lunedì 26 maggio 2014

IN EUROPA 1 CITTADINO SU 10 D'ACCORDO CON LA MERKEL. PENSATE SE NE TERRA' CONTO ?


Vogliamo parlare anche d'Europa, visto che in teoria per questo si votava ? Dunque vediamo cosa abbiamo.
Astensione del 57%, vi sembra poco? A me no. Però gli eurottimisti ad ogni costo si consolano perché non si è superato il dato distruttivo del 2009 (il peggiore nella storia di queste consultazioni) anzi, c'è forse  uno 0,% in più, e poi poteva andare molto peggio !
Riconsolate con l'aglietto diciamo noi a Roma...
Nel 2009 i cittadini europei, delusi da questa Europa, potevano praticamente manifestare tale scontento solo col non voto, che l'euroscetticismo era bestemmia e pochi lo sbandieravano. Stavolta è stato diverso, e se la percentuale non è tracollata è perché alle urne molti contrari all'attuale Europa a votare ci sono andati, ma per dare il voto alla Le Pen, a Farage - che nei loro paesi, non piccoli, sono arrivati PRIMI, terremotando, specie in Francia, gli equilibri interni - e, in Italia, a Grillo, a Salvini, alla Meloni, che insieme hanno comunque totalizzato quasi il 32% dei voti, un italiano su tre, senza contare che quelli di TSIPRAS sono eurocritci durissimi e non è che quelli di Forza Italia siano ascrivibili agli euroentusiasti.
Quindi, in quel 40% di votanti, ci stanno un quarto decisamente ostili all'attuale assetto europeo, e dei restanti 3/4 lo status quo, l'austerità di Germania e paesi nordici è avallato da una minoranza. In fondo, solo quelli del PPE possono essere verosimilmente considerati favorevoli all'attuale establismenth ( e non tutti, che in quel gruppo confluiscono ancora FI e NCD che sono decisamente contrari al regime di austerity), disponibili a correttivi solo teorici, e raggiungono il 28% dei voti espressi. Quindi, a tutto voler concedere, la Merkel e i suoi alleati hanno il favore di circa UN europeo su 10.
In democrazia questo significherebbe gli eurobond domattina, tanto per fare un esempio, ma così non sarà, perché a tuttoggi l'Europa NON è una democrazia. 
L'ambasciatore Romano aveva pena per coloro che non sarebbero andati a votare, però bisognerebbe, per motivare gli elettori, che a quel voto corrispondesse una valenza effettiva, e se negli stati nazionali questa è molto relativa in Europa oggi è pari a zero. 
Guardando poi agli schieramenti, il Partito socialista europeo guadagna rispetto al 2009 (poco) ma nessuno sembra ricordare che allora il PD NON confluiva in questo schieramento ( i Democratici di Veltroni volevano essere cosa "nuova e diversa" ) e il bottino portato da Renzi è assai corposo. 
Si parla di grosse koalition anche europea, con PPE e PSE a formare la maggioranza...ma per fare cosa ? Ah, a ricordare quanto ci importa in realtà dell'Europa, segnalo la difficoltà di trovare articoli decenti sull'aspetto non nazionale del voto. Sono dovuto ricorrere a Internet e Wikipedia per poter fare un confronto con il 2009. 
Dunque allora avevamo il PPE con 265 (oggi dovrebbe averne 213) deputati, il PSE con 184 (oggi 190), i Liberali di ALDE 84 (oggi 64), i Conservatori 54 (oggi 46), Verdi e Ambientalisti 55 (oggi 53), Sinistra radicale e comunista 35  (oggi 42), Indipendenti 27 ( 63 ma bisogna vedere se per esempio Le Pen, Lega ed altri non formino un gruppo). A vederla così, non cambiamenti epocali, ma in realtà sono le parole d'ordine dei vari gruppi ad essere cambiate, come abbiamo visto, e gli euroscetitci espliciti sono passati da un'ottantina (tra duri e moderati) a oltre un centinaio, il gruppo che sicuramente si è ingrandito di più, per quanto disomogeneo.
Il problema è che la minoranza conservatrice costituita dal PPE "germanofono " finisca comunque per pravalere nella sua strategia di appeseament, confidando nella inconciliabile posizione dei due blocchi che invece vorrebbero cambiare l'assetto europeo, ma con idee OPPOSTE. 
Resta però il dato iniziale : QUESTA Europa non la vogliono 1 europeo su 10, e quindi così non può restare. 







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