Curioso...per oltre un anno Napolitano s'è sbracciato per far abrogare il Porcellum e approvare una nuova legge elettorale. In quest'anno, più volte sono state citate le pronunce della Corte Costituzionale che avevano espresso "sospetto" per la mancanza di una soglia minima per accedere al premio di maggioranza.
Nulla. Sordi e muti. Del resto la porcata di Calderoli stavolta non dispiaceva ai suoi principali detrattori : i compagni del PD. E tutto sommato Berlusconi continuava a preferirla ad altre soluzioni , reputate peggiori . In fondo , con quei sondaggi che giravano, ragionava il Cavaliere, la Camera era persa comunque, meglio vedere se , col porcello, al Senato riusciva a sparigliare. Ha avuto ragione lui, come spesso gli accade nelle partite elettorali nazionali, dove l'appello antisinistra, storicamente, ha maggior seguito.
Bersani e i suoi sono invece rimasti bruciati...pur di vincere da soli, senza contaminazioni stavolta, condottieri spuri, gente non abbastanza di sinistra, si sono tenuti il Porcellum che anche con meno del 35% dei voti gli avrebbe consegnato la maggioranza blindata della Camera. Ne hanno presi il 25 scarso (con Sel e PSI, il 29 e qualcosa) , ma , sia pure per un soffio, lo 0,3% !!, ce l'hanno fatta. Ma al Senato le cose sono andate nel modo peggiore in assoluto, con non solo loro non autosufficienti, e questo un po' nel calcolo ce l'avevano messo, pur sperando in un effetto Ambrosoli in Lombardia e Crocetta in Sicilia ( e invece hanno perso, e nettamente, in entrambe le regioni). Però c'era Monti e il suo centro riformatore pronto alla bisogna !
E invece no, Monti è andato maluccio, e i grillini sono andati troppo bene.
Risultato, il Porcellum è tornato ad essere un porco nemico. Specie adesso poi coi sondaggi che hanno riportato il PDL in cima alle intenzioni di voto e il centro destra vincitore pronosticato di eventuali elezioni anticipate.
Bene, ORA che il porcellum è tornato in disgrazia sulla riva gauche, la Cassazione ne dichiara la sospetta incostituzionalità e rimette la questione alla Corte competente per una pronuncia definitiva.
Vabbé, non scivoliamo nel complottismo e diciamo : meglio tardi che mai.
Per mesi sul Camerlengo ho polemizzato con un Bersani, falso come il peccato che improvvisamente aveva scoperto che il Porcellum sì, era fatto male, ma che la cosa più importante era la "governabilità" (vale a dire, anche se sono solo il meno piccolo, è sufficiente perché governi IO ). Ma Napolitano, la Corte Costituzionale ? Si, vabbé, hanno ragione ma i tempi oramai erano stretti, tanto valeva, la nuova legge si sarebbe fatta DOPO, con loro vincitori.
Un bello spettacolo.
Adesso la tentazione di dire no, il porcellum non si tocca fino al prossimo giro, verrebbe. Ma siccome non siamo politici di professione, queste piroette non siamo capaci di farle.
E quindi quel premio di maggioranza va abolito, così com'è. E anche la scelta dei parlamentari è bene che torni, Certo, offre il destro a brutte cose (compravendita di voti, il mercato delle preferenze), ma meglio delle liste dei nominati . E poi, mi piacerebbe vedere i grillini alla prova delle preferenze VERE, e non delle parlamentarie sul web, dove diventi onorevole perché t'hanno votato in 50....
Detto questo, e tornando alla pronuncia della Cassazione, non appare del tutto convincente il secondo profilo di sospetta illegittimità costituzionale che la Suprema Corte avrebbe sollevato.
Del premio di maggioranza dal punto di vista della lesione del principio di "rappresentanza democratica" , e quindi di una alterazione della corrispondenza tra adeguato consenso popolare e responsabilità di governo, abbiamo detto e ci sta.
La Corte mostra però di dolersi principalmente di un'altra conseguenza implicita nel premio di maggioranza (che non è tra quelli segnalati a suo tempo dalla Consulta ...) , e cioè il favorire la formazione di coalizioni finalizzate solo a conseguire la vittoria elettorale, con poi la possibilità dell' ognun per sé successivo.
Vero, ed è accaduto. Ma questo francamente non vedo come si potrebbe risolverlo, visto che, come or ora ha scoperto anche Grillo, esiste un art. 67 della Costituzione che stabilisce come il parlamentare eletto NON ha vincoli di mandato . Se vale per i singoli, vale pure per i gruppi e per i partiti. E quindi NESSUNA legge elettorale potrà mai superare questo rischio, perché se lo facesse, quella sì sarebbe sicuramente incostituzionale, vigente l'articolo sopra citato.
Come hanno suggerito altri saggi....non è che per legge si possono risolvere tutti i problemi...e se noi non riusciamo ad avere formazioni politiche omogenee, portatrici di programmi apprezzati e votati dalla maggioranza degli elettori - magari per colpa anche di questi ultimi, incapaci di realistiche sintesi - non c'è legge elettorale che potrà superare questo scoglio che si traduce nella non governabilità.
Un illustre, recente, scomparso era solito dire : gli italiani non possono essere governati, solo amministrati.
Era oltretutto più ottimista di un suo predecessore, che in modo più tranchant aveva sentenziato che governarci non era difficile, bensì inutile.
Ecco comunque la notizia riportata dal Corriere on line
La sentenza - ora dovrà pronunciarsi la consulta
«Porcellum», la Cassazione boccia
il premio di maggioranza
Sono «rilevanti» le «questioni di legittimità» sollevate
sulla legge elettorale: «Altera gli equilibri istituzionali»
La Cassazione ha dichiarato «rilevanti», in relazione alla
Costituzione e alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, «le
questioni di legittimità» sollevate sul cosiddetto «Porcellum». A dirlo
una sentenza depositata venerdì con cui la Cassazione ha anche disposto
l'immediata trasmissione degli atti alla Consulta.
IL RICORSO - La Cassazione ha dichiarato «rilevante e non manifestamente infondata», si legge nell'ordinanza interlocutoria, «la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato Aldo Bozzi per cui dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale». In particolare, la I sezione penale di Roma, accogliendo il ricorso di 27 ricorrenti che hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità del «porcellum», dice a chiare lettere che «è dubbio che l'opzione seguita dal legislatore costituisca il risultato di un bilanciamento ragionevole e costituzionalmente accettabile tra i diversi valori in gioco».
ALTERAZIONE DEGLI EQUILIBRI ISTITUZIONALI - In particolare la Suprema corte (sentenza 12060) bacchetta il premio di maggioranza: «Si tratta - si legge nella sentenza - di un meccanismo premiale che, da un lato, incentivando (mediante una complessa modulazione delle soglie di accesso alle due Camere) il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l'esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o i partiti che ne facevano parte ne escano (con l'ulteriore conseguenza che l'attribuzione del premio, se era servita a favorire la formazione di un governo all'inizio della legislatura, potrebbe invece ostacolarla con riferimento ai governi successivi basati su coalizioni diverse); dall'altro - scrive ancora la Suprema corte - esso provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l'altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura». Da qui la sua manifesta «irragionevolezza» in base all'art. 3 della Costituzione nonché la lesione «dei principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica».
IL RICORSO - La Cassazione ha dichiarato «rilevante e non manifestamente infondata», si legge nell'ordinanza interlocutoria, «la questione di legittimità costituzionale sollevata dall'avvocato Aldo Bozzi per cui dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale». In particolare, la I sezione penale di Roma, accogliendo il ricorso di 27 ricorrenti che hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità del «porcellum», dice a chiare lettere che «è dubbio che l'opzione seguita dal legislatore costituisca il risultato di un bilanciamento ragionevole e costituzionalmente accettabile tra i diversi valori in gioco».
ALTERAZIONE DEGLI EQUILIBRI ISTITUZIONALI - In particolare la Suprema corte (sentenza 12060) bacchetta il premio di maggioranza: «Si tratta - si legge nella sentenza - di un meccanismo premiale che, da un lato, incentivando (mediante una complessa modulazione delle soglie di accesso alle due Camere) il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l'esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o i partiti che ne facevano parte ne escano (con l'ulteriore conseguenza che l'attribuzione del premio, se era servita a favorire la formazione di un governo all'inizio della legislatura, potrebbe invece ostacolarla con riferimento ai governi successivi basati su coalizioni diverse); dall'altro - scrive ancora la Suprema corte - esso provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l'altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura». Da qui la sua manifesta «irragionevolezza» in base all'art. 3 della Costituzione nonché la lesione «dei principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica».
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