una cosa così negativa». Il giudice Maurizio Di Palma ha fissato una nuova udienza per sabato 29 marzo. Ascolterà le repliche del pubblico ministero e, se non saranno necessari nuovi rinvii, entrerà in camera di consiglio per decidere il verdetto. Lucia ci sarà, come sempre.
Giusi Fasano
CATALDO INTRIERI
RispondiEliminaLa vicenda della giovane collega di Pesaro e' cosi' efferata da far vacillare anche l'inossidabile garantismo di Stefano Turchetti . In casi come questi, per riflesso condizionato, penso alla solitudine estrema di un difensore , alle sue paure, al peso di dare il senso di un diritto che e' xtutti.
GIORGIO BORTOLOTTO
RispondiEliminaÈ così efferata da imporre la domanda se veramente fosse voluta.e ciò non solo per valutare dolo e colpa,ma anche per chiedersi se la malvagità possa spingersi fino a quel punto.certo che l'attuale tendenza a vedere il processo penale come anzitutto tutela della persona offesa rischia di far dimenticare che tutti i protagonisti del processo sono persone.
CATALDO
RispondiElimina" ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati" ( B. Brecht)
FRANCESCO ANTONIO MAISANO
RispondiEliminaRingrazio Cataldo e tutti. Siete affettuosi. D'altra parte ,a volte,questo siamo, cirenei che portano la croce degli altri. E a volte,come nel mio caso, si entra in un processo già istruito. Non di meno sarò sempre consorte del mio codifensore che ha improntato la fase delle indagini. Com'è giusto che sia.
DOMENICO BATTISTA
RispondiEliminaNon condivido quanto scritto dall'amico Stefano Turchetti , che tira in ballo , fuor di luogo, il "garantismo". Il processo è il processo , caro Stefano , e le parti hanno il diritto alla prova, che comprende anche le dichiarazioni dell'imputato. E' il giudice (auspicabilmente terzo) a dovere stabilire responsabilità, attenuanti ed aggravanti, qualificazioni giuridiche , misura della sanzione o, in alternativa, assoluzione.
GIOVANNI PAGLIARULO
RispondiEliminaIn effetti si confonde sovente il garantismo con l'innocentismo...
CATALDO
EliminaInfatti giovanni noi difendiamo i diritti ANCHE di chi ha torto e forse soprattutto
Intanto ringrazio l'amico Cataldo che ha ha dato spazio al post del blog. Nel merito, breve osservazioni : 1) lungi da me il benché minimo biasimo all'attività del difensore, anche laddove, come forse in questo caso, abbia per le mani un processo"impopolare" 2) tantomeno ho disconosciuto il diritto di Varani di parlare, anzi, ho sostenuto che semmai era Lucia Annibali ad aver sbagliato a sottoporsi alla grande tensione di un processo del genere, partecipando a tutte le udienze 3) ho ribadito, come pure ha fatto qualche collega nei commenti, che il garantismo non va confuso con l'innocentismo, e quindi da parte nostra ci dovrebbe essere l'accettazione che, una volta assicurato all'imputato un processo svolto secondo le regole, di ogni tipo, poi può arrivare una condanna, anche dura, se la verità, sempre processuale, abbia portato ad un verdetto di colpevolezza. Ciò posto, SE , come si legge nell'articolo della Fasano, la difesa del Varani si fonda essenzialmente sulla tesi che l'acido doveva essere usato contro l'auto e non contro la donna, ho l'impressione, ed è quello che ho scritto, che la strada sia una salita impervia. Tutto qui. Come ben ricorda Cataldo, sul mio garantismo testimoniano qualche centinaio di post del blog, che, lo dico con orgoglio, qui ha ormai diversi, cari amici.
RispondiEliminaCATALDO
EliminaInfatti ti ho definito insossidabile , lubrificato di garantismo
FRANCESCO A. MAISANO
RispondiEliminaChe ne sa ,la Fasano ,di un processo di 30 faldoni?
Che la cronaca giudiziaria sia fatta male, è un'altra cosa ripetuta spesso, quei classici luoghi comuni solo perché verità dette troppe volte. Premesso questo, il Corriere della Sera, pure in forte perdita di lettori, ha comunque circa 450.000 lettori giornalieri di media, e la "nera" è tra gli argomenti che tirano. Quello che NON sa la FAsano ( non ho difficoltà ad essere d'accordo con Francesco), è quello che SANNO gli italiani. Se è sbagliato, forse è il caso di provare a dirlo, oggi che con la rete provare si può.
EliminaFRANCESCO A. MAISANO
EliminaStefano, non è il momento. Abbiamo appena finito le arringhe difensive, tra 15 gg repliche e contro replliche "senza rete" ma quando finirà il,primo grado non avrò problemi a mandarti la mia memoria finale. Potrai riscontrare da solo che la Procura ha "velinato" per mesi una visione dei fatti molto parziale e ,a tratti, anche falsa (!) . Evidentemente la sig.ra Fasano (alla quale ho contestato queste cose a quattr'occhi lunedi) è fruitrice privilegiata di questa diffusione. Ma,ripeto, per rispetto nei confronti di un giudice che sta già lavorando ad una decisione complessa, io divulgherò il divulgabile solo dopo la. sentenza. Questione di stile.
Bene, allora attenderò.
Eliminatentativo assurdo di difesa, per 2 banalissimi motivi:
RispondiElimina- se era destinato all'auto poteva farlo benissimo da solo senza pagare 30.000 euro
- ha pagato 30.000 per rovinare un'AUTO!!! una tariffa un po' elevata (anche i soli 5000 di anticipo...) non e' che io abbia un tariffario pero' un minimo di buon senso...2 persone poi per un auto??
E' brutto da dire, ma il difensore dovrebbe avere una moralità più alta dell'imputato e far emergere sempre e solo la verità a beneficio della legge. Purtroppo la legge deve difendere anche i colpevoli e pertanto la nostra giustizia travalica dal vero al verosimile passando per la pura interpretazione parziale a favore di chi paga il conto. Ci vuole molto coraggio a difendere un collega che palesemente si è comportato da miserabile. Spero che in carcere trovi il tempo per riflettere e per tagliarsi gli attributi anche fisicamente, dopo averli persi metaforicamente quel brutto giorno in cui ha deciso di perdere la sua umanità per far del male a un'altra persona.
RispondiEliminaDa perfetta profana non invidio chi deve difendere certi soggetti che stento a definire umani. OK garantiamo un processo equo basato su prove ma non arrampicatevi sugli specchi...il dolore che ha dovuto patire questa donna non ce lo dimentichiamo e soprattutto nessuno ha il diritto di dire che ha sbagliato a presenziare durante il processo, provo orrore per chi le ha fatto così tanto male. Da donna e da essere umano.
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