Non ci puoi credere, nemmeno quando leggi che ha confessato. Non ci VUOI credere, perché è troppo orribile la testimonianza che ritorna della "banalità del male" , capace di celarsi in persone dall'apparenza normali, con vita e condotte come quelle di tutti.
Parlo dell'incredibile e drammatica vicenda di Carlo Lissi, l'uomo che ha ucciso la moglie e i due figli (5 anni la più grande, 20 mesi il piccolo), con la motivazione che voleva sentirsi libero per inseguire il suo sogno di conquistare un'altra donna, di cui si era innamorato e che non lo corrispondeva.
Chissà, magari ora che ha acquistato il fascino del mostro, avrà più chance...
In casi come questi, è quel po' di umanità che hai dentro che dovrebbe aggrapparsi alla speranza che quell'uomo sia riconosciuto folle, più che iniziare a invocare l'ergastolo, solo perché la pena di morte da un po' non è più di moda. Perché non si può pensare che un padre (lasciamo perdere il marito) arrivi ad uccidere i suoi figli, piccolissimi per di più (si dice che è la natura e rendere i "cuccioli" così carini : per tutelarli infondendo tenerezza o almeno pietà...mi sa che non vale sempre), per nessun motivo, figuriamoci perché si era "innamorato di un'altra donna".
Non parliamo del particolare agghiacciante, se confermato (sempre prendere con le molle la cronaca, specie giudiziaria), il particolare dell'uccisione della moglie DOPO aver avuto un rapporto intimo con la stessa.
Se questo è un uomo, si domandava Primo Levi.
Di seguito la notizia della confessione come riportato da La Stampa
Ammazza moglie e figli a coltellate
poi va a vedere la partita dell’Italia
“Mi ero innamorato di un’altra donna”
Strage a Motta Visconti, Carlo Lissi crolla dopo una notte sotto torchio:
«Voglio il massimo della pena». Gli inquirenti: «Ha agito con freddezza
e ferocia». All’origine del delitto l’amore non corrisposto per una collega.
«Voglio il massimo della pena». Gli inquirenti: «Ha agito con freddezza
e ferocia». All’origine del delitto l’amore non corrisposto per una collega.
ANSA
La villetta di via Ungaretti, a Motta Visconti
inviato a motta visconti (pv)
Quando ha visto che tutte le sue bugie non avevano più senso verso le 4 del mattino Carlo Lissi è crollato: si è preso la testa fra le mani e nel silenzio gelido calato nella stanza degli interrogatori nella caserma dei carabinieri di Abbiate Grasso ha mormorato: «Voglio il massimo della pena». Poi è diventato un fiume in piena e ha raccontato in ogni dettaglio la notte dell’orrore, in cui per la malsana passione verso un’altra donna ha sterminato la sua famiglia. Sua moglie Cristina Omes, 38 anni, i suoi due bambini Giulia e Gabriele, di 5 anni e 20 mesi.
Carlo Lissi ha agito con freddezza e niente fino all’altra sera aveva fatto presagire le sue intenzioni che i carabinieri del nucleo investigativo di Milano e il procuratore di Pavia Gustavo Cioppa giudicano «premeditate».
La partita dell’Italia era infatti, data l’ora, un’occasione irripetibile per uscire di casa e crearsi un’alibi e fingere al suo ritorno la scoperta di una strage per rapina. L’altra sera, verso le 23, dopo aver sistemato i bambini a letto ed aver avuto un rapporto intimo con sua moglie, Lissi è andato in cucina, ha preso un coltello e mentre la donna stava guardando la televisione l’ha colpita alle spalle. Lei, incredula per la sua improvvisa ferocia, prima di morire gli ha chiesto: «perchè». Ma lui non le ha risposto e l’ha colpita con un pugno. Poi è salito nella stanza dei bambini. Prima ha tagliato la gola alla piccola Giulia, poi è andato nella camera matrimoniale e ha finito anche Gabriele.
Quindi verso le 23,30 è uscito dalla sua villetta in via Ungaretti a Motta Visconti ed è andato a raggiungere gli amici in un bar per vedere la partita dell’Italia. Lungo la strada ha gettato in un tombino il coltello che aveva usato per la strage. Una strage determinata dal fatto di voler eliminare la famiglia per sentirsi più libero e poter conquistare così il cuore di una collega di cui si era invaghito e che non lo corrispondeva. Un disgraziato. Avrà ciò che ha chiesto, il massimo della pena.
non riesco a dire cio' che penso di questo degenerato delinquente. E poi dite "nessuno tocchi Caino" e chi lo tocca questo schifoso lo impicchi a testa in giù e poi..............
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