sabato 31 maggio 2014

E ALFANO BUSSO' : SI TORNA INSIEME ?


Giornata di interviste - genere che a me piace del giornalismo, che preferisco sentire le parole dirette dei protagonisti che i resoconti rivisitati - oggi sulla stampa, e dopo Renzi ecco Alfano il quale parla apertamente della necessità di ricompattare il centro destra, avendo compreso che , restando così le cose, non solo Renzi vincerà per i prossimi 10 anni ma se li mangerà tutti (come intanto ha fatto con Scelta Civica, letteralmente azzerata....manco i Finiani di Futuro e Libertà avevano fatto una fine simile nel 2013, e sì che andarono malissimo ). 
Saranno anche i malumori interni, già presenti per l'evidente irrilevanza del NCD nelle scelte del governo e figuriamoci ora, dopo il trionfo elettorale di Renzi, la riprova che se è vero che ci sono sempre più elettori che si staccano da Berlusconi, questi al momento non confluiscono nell'alternativa Alfaniana e nemmeno ancora cedono alla fascinazione renziana : si astengono. Sono 22 milioni di voti, quasi il doppio di quelli che hanno sancito la vittoria dell'ex sindaco, e la gran parte sono elettori che si rifiutano di votare a sinistra, in qualunque modo questa si coniughi. Certo, se governerà bene Renzi scongelerà qeull'elettorato che giustamente lo premierà. Ma cambiali in bianco non gliene ha firmate. 
 Allora Alfanino , che ha capito che ben difficilmente sarà lui e i suoi giovanotti a costituitre da solo un'alternativa valida (ma probabilmente non l'ha mai pensato) ragiona pacatamente del rassemblement di centro destra.

 

 “Una coalizione popolare con Berlusconi e la Lega”
Il leader Ncd: “Ma Forza Italia non vada a rimorchio della Le Pen”

 

Che cosa le fa venire in mente, onorevole Alfano, questa corrispondenza di amorosi sensi tra Forza Italia e la Lega?
«La contraddizione parla da sé: un partito membro del Ppe che si precipita a cercare accordi con la variante italiana del lepenismo. Penso alle enormi praterie che si aprirebbero per il Nuovo centrodestra, se fossi così cinico da volerne approfittare».
Sia sincero, una tentazione ci sarebbe...
«Sì, ma con la stessa franchezza le dico: anziché sfruttare questa occasione è più serio fare il bene del Paese».
E l’interesse collettivo dove sta?
«In una scelta diversa. Occorre costruire uno schieramento in grado, la prossima volta, di sfidare la più grande forza del socialismo europeo».
Un fronte dei moderati?
«Una coalizione popolare italiana che li rimetta in gioco. Ma che non sia una somma di sigle e abbia un programma».
Vede un precedente storico capace di rendere l’idea?
«La Coalicion Popular della Spagna post-franchista. Quando il centrodestra era spezzettato in una decina di soggetti politici, ciascuno a forte impronta leaderistica, si mise in moto un processo, oggi lo chiameremmo un cantiere, che portò nel 1976 all’Alleanza popolare e tre anni dopo alla Coalizione democratica da cui prese origine il Partito popolare».
Ci faccia capire: come mai lei tende la mano ai concorrenti del centrodestra e propone, un domani, di rimettervi insieme?
«Perché sono rimasto molto colpito dal discorso di Renzi alla direzione Pd. Lui ha perfettamente compreso che, se vuole consolidare il 41 per cento, deve cambiare prospettiva e assorbire al proprio interno un centro, una destra e una sinistra, dai liberali di Scelta civica a una porzione di Sel. Non a caso ha parlato di un partito della nazione».
Cosa c’è di strano?
«Nazione è concetto di destra. Mai un leader della sinistra si era avventurato così in là».
Scusi, ma allora perché non vi unite anche voi a quel partito della nazione?
«Perché, come dice il nome, Ncd lavora a un’altra prospettiva. Ed è la ragione per cui sarebbe utile che Forza Italia non facesse scelte lepeniste».
E se invece non le dessero retta, anzi accentuassero le scelte estremiste?
«Molti moderati in fuga potrebbero fermarsi da noi. Altri invece verrebbero risucchiati da Renzi, e la sfida con il Pd verrebbe persa in partenza».
Con la Lega siete stati alleati per vent’anni, ci avete governato insieme quando Bossi evocava i fucili... Com’è che adesso avete delle riserve?
«Non sfuggirà, spero, una differenza. Bossi aveva a che fare con Forza Italia al 29 per cento nel 2001 più An al 13, e con il Pdl al 39 per cento nel 2008. Guidavamo noi. Adesso la debolezza di Forza Italia è tale che rischia di trasformare la Lega nell’autista».
Non la volete a bordo?
«Il ragionamento è opposto: bisogna rimettere in gioco tutti. Compresi quanti, dentro Scelta civica, non desiderano aderire al Pd. Comprese le aree, dall’Udc ai Popolari per l’Italia, con cui abbiamo condiviso la battaglia europea».
Perché mai Berlusconi dovrebbe cambiare strategia?
«E’ uomo pragmatico. Credo che non sarebbe nel suo interesse ostacolare questa evoluzione».
Si riparla di primarie del centrodestra: lei è pronto a cimentarsi?
«Prima deve nascere una coalizione. Se e quando nascerà, è evidente che il candidato premier non potrà essere sorteggiato. Tantomeno uno potrà decidere per tutti».
Qualche super-falco dirà: dopo le elezioni Angelino viene a Canossa...
«Nemmeno per sogno. È esattamente il rovescio. Dal momento che abbiamo varcato con le nostre gambe la soglia del Parlamento europeo, siamo nella condizione di indicare una prospettiva comune».
Voi al governo, Forza Italia all’opposizione: Renzi deve preoccuparsi per la tenuta del governo?
«Non casco in questo giochino. Nessuno deve rinnegare niente. Noi continuiamo a pensare che a ottobre sarebbe stato un disastro precipitare l’Italia nella crisi, e nel governo vogliamo affermare la nostra identità rilanciando su riforme come mercato del lavoro e giustizia, lotta alla burocrazia e alle tasse. Ma non chiediamo a Forza Italia di rinnegare la propria scelta di andare all’opposizione, e nemmeno quella di partecipare alle riforme. Ovviamente, pretendiamo il reciproco».
Perché non ne parla direttamente con Berlusconi?
«Perché in questa fase è bene privilegiare il confronto pubblico delle idee. Nel frattempo, magari, una moratoria degli insulti personali da parte dei giornali di famiglia sarebbe di qualche aiuto».
Negli ultimi mesi sono circolati molti veleni. Si sente nello stato d’animo giusto per provare a ricostruire sulle macerie del centrodestra?
«Certamente ho l’animo sereno, io...».

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