Noi occidentali abbiamo le nostre colpe, ma che tutto quello che succede abbia sempre come unica, o quantomeno principale, responsabilità quella di America e ora Europa, bé, francamente mi sembrano grosse minchiate.
Non c'è da stupirsi che le dica una cantante brava ma prevenuta come Fiorella Mannoia. manichea nel pensare che tutto sia reazione a noialtri cattivoni (lei ha prosperato nel sistema che disprezza, ma tant'è, non è l'unica ipocrita di questo tipo).
Ce l'ho con lei anche perché mi costringe a dare ragione ad un giornalista come Aldo Grasso, che normalmente non stimo, quando scrive della Mannoia : pochi dubbi, molte certezze. È contro il Giubileo di papa Francesco, ritiene che i pentastellati siano l’unica vera forza di cambiamento. Resta di sinistra, «semmai si sono spostati gli altri».
Credere di parlare a nome delle vittime e dei poveri, solo perché si è vittima delle povere idee."
Piketty ha studiato di più, ma con profitto discutibile, anche lui vittima delle radicalizzazione e delle tesi preconfezionate.
Il colonialismo in Africa è finito da un pezzo, ma da soli quei paesi, per la stragrande maggioranza, non riescono a vivere né in pace né dignitosamente. Possibile mai che dipenda ancora da noi ?
Mi viene in mente di recente la primavera araba. Non siamo intervenuti a difendere autocrati nostri amici, come Ben Alì in Tunisia e Mubarak in Egitto, che sono stati così rovesciati. In Libia abbiamo dato una decisiva mano per far fuori Gheddafi. In Siria ci siamo astenuti per anni - e tuttora, se non fosse per l' IS, o Daesh che dir si voglia, ce ne staremmo a guardare - nonostante le centinaia di migliaia di morti, tra cui la maggior parte civili, donne e bambini. Risultato ? L'ondata biblica migratoria di gente che fugge da quelle terre per cercare rifugio e possibilità di una vita non di miseria da noi occidentali.
Insomma, qualunque cosa facciamo, la colpa resta la nostra.
Sarà una nuova specie di peccato originale.
PIKETTY E LA RETORICA IDEOLOGICA DEI NUMERI
di Danilo Taino
In realtà, combattono le biblioteche e i cinema della sua e nostra Parigi, l’Opera, i ristoranti della città, il Louvre, la Sorbonne, le canzoni di Edith Piaff, lo Chablis, Voltaire e l’immensa folla dei grandi francesi, e occidentali; per mantenere i popoli musulmani nella povertà e nell’ignoranza, non per lasciarli crescere e istruire.
I numeri, le statistiche (cibo del professor Thomas Piketty) sono importanti per cercare di capire il mondo.
Usati però per sostenere una posizione ideologica — la colpa dell’Occidente — confondono, fanno perdere l’orientamento nella risposta da dare al terrorismo.
In un articolo su Le Monde , il professore sostiene, tra le altre cose, che la zona che va dall’Egitto all’Iran, via Siria, Iraq e Penisola Araba è «la regione più diseguale del pianeta»: tra il 60 e il 70% del Pil della regione fa capo alle monarchie del petrolio, che hanno il 10% della popolazione. Monarchie colpevolmente sostenute dall’Occidente.
Che l’Occidente abbia fatto errori gravi, nel Novecento, è sicuro. Ma sostenere che la povertà di grandi masse del Medio Oriente (in realtà la regione a più bassa crescita del pianeta) dipenda da America e Francia e non dalla mancanza di istituzioni del diritto e della democrazia, dall’assenza di mercati liberi, dalla disastrosa condizione femminile, dalla repressione religiosa e politica è un passo troppo lungo e poco giudizioso da fare.
Più veritiero sarebbe ammettere che Parigi è il risultato glorioso dell’Occidente, un modello anche per i musulmani, non il tiranno del Medio Oriente.
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