I giornalisti si sforzano, con alterno successo, di aggiungere la parola "presunto" a quella di "assassino" , riferendosi a Massimo Giuseppe Bossetti, il cui DNA lo avrebbe incastrato come omicida della giovane Yara.
Alfano no, lui è certo e dà trionfante l'annuncio : abbiamo arrestato l'assassino.
E ancora una volta l'articolo 27 della Costituzione finisce nello sciacquone, per opera stavolta di un ministro. Che poi, alla fine, avrà anche ragione, anzi, magari Bossetti nelle prossime ore confessa, come quel folle di Carlo Lissi (uccisore di moglie e due figli piccoli, pe rpoi andarsene a vedere la partita della nazionale al bar...) e quindi il caso irrisolto da oltre 3 anni e mezzo trova la sua soluzione.
Però non dobbiamo smettere di pretendere che l'informazione e i protagonisti dell'amministrazione della Giustizia (forze dell'ordine, i magistrati) si attengano a questa prudenza che è una forma di civiltà : nessun processo, nessuna condanna, nessun colpevole certo.
Mai come in questo caso, la forma è sostanza.
Quanto alla notizia, così come la potete leggere anche voi sul Corriere della Sera, la Sarzanini e il collega Ubbiali insistono tanto sul fatto che il fermato e pià che sospettato sia figlio illegittimo di tale Giuseppe Guarinoni. Domanda : che ci azzecca ?
Fermato il presunto assassino di Yara
40enne del luogo, incastrato dal dna
Individuato dal Ros l’autore dell’omicidio della ragazzina, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere dopo 3 mesi. Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti
E’ stato fermato il presunto assassino di Yara Gambirasio,
la ragazzina di 13 anni di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010
e il cui cadavere era stato ritrovato tre mesi più tardi, il 26
febbraio 2011, in un campo di Chignolo d’Isola.
I carabinieri del Ros hanno individuato una persona il cui dna corrisponderebbe a quello trovato sugli slip della ragazzina. Si tratta di Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore incensurato originario di Clusone, in Val Seriana, e residente a Mapello, in Val Brembana. Nei confronti dell’uomo è stato emesso già un provvedimento di custodia e in queste ore si trova rinchiuso in una caserma dei carabinieri. Si tratterebbe, come peraltro già ipotizzato in passato, del figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno, morto nel 1999 all’età di 61 anni.
I carabinieri del Ros hanno individuato una persona il cui dna corrisponderebbe a quello trovato sugli slip della ragazzina. Si tratta di Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore incensurato originario di Clusone, in Val Seriana, e residente a Mapello, in Val Brembana. Nei confronti dell’uomo è stato emesso già un provvedimento di custodia e in queste ore si trova rinchiuso in una caserma dei carabinieri. Si tratterebbe, come peraltro già ipotizzato in passato, del figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno, morto nel 1999 all’età di 61 anni.
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Il presunto assassino di Yara
La conferma di Alfano
La notizia del fermo, anticipata dal Corriere,
è stata poi confermata anche dal ministro dell’Interno, Angelino
Alfano: «Le Forze dell’Ordine, d’intesa con la Magistratura, hanno
individuato l’assassino di Yara Gambirasio». Alfano non ha usato forme
dubitative e ha spiegato che «secondo quanto rilevato dal profilo
genetico in possesso degli inquirenti, è una persona del luogo, dunque
della provincia di Bergamo». Successivamente gli inquirenti hanno
diramato il nome esteso dell’uomo, che avrebbe 44 anni, sarebbe sposato e
avrebbe tre figli. Anche sua madre, 65 anni, sarebbe residente in Val
Seriana. Non sarebbe un caso che il presunto killer si chiami anche
Giuseppe, proprio come l’uomo che lo avrebbe concepito senza poi
riconoscerlo. A lui si è arrivati dopo che gli inquirenti hanno
individuato la madre - che con Guerinoni aveva avuto una relazione -
dopo un lungo lavoro di analisi sul dna di 18 mila soggetti. Uno
screening genetico su vasta scala, che ha coinvolto tutte le persone
che avrebbero potuto avere un ruolo o che semplicemente si erano trovate
a passare nelle vicinanze dei luoghi della scomparsa e del ritrovamento.
«L’Italia è un Paese dove chi uccide e chi delinque viene arrestato e
finisce in galera - ha confermato il ministro -. Può passare del tempo o
può finirci subito. Ma questo è il destino che attende i criminali».
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