martedì 2 giugno 2015

L'ANALISI DEI FLUSSI ELETTORALI. VINCE L'ASTENSIONISMO (48%) , POI SOLO LA LEGA



Non dico che siano usciti con la prima pagina listata a lutto, ma certo Mario Calabresi e i suoi non sono molto felici di quanto occorso al leader caro a Marchionne nelle recenti regionali.
Cionostante partoriscono un buon servizio decidendo di riportare l'analisi dei flussi elettorali fornita dall'istituto Swg.
A parte il dato sempre più desolante dell'astensionismo ( se qualcuno riporterà a votare per sé anche solo un terzo di quegli elettori, sarà il vincitore sicuro di qualsiasi prossima elezione), che arriva al 48% (solo in Veneto si è sfiorata un'affluenza del 60%, che pure è bassa), l'unico vero vincitore è la Lega di Salvini, che non solo si conferma trionfalmente in Veneto (la Moretti la cercano a Chi l'ha visto ? ), ma contribuisce in modo fondamentale alla vittoria di Toti in Liguria e guadagna voti un po' ovunque, addirittura in Campania. Tutti gli altri sono costretti a consolarsi con qualcosa, e quindi il PD, che in realtà ha avuto il risultato più deludente, anche perché non previsto, con 1,5 milioni di voti  e 15 punti in meno, dice che però ha preso 5 regioni su 7 ed è il primo partito, Forza Italia, scesa al 12%, dissolta in Puglia, che è andata comunque meglio dei sondaggi che la davano addirittura sotto la doppia cifra, il Movimento di Grillo, sceso al 15% e con quasi un milione di voti persi, che può dire (non senza ragione) di aver ben tenuto ( è il secondo partito), anche in considerazione che stavolta non c'è stata la spinta di Grillo. Tra i piccoli, gli unici a potersi dire soddisfatti sono quelli di Fratelli d'Italia, con quasi il 4% dei voti, sicuramente meglio dei poveracci di Alfano. Di Sel non si hanno notizie, mentre sugli ex montiani cala un velo pietoso.







Il Pd in Liguria paga l’astensionismo. In Campania De Luca vince con i voti degli ex FI

L’analisi dei flussi elettorali in tutte e sette le regioni dell’istituto di sondaggi Swg. In Umbria e Veneto la Lega ha rubato consensi anche al centrosinistra 
ANSA
Domenica si è votato in sette regioni



La fuga in ordine sparso degli elettori democratici in Liguria. Il loro ritorno nell’ambito del centrodestra in Veneto. La Lega pigliatutto (un po’ al centrodestra e un po’ ai Cinque Stelle) in Toscana, Umbria e Marche. La scelta di non votare dei grillini in Campania. E infine l’implosione di Forza Italia in Puglia. Ecco come è cambiato, rispetto alle Europee di un anno fa, il comportamento degli elettori nelle sette regioni andate al voto ieri secondo uno studio realizzato da Swg. Una tornata elettorale che ha registrato un forte calo della partecipazione: ha votato il 52% degli aventi diritto rispetto al 58,7% di un anno fa. Ed è dunque interessante andare a vedere quali partiti hanno pagato di più il prezzo dell’astensionismo. 
LIGURIA  
Il partito più penalizzato è senza dubbio il Pd, che (sommando pure i voti alle liste civiche in sostegno di Raffaella Paita) ha perso il 12,6% dei consensi. La maggior parte è rimasta a casa (5,9%) o ha scelto Pastorino (4%), ma in misura minore anche Lega e M5S.  

Saldo quasi zero tra i Cinque Stelle e l’astensione, ma anche i grillini - che nonostante il buon risultato hanno comunque perso 3,7% punti rispetto a un anno fa - hanno ceduto una buona fetta di elettori a Pastorino (2,9%) e alla Lega (2,3%).  

È invece la Lega la vera rivelazione del voto ligure: +14,7% in un anno. Da dove arrivano? Principalmente da ex astenuti (6,3%), seguiti da ex forzisti ed ex grillini. E, come dicevamo, qualcuno anche dal Pd. 

VENETO  
Un anno fa, sembrava che Matteo Renzi avesse stregato il Veneto, l’ex regione bianca che negli ultimi anni si era consegnata totalmente al centrodestra. L’illusione è durata un solo anno: dal 37,5% di un anno fa al 16,7% di oggi (più un 4% di Lista Moretti). Voti dimezzati. Ceduti principalmente all’astensione, ma anche al centrodestra (un po’ alla Lega e a Zaia, un po’ a Tosi). Un 3,3% è invece andato al M5S.  

Cresce, di poco, rispetto alle Europee del 2014 la Lega, anche se rispetto alle Regionali del 2010 dimezza i voti. Questo perché gran parte dei leghisti (oppure ex) ha preferito votare la Lista Zaia e, in misura minore, Tosi. Arrivano tutti dall’astensione i flussi in entrata (+7,2%).

TOSCANA - UMBRIA - MARCHE  
Il governatore Rossi ha vinto, è vero. Ma anche in Toscana il Pd soffre, con un calo di 8,8% in un anno. Esulta invece la Lega, che pesca il suo 13,6% in più dall’astensione (6,9%), da Forza Italia (3%) e dai Cinque Stelle (2,9%). 

Discorso praticamente identico nelle Marche. 

Idem in Umbria, anche se però qui il Carroccio è riuscito addirittura a conquistare una fetta di elettori Pd delusi. 


CAMPANIA  
In Campania è interessante concentrarsi sul calo di voti di Forza Italia: metà degli elettori persi non è andata a votare, l’altra metà ha invece votato per il centrosinistra, contribuendo al successo di De Luca. 

E sempre in Campania dice molto pure l’analisi dei flussi elettorali del Movimento Cinque Stelle: ha rubato voti al Pd e qualcosa a Forza Italia, ma tantissimi elettori grillini sono rimasti a casa. 


PUGLIA  
Infine l’esplosione di Forza Italia in Puglia. L’uscita di Fitto non basta a giustificare il calo di consensi: degli oltre 11 punti percentuali persi, solo quattro sono andati alle liste dell’ex governatore (in appoggio a Schittulli), la maggior parte (5%) non ha votato, mentre un 2,6% ha scelto Emiliano. 

1 commento:

  1. Leggo di analisi come questa piene di ragionevoli speculazioni che fanno pensare alla capacità dei politici di gestire le elezioni che affrontano, in realtà mentono sapendo di mentire, poichè sanno che gran parte degli elettori non vanno a votare.
    Dichiarano di recuperarli sperando di incantarli suonando il piffero magico, ma questi aumentano.
    Saprebbero come recuperarli, ma non possono farlo poichè dal momento che " SALGONO" al parlamento sono avvinchiati dalle spire della piovra delle speculazioni finanziarie che impediscono loro di fare quelle riforme che il popolo chiede ma che sono invise alla finanza che li foraggia.
    Renzi, ad esempio, aveva promesso di rottamare di tutto e invece l' evidenza è che cammina sulle uova e fa solo strombazzamenti.
    Ecco spiegato questa caduta del P.D.
    Promettere e non mantenere allontana sempre più la gente dalla politica che continua ad essere sempre sporca.

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