venerdì 13 luglio 2012

ADDIO GRANDE MILAN? STAVOLTA SEMBRA DI SI'

Berlusconi torna in campo - così ha detto ma magari ci ripensa (e sarebbe una buona cosa) - per la politica ma sembra invece allontanarsi da quelli verde del calcio.
La vendita dei due fuoriclasse del Milan, Ibra e Thiago Silva, sono una rivoluzione "culturale" che i tifosi rossoneri non apprezzeranno ma le casse di Mediaset molto.
150 milioni di euro, tra incasso delle vendite e risparmio sugli ingaggi. Io ho amici milanisti che si immaginavano il loro presidente come una sorta di Re Mida, e quindi dalla ricchezza infinita.
Ricordo perfettamente che quando Berlusconi dovette staccare l'assegno milionario a De Benedetti per la sentenza d'Appello sul Lodo Mondadori, io espressi dubbi sul fatto che, dopo una mazzata del genere, il pur ricco presidente avesse genio di continuare a spendere molti soldi per il calcio, cercando di arginare la concorrenza di Real e Barcellona ( drogati di liquidità dalle banche spagnole, che oggi chiedono aiuti all'Europa...), e di Manchester City , PSG, Chelsea, finanziati da petrolieri arabi e russi.
Ebbene mi sentii  rispondere che per Berlusconi milioni di euro fossero poca cosa.
E' evidente chi avesse ragione.
Visto che in Champions, che è il torneo preferito di Silvio, competere per la vittoria finale  non si può più, allora tanto vale risparmiare, accontentandosi di una squadra valida, buona per provare a vincere il campionato, ben figurare in Europa ma non oltre ( a scanso di molta fortuna). Questa la nuova politica societaria, ragionevole, sobria, "montiana" direi, ma certo rivoluzionaria rispetto al Milan che fu e che infatti tanto ha vinto , soprattutto all'estero.
Immagino che , contento di aver risparmiato sugli ingaggi faraonici dei due assi, Berlusconi consenta al fido Galliani di spendere almeno una parte consistente dei 65 milioni  incassati . In attacco, dei nomi prestigiosi sul mercato ci sono, come Tevez, Dzeko, Van Persie, che a mio avviso non sono a livello dello svedese però forti e magari meno difficili da gestire (oddio, Tevez non ha buona fama in questo ). Resta che Ibra, coi suoi 25 gol in campionato e la capacità di fare reparto da solo, come si suol dire, ha consentito al Milan dello scorso anno di tenere bene la rotta fino all'ultimo nonostante la mediocre stagione di Robinho, quella pessima di Pato, anche per gli infortuni, la quasi tragedia di Cassano. Insomma, quando non era giornata, ed è successo varie volte, si poteva sempre sperare che Ibra risolvesse la questione. In difesa il Milan deve veramente reinventarsi ! Nesta era anzianotto ma sempre un grande nel suo ruolo, adesso va via anche Thiago Silva, considerato il numero 1 al mondo...Chi al loro posto??
Personalmente, nutro un sentimento ambivalente di fronte a questo ridimensionamento.
Da un lato, da simpatizzante della Juventus, noto che una importante rivale si è indebolita e non poco (e mi fa sorridere l'idea di un Allegri, a me molto antipatico, .in pessime acque).
Dall'altra , ho già detto che di "testa" ho sempre ammirato il Milan, trovandola squadra in genere più spettacolare della Juventus. Lo pensavo del Milan di Rivera (che infatti vinse due coppe dei campioni, mentre per la Juve l'Europa era tabù) , e fui letteralmente conquistato dal Milan sacchiano e degli olandesi volanti. Infine, ho apprezzato tantissimo quello di Ancelotti, che tra l'altro stimo il miglior allenatore del mondo, facendo una media tra capacità, serietà, simpatia e signorilità.
Insomma, è come quello che resta fedele alla moglie ma è assai invaghito di una donna più bella e affascinante.
Vedere quella donna "invecchiata" improvvisamente mi dispiace.


Sul Corriere della Sera scrive  Alberto Costa, evidente tifoso rossonero e letteralmente imbufalito col Berlusca. Questa cosa mi fa un po' sorridere, come sempre quando i tifosi strepitano perché Zio Paperone ha smesso di comprargli i balocchi.
Risulta per caso a Costa che Berlusconi abbia rifiutato qualche proposta di acquisto del Milan da parte di sceicchi arabi pronti a competere con i colleghi del Qatar ? Perché se così non è, che colpa si può dare al presidente rossonero se decide di smettere di svenarsi per la sua squadra ?
Più equilibrata la posizione di Mario Sconcerti, ma lui non è tifoso e quindi ha più agio a restare lucido.
Ecco il suo intervento


 Da un punto di vista tecnico senza Ibrahimovic scompare il Semplice, quella soluzione alle partite senza gioco che è stata un anno fa la differenza con la Juve. Loro giocavano, dovevano giocare bene, il Milan vinceva senza sforzo tutte le partite in cui pesava la differenza di Ibrahimovic. Perché è fondamentalmente vero, Ibra sbaglia i momenti importanti, ma realizza tutti gli altri, che sono di più e senza i quali i momenti importanti nemmeno esisterebbero.
Thiago Silva è invece il giocatore moderno per eccellenza, sa difendere e giocare a calcio, sa cominciare l'azione, sa anche concluderla. In Francia farà molti gol, in Italia era l'esempio di tutti. Forse con troppa leggenda dietro le spalle, come spesso i migliori. Però gli altri, la squadra, i compagni, lo sentivano un riferimento anche più grande di Ibrahimovic. Uno è un singolo, un individuo, un'isola. L'altro è l'inizio di tutti gli altri. Berlusconi ora dice che non si poteva rifiutare un'offerta così, sarebbe stato da irresponsabili. Ha ragione, ma il suo Milan è andato avanti solo a forza di acquisti irresponsabili. O pensava davvero di essere il migliore, l'unico capace di coniugare risparmio e qualità? La mia impressione è che il Milan sia ancora una squadra fortissima, solo normalizzata.
 Dovrà faticare come gli altri per fare un gol. Passeremo da Ibrahimovic a Pato o El Shaarawy, troveremo altre strade, altre illusioni, ci divertiremo comunque. È il problema di fondo che resta e che non è più nemmeno nuovo: ci siamo impoveriti. Non si può pretendere alla lunga di essere un paese in crisi e avere un calcio ricco. Il nostro calcio è retto dai migliori imprenditori del paese, Fiat, petrolio, Mediaset, Della Valle, De Laurentiis, Giochi Preziosi. La crisi del calcio è prima di tutto la loro crisi industriale. Il cinepanettone ha più anni del rapporto tra Berlusconi e il Milan, ma è finito anche lui. Si chiude una fase del capitalismo del calcio che va oltre la grande crisi europea. E credo ci sia per questo anche una ragione molto italiana, quasi inconfessabile. Per anni il calcio ha perso il suo vero azionista di riferimento, la Juve. Questo ha permesso a tutti di abbassare la guardia e cercare di reinventarsi virtuosi.
 L'arrivo della prima crisi economica (2007-2008) ha fatto pensare si potesse comunque tutti sopravvivere con poco. La grande differenza nella spartizione dei diritti tv, ha perpetrato l'illusione. Poi si è toccato con mano. È stato come se la Formula 1 avesse perso la Ferrari, si correrebbe ancora ma sarebbe tutto molto più povero. Il calcio ha dovuto mantenere un circo che non poteva permettersi in generale e di sicuro non senza la Juve. Alla fine di questa corsa il Milan è arrivato stremato perché Berlusconi ha di colpo pagato anche la sua lunga militanza politica. Ora è tutto vero, quello che il Milan sta facendo non è da vecchio Milan. Ma quel Milan non esiste più.

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