domenica 27 gennaio 2013

UCP : LA CERTEZZA DEL DIRITTO E SCIENZA STATISTICA 2.E ULTIMA PARTE



Riprendo (la prima parte la potete leggere qui http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/01/la-logica-dei-numeri-ovvero-provare.html  ) il racconto del Convegno sulla "Logica dei Numeri, la prova statistica nel Processo Penale "  tenutosi sabato alla Unione Camera Penale di Roma. con collegamento video conferenza con Milano, Cagliari e Bari (credo....). Esaurita la fase dei Professori - Professori, passiamo ai professionisti del diritto ancorché anch'essi docenti in varie università.
Prima degli avvocati però, Noblesse Oblige, il Consigliere di Cassazione Blaiotta, che riporta la centralità del metodo logico nell'approccio alle cose di Diritto, che è scienza delle cose degli uomini. Il Consigliere ricorda come fu una conquista di fine '800 l'affermazione delle dimensione Logica nella ricerca del rapporto di  Causalità.
Peraltro, conviene senza difficoltà l'alto Magistrato, viviamo in un'epoca e in una società dove dominano i reati COLPOSI. Deve  questi  sono spesso individuati in condotte OMISSIVE. E in questi casi l'apporto scientifico per la determinazione del legame tra (non) condotta ed evento diventa in molti casi fondamentale, a volte imprescindibile.
Così come il Prof. Fròsini aveva fatto il caso dall'Angiosarcoma del Fegato come determinabile SOLO dall'esposizione al materiale di cloruro vinile, così il Dr. Blaiotta cita l'Asbestosi, malattia derivante dall'esposizione all'amianto. Anche qui, NON tutti coloro che sono esposti all'amianto si ammalano, ma quelli che lo fanno, E' SOLO PER QUELLA CAUSA.
Quindi in questo caso il rapporto tra evento e causa è certo.
Ma non sono frequenti ipotesi del genere. Come bene aveva spiegato il Dr. Greco, la maggior parte delle malattie NON è monofattoriale, determinato cioè da una UNICA causa. Laddove i fattori sono plurimi, l'approccio sarà di tipo epidemiologico, con le ricerche che vanno dai possibili fattori di rischio, la durata dell'esposizione, l'esame del luogo, la predisposizione genetica ....
Dato alla Scienza quello che è della Scienza, e quindi che la probabilità statistica è cosa diversa da quella Logica, e che la seconda è inevitabilmente soggettiva, essa non è né rinunciabile, né negoziabile, per quanto soggetta ad errori. L'Avv. e Prof. Fragasso nel pomeriggio riprenderà questo tema, condividendolo.
Prima che iniziasse la tavola rotonda del pomeriggio, aveva chiuso la mattinata la D.ssa Sara Codognotto
Docente del Master in Psicopatologia e Neuropsicologia Forense del Dipartimento di Psicologia Generale
dell’Università degli Studi di Padova che per noi avvocati Romani spargeva parole di frustrazione ma anche speranza. Vale a dire l'esistenza dli strumenti psicometrici nella valutazione del minore.
In realtà la D.ssa parla di TEST Neuro Psicologici che rispondano all'esigenza di attendibilità d di validità . E fin qui...uno potrebbe dire..e grazie !  Ma è solo la premessa. La Dottoressa Codognotto spiega come questo approccio, rispetto ai Test più classicamente proiettivi - e tanto amati dalla cd. scuola "romana" - ha il vantaggio della maggiore controllabilità intersoggettiva. I Test MHPI , rispetto al famosissimo Rorschach, lasciano meno spazio alle interpretazioni. E in campo forense questo è INDISPENSABILE. Una CTU NON è una terapia clinica , dove vedo il paziente una volta la settimana se non di più, e posso costantemente verificare e del caso correggere la rotta. Gli incontri sono pochi e diradati nel tempo, spesso sottratti ad un vero contraddittorio (per mancanza di ambienti e risorse idonee, come camere dove i CT di parte possono assistere ai colloqui coi minori  senza essere visti, o il ricorso alle video registrazioni,  chimere nei tribunali dei minori. Alla fine, ci si attiene alla "parola di RE", in questo caso quella del CTU. Che cos'è , non ti fidi ? NO, NON MI FIDO !!!!!!!
Che ormai i consulenti, anche quelli che sono incaricati per la "tutela superiore dei minori" sono diventati dei conosciuti marchettari, peggio degli avvocati di manzoniana memoria !
Il sistema proposto dalla D.ssa Codognotto invece ha il pregio di Test che non mutano a seconda del consulente incaricato, le risposte sono esatte o sbagliate, non "fluide".  Gli esiti non cambiano se il CT è un deficiente, un annoiato, un oberato o un corrotto. Certo, poi resterà il campo delle possibili interpretazioni dei perché di certi risultati, però, partendo da dati omogenei e scientifici, almeno su di essi un poco più di verità si potrà avere.
A Roma regna il Rorschach...e i risultati si vedono.
E tocca finalmente agli avvocati , ancorché anche professori, come   Paolo Ferrua
Docente di Diritto processuale penale Università di Torino.
Intervento di una chiarezza cristallina, coinvolgente e un po' avvilente nella conclusioni : signori, non ci illudiamo, più di tanto non si può fare per rendere il Diritto un po' meno incerto di quello che di fatto poi è ...
Ma andiamo con ordine.
Il Prof. Ferrua suggerisce due modelli :
1) Se sono vere le premesse, saranno vere le conseguenze. Che diciamo è il principio "scientifico"
2) La prova che deve superare il "dubbio", che però deve essere "ragionevole".
Ferrua dice una cosa interessante anche per chi come me fa civile : il concetto di "più probabile che non" (che aveva richiamato il Prof. Fròsini) deve anch'esso essere temperato dal "ragionevole dubbio".  Insomma, non è che siccome è più probabile che accada A che B, allora è A sicuramente. Possono essere avanzati dei dubbi che confutino la maggiore probabilità, purché "ragionevoli".
MA QUANDO E' CHE UN DUBBIO, ANCHE LOGICO (altrimenti il problema ovviamente non si pone ), NON E' RAGIONEVOLE ?
La distinzione tra logico e illogico è più spesso semplice. Se tizio stava a Roma non poteva aver rapinato a Milano. Ma la differenza tra ragionevole o meno è meno semplice.
E questo ci riporta, afferma Ferrua, nelle mani del Giudice.
Contro gli eccessi e/o gli errori dello stesso abbiamo strumenti di garanzia che sono :
1) principio del CONTRADDITTORIO
2) obbligo della MOTIVAZIONE delle decisioni
3) APPELLABILITA' delle stesse.
Oltre questo, non si va. Il Giudice si muove come il medico, che dai sintomi   cerca di risalire alle cause e quindi alla malattia  per curarla.  Ma , l'abbiamo già visto ormai molte volte, quasi mai da un effetto è possibile risalire ad una SOLA causa (e allora, e solo allora, avremmo la tanto agognata certezza ) . La polmonite provoca la febbre, ma certo io di fronte ad una temperatura alta non potrò dedurre che sia provocata dalla polmonite ! E' una possibilità, verosimilissima, ma non l'UNICA.
La Fallacia dei medici è nota, e chi è stato fan in TV della serie del Dr. House ha visto come un maestro della diagnostica procedesse continuamente per esclusione....Il Giudice tutte queste possibilità evidentemente non le ha. La Giustizia ha due chance, tre,  di solito...non di più.in genere.
Dopo il Prof. Ferrua è toccato all'Avv. e Prof. Carlo Bona Docente di Diritto privato Università di Trento. e anche il suo intervento è stato limpido e brillante.
E' partito dal caso Collins, altro esempio di come la scienza statistica è strumento utilissimo ma da usare con estremo criterio. Dunque, i coniugi Collins erano due sfigatissimi accusati di una rapina, mi pare, e su di loro gravavano sette coincidenze sfavorevoli e indizinti. L'accusa commissiona la sua ricerca statistica con questo criterio : che probabilità ci sono che TUTTE e SETTE le condizioni date possono verificarsi contemporaneamente ? 1 su 12 milioni. Condannati. Poi, in appello, vennero assolti.
Che cosa era cambiato ? Statistiche sbagliate ? No. Semplicemente si era fatta una contro verifica : quante coppie sul campione dato riproducevano  le stesse caratteristiche ? VENTIQUATTRO.
Allora perché condannare i Collins e non  un'altra coppia, visto che il giudizio di colpevolezza si era fondato SOLO sul primo dato statistico ?
Il Prof. Bona dice altre cose illuminanti ancorché ridimensionanti il sogno di una scienza che aiuti il Diritto a essere più "certo" .
Il limite sta nella nostra stessa natura umana, che per quanto ci sentiamo tutti figli di Voltaire e dell'Illuminismo, è molto meno razionale di quel che si creda, e biologicamente non portata a pensare in termini per lo più probabilistici, statistici.
Noi siamo strutturati, al meglio, per prendere decisioni "soddisfacenti" (già, ma per chi ?? ) .
Mi viene in mente il famoso e tragico fenomeno del Femminicidio. In Italia da qualche anno si ripete una triste statistica : una donna viene uccisa da un uomo ogni tre giorni.
Ergo gli uomini sono statisticamente uccisori di donne ? Evidentemente no, visto che in Italia ci sono 30 milioni di maschi e gli assassini 100. Non parliamo poi della relazione tra adulteri e assassini, che pure ha acceso la fantasia nei casi degli omicidi di Melania Rea, Roberta Ragusa...Sono tutti esempi che confermano che tra la statistica scientifica e la probabilità intesa dalla gente comune c'è un abisso profondo.
Tanti, spiega sempre Bova, i fattori che intervengono nelle decisioni umane, tutti poco razionali : l'impatto delle emozioni (pare che il giudice di buon umore sia più "disattento" e sbagli di più....battuta immediata della platea : per questo allora s'impegnano ad esse sempre incazzati ! eppure sbagliano lo stesso...) , il potere dei SIMBOLI. Per esempio : presa una decisione della sentenza di Cassazione, questa veniva sottoposta a un campione ampio sotto due vesti , una semplicemente stampata da una banca dati, l'altra in veste fac simile all'originale, con tanto di intestazione, timbri.....Ebbene, la seconda versione veniva ritenuta corretta, condivisa, da oltre la metà dei consultati, rispetto a quella informale...
Insomma, conclude Bova, se questa è la predisposizione umana, è con essa che dobbiamo fare i conti , sapendo quali sono i criteri ordinari del decidere e puntando al loro miglioramento, per quanto possibile.
L'avv. e Prof. Emanuele Fragasso , Docente di Diritto processuale penale Università di Padova, ripropone la difesa della Scienza Giuridica come Scienza umanistica, che non può prescindere dalle peculiarità uniche degli individui e mette in guardia dalla Seduzione dei Numeri. La scienza statistica , il calcolo delle probabilità, indubbiamente SEDUCE. In questo ha ragione Gagliasso. Chi, sentendo i numeri dei casi Clark e Collins non sarebbe stato tentato dalla condanna ??  1 su 73 milioni di possibilità che potesse verificarsi la sindrome mortale post natale dei figli della donna...1 su 12 milioni che tutte e sette le condizioni registrate dai coniugi Collins si realizzassero contemporaneamente....EPPURE, la stessa scienza statistica ha fornito numeri alternativi, decisivi a creare il ragionevole dubbio .
E in ogni caso, suggerisce sempre Gagliasso, attenzione alla "dittatura della maggioranza".
Del resto, e lo diceva anche il Prof. Ferrua, dove starebbe il fascino della professione forense se ci fosse effettivamente un determinismo giuridico?
La cosa messa così...
Però c'è un problema. Che il fascino - per chi lo subisce - dell'avvocatura si estrinseca in un lavoro dove c'è di mezzo la vita delle persone. E questo è un problemino.
Insomma, se attraverso una maggiore conoscenza delle problematiche statistiche ( e invece la relativa prova è stata abolita nell'esame per diventare magistrati ) , con quindi una cognizione che consenta di valersi delle stesse sapendone anche le insidie ed evitandole, si potesse arrivare ad una maggiore determinatezza e pre conoscenza delle decisioni dei Giudici, non sarebbe una giustizia migliore ?
Se , in misura "ragionevole", venisse più confinata la discrezionalità decisionale del decisore, sarebbe poi questa brutta cosa ?
Perché, come credo correttamente abbia sostenuto l'Avv. Dominici nelle sue considerazioni conclusive, la realtà concreta della Aule Giudiziarie, quelle di merito specialmente, vedono tante belle considerazioni di Diritto Alto, più spesso disattese. In Corte di Cassazione magari le cose vanno meglio (vanno meglio ? chiedo ) , ma bisogna arrivarci ! Certo, magari con un po' di fortuna il cliente non ha conosciuto le patrie galere - e non è detto, visto la conosciuta attitudine delle procure all'anticipazione di pena - ma intanto si è fatto lustri appeso a questa spada di Damocle, magari con pure una  sentenza di condanna in primo e/o secondo grado.
Insomma, è senz'altro vero quello che dicono i colleghi e Professori Ferrua , Bona e Gagliasso...che gli strumenti statistici hanno i loro limiti, e sarebbero pericolosi male usati, come avvenuto nei casi citati. Però credo che una maggiore determinatezza scientifica, l'adozione concordemente accettata di protocolli per cui l'uso di certe scienze va fatto in determinati modi, stardizzati, uguali per tutti (quello che diceva la D.ssa Codognotto, con aggiornamenti ripetuti, costanti, sia una strada da percorrere. Così, addirittura con la Giurisprudenza creativa, con il legislatore scavalcato e marginalizzato dalla "sensibilità" della categoria magistratuale, i rischi sono troppo grandi.
Perché è vero che una probabilità di colpevolezza dell'80% potrebbe finire per condannare un innocente, ma qui la tendenza è che più spesso questo sia condannato quando quell'80% potrebbe essere a suo favore !
L'immagine di Dominici, per cui l'avvocatura sto benedetto coltello lo tiene sempre virilmente e orgogliosamente dalla parte della LAMA, resta attuale.







10 commenti:

  1. DOMENICO BATTISTA

    Grazie per questa relazione di sintesi

    RispondiElimina
  2. MARCO SIRAGUSA

    Grazie Stefano! Un'ottima sintesi, completa ed efficace, per chi non c'era.

    RispondiElimina
  3. GIAN LUCA TOTANI

    Bravo Stefano, grazie! (Serio)

    RispondiElimina
  4. PAOLA PASQUINUZZI

    Bravo Stefano !!! Ho capito tutto ! Mitico !

    RispondiElimina
  5. ANNA PULIAFITO

    Fantastico Stefano!!!! Ma come hai fatto???? Hai colto tutta l'essenza del convegno!!!

    RispondiElimina
  6. ALESSANDRA STEFàNO

    Bravo Stefano

    RispondiElimina
  7. ANNA PULIAFITO

    saperlo non mi sarei neanche messa a prendere appunti!! La prossima volta aspetto te!!!

    RispondiElimina
  8. CATALDO INTRIERI

    Caro stefano quello generoso sei stato tu. Grazie per l'apprezzamento ...( la prof.ssa Catalano e'bravissima, pecca solo di ansia da prestazione)

    RispondiElimina