martedì 11 febbraio 2014

NESSUN MINI GOLPE, MA DI FATTO QUESTA E' UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE. MODIFICHIAMO LA COSTITUZIONE E SANIAMO LA COSA


Battere il ferro quando è freddo. Lo so, il proverbio dice il contrario ma la saggezza stavolta va in senso contrario. Così ieri, nel leggere la notizia dei dialoghi pre estivi di Napolitano con Monti mi sono limitato a fare una battuta ma ho aspettato di leggere di più . E così ho fatto. Ho dunque letto gli editoriali di Corriere della Sera (Massimo Franco) e Stampa (Geremicca) e l'intervento di Giuseppe Turani sulla sua rivista Uomini & Business. Non ho letto Belpietro, che tanto quello che pensa già lo so.
Dei tre, ho scelto Turani, che sostanzialmente   sintetizza in modo chiaro le tesi difensive della condotta del Capo dello Stato che sono di tutti e tre gli articoli letti. Le riporto testualmente  :

1- Berlusconi non è uscito da palazzo Chigi accompagnato dai carabinieri o dai corazzieri. Se n’è andato sulle sue gambe e, a essere sinceri, sembrava persino un po’ sollevato di essersi tolto da quel pasticcio quasi irrisolvibile che era diventata l’Italia.
2- E’ vero che in Europa cominciava a stare sulle scatole a molti. E’ vero che c’erano dissensi fra lui e il suo ministro del Tesoro.
3- E’ vero che gli altri leader europei quell’estate hanno cominciato a preoccuparsi che l’Italia potesse, con il suo comportamento irresponsabile, far saltare l’euro e quindi la costruzione europea.
4- E’ possibile che alcuni abbiano esternato la loro preoccupazione a Napolitano. Ma che cosa c’è di strano? Se i capi di Stato non si occupano di questo, di che cosa devono occuparsi? Di ballerine?
5- Ma Napolitano, si dice, già a giugno e luglio parlava con questo e con quello e forse pensava già a Monti. Di nuovo, che cosa c’è di strano? Constatato che si stava creando una situazione instabile, ha pensato bene di tenere sottomano qualche alternativa, qualche possibile soluzione da varare in fretta. Credo che sia normale. Credo che tutti i capi di Stato sappiano con chi sostituire, eventualmente, il primo ministro o singoli ministri. Non è che alla mattina vanno al bar a chiedere consiglio a Brunetta o a Gasparri.
6- Ma, ripeto, la cosa fondamentale è che Berlusconi è uscito da palazzo Chigi sulle sue gambe, volontariamente (e un po’ sollevato).
7- Infine, tutto quello che è avvenuto dopo, fino ai giorni nostri, è stato regolarmente sanzionato dal Parlamento, compresi i deputati di Berlusconi che hanno votato compatti per rieleggere Napolitano alla presidenza della Repubblica (cosa mai successa in Italia, due mandati).

Ora, molti fatti sono assolutamente veri. Si vedeva che la crisi, che fino a quel momento ci aveva lambito, stava per mordere anche noi, ed è vero che il governo Berlusconi era debole (come lo era Monti negli ultimi sei mesi e come lo è Letta da sempre e specie ora con Renzi segretario ) e inadeguato ad affrontare la tempesta che stava arrivando. E' anche vero che i potenti d'Europa mostravano di non dare più credito al Cavaliere anche in relazione alle misure severe che a Bruxelles a Berlino e Strasburgo venivano ritenute ineludibili e irrimandabili. La BCE ci scrisse addirittura una letterina in agosto dai toni appena educati nella forma, e severi assai nella sostanza.
Detto questo osservo :
A)  Lo spread a 550 punti fu un pretesto. Senza se e senza ma. Ammettiamolo e pace. Lo spread attaccava i debiti sovrani di molti stati deboli, non solo l'Italia, ed è calato veramente SOLO quando Draghi è intervenuto sui mercati avvertendo gli speculatori che da quel momento ( "whatever it takes") si sarebbero spezzati i denti contro l'Euro. Quelli capirono subito ed è ALLORA, caro Letta, che   lo spread calò di 100 punti, non certo con l'arrivo di Monti a Palazzo Chigi ( in realtà ci fu un altalena, sette mesi dopo la quale lo spread era esattemte lì : sopra quota 550 ! Per fortuna intervenne, e non solo per noi, l'Altro Mario, decisamente migliore) , proseguendo poi la discesa fino ad arrivare ai 200 punti attuali. Ed è accaduto per TUTTI, che anzi gli spagnoli in questi due anni hanno fatto meglio di noi, così come anche gli Irlandesi, e pare pure i portoghesi e perfino i Greci ( sia pure con la pistola alla tempia).
B) Mi sta benissimo che un capo dello Stato che goda della stima dei colleghi esteri e delle istituzioni europee abbia contatti ufficiosi e li usi per il bene della Nazione. Mi sta anche bene che parli con chi pensa potrebbe essere utile in caso di bisogno. Mi piacerebbe però che parlasse anche col Premier incaricato, che è lì in quando vincitore delle elezioni. Sicuramente lo avrà fatto, avvertendolo di quanto si andava preparando, suggerendogli dei cambi di rotta, di valutare...e sarà rimasto inascoltato. Solo che di questo dialogo nessuno fa parola, e allora, se non c'è stato, mi sta meno bene.
C) Il Capo dello Stato italiano NON è il capo dell'esecutivo. Quest'ultimo viene designato in funzione della maggioranza che può ottenere, ed essa dovrebbe essere espressione del voto popolare. Questa cosa è diventata ancora più vera col maggioritario della seconda repubblica e con il bipolarismo. Per cui, come avviene negli altri paesi, se la coalizione che ha vinto le elezioni poi si sfarina e perde la maggioranza, la via maestra dovrebbe essere il ritorno alle elezioni. E invece così non si fece nel 1994, colpevole Scalfaro, nel 1996 (idem), nel 2011 e stavolta il regista è stato Napolitano.
D) Personalmente non credo al mini golpe, che alla fine Berlusconi si ritirò perché consapevole di non poter andare avanti con una maggioranza di peones tira a campare (Letta, ti fischiano le orecchie ??) e niente affatto desideroso nemmeno lui di andare ad elezioni anticipate che, in quel momento, sarebbero state stravinte dalla sinistra. Quindi il piano d'emergenza del Colle gli andò bene. Chissà, forse gli fu anche fatta qualche promessa personale che non fu mantenuta (magari perché a loro volta coloro che  ne fecero a Napolitano NON mantennero le loro) ma in tal caso ingenuo il Cav. che allora probabilmente avrebbe potuto ottenere, in cambio di Palazzo Chigi, la nomina di Senatore a vita. 
Ciò posto, penso, come molti autorevoli opinionisti liberali, che sia maturo il tempo della modifica costituzionale del ruolo del Capo dello Stato e dell'Esecutivo (Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia, Piero Ostellino, Davide Giacalone...) , che così come stanno andando le cose si sta tirando troppo la corda che regge la Carta, che si sfilaccia ogni giorno di più.
Napolitano sta di fatto governando e NON è questo il suo compito.  Non si è mai visto questo saliscendi su e giù per il Colle da parte dei Premier e degli esponenti dei partiti di maggioranza (Renzi, segnatamente) e tutti gli italiani identificano Monti e Letta come i presidenti di Napolitano e non certo degli elettori (del resto è lui stesso a dirlo, quando ricorda che "non sono stati certo dei miei capricci", evidentemente rivendicando le ragioni della scelta da LUI fatta ).  L'Italia è matura per un governo presidenziale, e anche le ultime elezioni del Colle, con la tensione emotiva che l'hanno accompagnata, con la rete scatenata, i raduni in piazza montecitorio, le tessere strappate, la caccia ai 101, dimostrano.
Vogliamo scegliere chi ci governa. Lasciatecelo fare. DOPO,  il Presidente, eletto, sceglierà il Primo ministro che vuole, come in Francia, o sarà lui stesso il capo dell'esecutivo, come negli USA.

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