Se fondata, preoccupante e urticante questa notizia pubblicata da Libero.it, che rivela come la RAI stia inviando bollette di pagamento del canone in misura doppia, tripla e quadrupla rispetto a quello ordinario (103 euro, giù di li ) anche ai soli possessori di un PC.
Visto che Renzi li dimagrisce di 150 milioni, a viale Mazzini pensano bene a come rifarsi sulla pelle di coloro che magari, non avendo il televisore, pensano di potersi sottrarre alla tagliola di questa indigeribile tassa.
Abbiamo più volte ricordato il solito referendum truffato, quello con il quale gli italiani si erano espressi - inutilmente - a favore della privatizzazone della RAI e quindi contro il canone pubblico. Abbiamo anche più volte scritto che in presenza della rivoluzione digitale e l'affermazione di tv a pagamento apprezzate, come sicuramente da noi è SKY, è palese che la maggioranza degli utenti faccia tranquillamente a meno dei canali RAI, e non voglia pagarne l'uso. Tra l'altro, se un tempo poteva forse essere complicato oscurarli ai non abbonati da un punto di vista tecnologico, oggi, visto che è una tv a pagamento come le altre, anche la RAI potrebbe farsi la sua brava tesserina o chiave per consentire l'accesso soli ai pagatori del canone.
Ma siccome l'obiettivo NON è quello di far pagare chi guarda (che sarebbe giusto), ma TUTTI, prescindendo dalla volontà di fruire di quel servizio (servizio ???) , ecco che i dirigenti RAI pensano di copiare qualcosa dai maesrti del satanismo fiscale.
Leggere per credere
Rai, cartelle per il canone a chi ha un pc
Le cartelle - Anche Massimo Mazzucchelli, titolare di un'azienda che si occupa di packaging in provincia di Varese ha ricevuto il bollettino e nemmeno a lui non è chiaro per quale motivo la Rai gli chieda 203 euro di canone speciale: "In azienda ho solo dei pc, telecamere per la sicurezza ma non ho assolutamente nessuno strumento per ricevere la tv. Ho sentito altri amici, con piccole imprese, uno con una tipografia, hanno ricevuto anche loro i bollettini". Insomma il servizio pubblico vuole fare cassa su chi guarda la Rai online. Da viale Mazzini, dopo la rivolta degli utenti spiegano: "Il presupposto impositivo sorge a fronte della detenzione fuori dell'ambito familiare di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi. Non sono in questione dunque soltanto gli esercizi pubblici o le strutture ricettive, ma tutti i casi in cui la detenzione dell'apparecchio si realizza fuori dell'ambito familiare in senso stretto".
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