Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
domenica 22 novembre 2015
LO STRABISMO MORTALE DI QUELLI PER CUI LE COLPE SONO SEMPRE DELL'OCCIDENTE
Noi occidentali abbiamo le nostre colpe, ma che tutto quello che succede abbia sempre come unica, o quantomeno principale, responsabilità quella di America e ora Europa, bé, francamente mi sembrano grosse minchiate.
Non c'è da stupirsi che le dica una cantante brava ma prevenuta come Fiorella Mannoia. manichea nel pensare che tutto sia reazione a noialtri cattivoni (lei ha prosperato nel sistema che disprezza, ma tant'è, non è l'unica ipocrita di questo tipo).
Ce l'ho con lei anche perché mi costringe a dare ragione ad un giornalista come Aldo Grasso, che normalmente non stimo, quando scrive della Mannoia : pochi dubbi, molte certezze. È contro il Giubileo di papa Francesco, ritiene che i pentastellati siano l’unica vera forza di cambiamento. Resta di sinistra, «semmai si sono spostati gli altri».
Credere di parlare a nome delle vittime e dei poveri, solo perché si è vittima delle povere idee."
Piketty ha studiato di più, ma con profitto discutibile, anche lui vittima delle radicalizzazione e delle tesi preconfezionate.
Il colonialismo in Africa è finito da un pezzo, ma da soli quei paesi, per la stragrande maggioranza, non riescono a vivere né in pace né dignitosamente. Possibile mai che dipenda ancora da noi ?
Mi viene in mente di recente la primavera araba. Non siamo intervenuti a difendere autocrati nostri amici, come Ben Alì in Tunisia e Mubarak in Egitto, che sono stati così rovesciati. In Libia abbiamo dato una decisiva mano per far fuori Gheddafi. In Siria ci siamo astenuti per anni - e tuttora, se non fosse per l' IS, o Daesh che dir si voglia, ce ne staremmo a guardare - nonostante le centinaia di migliaia di morti, tra cui la maggior parte civili, donne e bambini. Risultato ? L'ondata biblica migratoria di gente che fugge da quelle terre per cercare rifugio e possibilità di una vita non di miseria da noi occidentali.
Insomma, qualunque cosa facciamo, la colpa resta la nostra.
Sarà una nuova specie di peccato originale.
PIKETTY E LA RETORICA IDEOLOGICA DEI NUMERI
di Danilo Taino
No, professor Piketty, la disuguaglianza non può diventare la spiegazione del mondo. Non del terrorismo di Parigi. Fare risalire tutto alle disuguaglianze — naturalmente create da noi occidentali — porta a uno strabismo mortale. Fa credere che Daesh e simili combattano, seppur con armi orribili, contro un’ingiustizia e per migliorare le condizioni dei popoli musulmani.
In realtà, combattono le biblioteche e i cinema della sua e nostra Parigi, l’Opera, i ristoranti della città, il Louvre, la Sorbonne, le canzoni di Edith Piaff, lo Chablis, Voltaire e l’immensa folla dei grandi francesi, e occidentali; per mantenere i popoli musulmani nella povertà e nell’ignoranza, non per lasciarli crescere e istruire.
I numeri, le statistiche (cibo del professor Thomas Piketty) sono importanti per cercare di capire il mondo.
Usati però per sostenere una posizione ideologica — la colpa dell’Occidente — confondono, fanno perdere l’orientamento nella risposta da dare al terrorismo.
In un articolo su Le Monde , il professore sostiene, tra le altre cose, che la zona che va dall’Egitto all’Iran, via Siria, Iraq e Penisola Araba è «la regione più diseguale del pianeta»: tra il 60 e il 70% del Pil della regione fa capo alle monarchie del petrolio, che hanno il 10% della popolazione. Monarchie colpevolmente sostenute dall’Occidente.
Che l’Occidente abbia fatto errori gravi, nel Novecento, è sicuro. Ma sostenere che la povertà di grandi masse del Medio Oriente (in realtà la regione a più bassa crescita del pianeta) dipenda da America e Francia e non dalla mancanza di istituzioni del diritto e della democrazia, dall’assenza di mercati liberi, dalla disastrosa condizione femminile, dalla repressione religiosa e politica è un passo troppo lungo e poco giudizioso da fare.
Più veritiero sarebbe ammettere che Parigi è il risultato glorioso dell’Occidente, un modello anche per i musulmani, non il tiranno del Medio Oriente.
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