Qualunque strumento in grado di riprodurre immagini....e per le imprese e liberi professionisti la cifra varia da 200 euro fino a varie migliaia !!!!.
E questo proprio nel momento in cui più forte, estesa si è fatta l'insofferenza per l'odioso balzello!
Quando fior di economisti, tra i settori di dismissione da parte della mano pubblica, mettono per prima la RAI, che agli italiani costa, che è da anni in profondo rosso, ed è fonte di polemiche al vetriolo mai esaurite.
Monti liberalizza i taxi, le farmacie, le professioni...ma i moloch veri non li sfiora, e di privatizzare non parla più.
Tra le cose da privatizzare, al primo posto c'è appunto la RAI!!!
Il Festival appena finito è stata l'ultima occasione in ordine cronologico perché alte si levassero le invocazioni a farla finita col cosiddetto servizio pubblico, a questo pasticcio che riscuote il canone e accede al mercato pubblicitario (caso unico al MONDO!!) .
La "poracciata" di Celentano e Morandi (copyright Fiorella Mannoia) ha fatto inquietare anche Barbapapà Scalfari che ricordava come certi comizi qualunquisti - ovvio il riferimento al molleggiato - non potevano farsi dal pulpito di una rete PUBBLICA. Come detto, è solo il caso più recente...ma settimanalmente questa polemica riguarda tante trasmissioni, conduttori e ospiti.
Oltretutto, nemmeno quando le trasmissioni registrano ascolti elevati riescono a restare nei costi...per Sanremo 2012 è così, ma è stato così anche per il successo televisivo dell'anno, lo show di Fiorello, recodr di ascolti ma anche di deficit.
Allora caro Monti, per parafrasare certe simpatiche signore di un paio di primavere fa, se non ora (vendere la RAI!!) quando??
Ecco la notizia monstre sul Corriere.it
SU TWITTER MIGLIAIA DI POST CONTRO «IL NUOVO BALZELLO»
Canone sui Pc, battaglia bipartisan
Pdl-Pd per dire «no» alla Rai
Pdl-Pd per dire «no» alla Rai
Le associazioni dei consumatori: «Viale Mazzini vuole 1 miliardo di euro da 5 milioni di imprese e partite iva»
«Un servizio che non è pubblico, un canone impopolare e format medievali». Oppure: «Arrivo in ufficio e trovo la segretaria ridere di fronte al canone Rai per l'ufficio. Quattrocentododici euro! #fatevoi». Una sollevazione popolare attraverso centinaia di post su Twitter avanza creando una campagna denominata senza giri di parole #raimerda. Ma non solo Internet. Anche politici (bipartisan) e associazioni dei consumatori. Tutti in coro, ognuno con i suoi toni, dicono «no» alla richiesta della Rai a imprenditori e liberi professionisti di pagare il canone se possiedono un computer con connessione internet.
CONSUMATORI - «È l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l'ennesimo salasso». Adusbef e Federconsumatori passano al contrattacco. «La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di più sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience - sottolineano le due associazioni dei consumatori -, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno».
RETE IMPRESE - Per Rete Imprese Italia chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza. «Quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perché vengono "tassati" strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull'informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato».
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