martedì 13 marzo 2012

DIO PATRIA E FAMIGLIA. CI CREDERESTE? SONO ANCORA I VALORI PREVALENTI!

Uno vede l'individualismo, l'egoismo imperante. Lo scetticismo, l'ateismo. La crisi dei valori, la dissoluzione della famiglia. Non parliamo poi del senso di appartenenza al paese dove si è nati, inteso come Nazione e non campanile. apparentemente inesistente.
Poi arriva il Censis, si mette in giro a fare domande e che si scopre? Che Dio Patria e Famiglia sono ancora i valori più forti , ancorché in ordine invertito a come vengono elencati.
Francamente la cosa un po' mi stupisce, e allora cerco delle possibili spiegazioni. Una sicuramente è che a volte abbiamo la presunzione di pensare che l'ambiente che più ci circonda sia il "Mondo". E quindi quello che viene espresso nelle cene, negli incontri, negli ambienti che frequentiamo sia il pensiero imperante, affermato.
Non è così. La gente di sinistra questo lo sa molto bene, lo riscontrava quasi sempre alle elezioni....
Quindi i valori prevalenti di una città come Roma, da tempo metropoli caotica, o di Milano, certamente non saranno gli stessi di Aosta o di Ragusa...Ed è solo un esempio.
Altra considerazione, è che quando la gente risponde a certi quesiti, i propri valori per esempio, a volte indica NON quello che riesce a realizzare, ma quello a cui idealmente aspira.
Io conosco tantissima persone che si sono separate, che hanno fallito nel loro progetto, ma che alla domanda su quale sia il valore più importante rispondono senza esitazione: la famiglia!
E magari i tanti di noi che criticano diuturnamente l'Italia e gli italiani, poi se all'estero qualcuno fa la stessa cosa sono capaci di azzuffarsi...."Perché finché lo dico io...è 'na cosa, ma guai agli altri...."
In fondo, è un atteggiamento molto frequente tra le persone che si vogliono bene, genitori versi i figli ma anche il contrario...
Comunque i numeri sono quelli che vedete riportati di seguito.
Rifletteteci un po' su, ricordando che coi numeri, come coi fatti, è piuttosto inutile polemizzare....

Dio, Italia e famiglia
Restano questi i valori più importanti
 Al primo posto, la famiglia. Poi il luogo - l'Italia -  dove più si è affinata la qualità della vita e il culto della bellezza. A seguire la fede anche nelle vesti della tradizione religiosa. È questa, secondo un'indagine realizzata dal Censis nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la 'scala' dei valori in cui credono gli italiani. Gli abitanti del Belpaese indicano al 65% il senso della famiglia, al 25% il gusto per la qualità della vita, al 21% la tradizione religiosa e al 20% l'amore per il bello

"Per il futuro - osserva il Censis - i valori che 'faranno' l'Italia e gli italiani sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell'autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell'altro, sulla relazione e la responsabilità. Sono valori che in questa fase fanno emergere scintille di speranza che vanno però alimentate e potenziate, affinchè possano diventare un nuovo motore di crescita sociale, economica e civile del Paese".

Intanto, "la crisi del soggettivismo ha generato due pulsioni. La prima è l'apertura all'altro, la riscoperta del valore delle relazioni, convinti che ci possiamo salvare solo tutti insieme. La seconda è un emotivo approccio restrittivo verso le passate sregolatezze dell'individualismo. Ma nessuna pedagogia calata dall'alto - sottolinea ancora il Censis - potrà 'fare' i nuovi italiani: nessuna etica eterodiretta, tesa a rieducare i cittadini a comportamenti 
virtuosi, innescherà un nuovo ciclo di sviluppo civile e sociale".

Tanti format familiari. Perno della comunità nazionale resta la famiglia, "anzi i diversi 'format' familiari", come precisa la ricerca del Censis, visto che nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli (-739.000), mentre sono aumentate le coppie non sposate con figli (+274.000) e le famiglie con un solo genitore (+345.000). Nel periodo 1998-2009 sono aumentate le unioni libere (+541.000, arrivando in totale a 881.000) che, inclusi i figli, coinvolgono oltre 2,5 milioni di persone. Complessivamente, sono 5,9 milioni gli italiani che hanno "sperimentato nella loro vita una forma di convivenza libera". Le famiglie 'ricostituite', formate da partner con un matrimonio alle spalle, sono diventate 1.070.000. Quelle ricostituite coniugate sono aumentate di 252.000 unità, arrivando in totale a 629.000. "Le diverse modalità concrete di essere famiglia - commentano al Censis - rispondono al bisogno crescente di avere una relazionalità significativa". Più del 90% degli italiani si dichiara soddisfatto delle relazioni familiari. Anche se ci si sposa meno (tra il 2000 e il 2010 i matrimoni sono diminuiti del 23,7%: 67.334 in meno), all'unione matrimoniale è ancora riconosciuto un valore importante: il 76% degli italiani è convinto che sia una regola da rispettare e il 54% ritiene che garantisca maggiore solidità alla coppia.

Qualità della vita. Il gusto per la qualità della vita resta "una forza che genera coesione nell'individualismo italiano", osserva il Censis nella sua ricerca sui valori degli italiani, che dimostrano di sentire l'orgoglio di appartenere al Paese del buon vivere. Il 56% dei cittadini è infatti convinto che l'Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio. E anche se in futuro avessero la possibilità di andarsene via dal Paese d'origine, due terzi dei cittadini (66%) non lo farebbero in nessun caso. 

Fede. Per quanto riguarda la fede, l'82% degli italiani pensa che esista una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realtà materiale: il 66% si dichiara credente, cui va aggiunto il 16% di coloro che credono ma si dichiarano non osservanti. Anche se in realtà i due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto e solo un terzo vi si reca, una o più volte alla settimana, per partecipare alle funzioni religiose.
Il 'bello'. Se il 70% degli italiani è convinto che vivere in un posto bello aiuti a diventare persone migliori e che ci sia un legame tra etica ed estetica, riconoscendo alla bellezza anche una funzione educativa, il 41% ritiene che le meraviglie del nostro Paese possano essere la molla che ci farà ripartire.

Calano i consumi. Con la crisi dell'individualismo anche il consumismo attrae meno: il 57% degli italiani pensa che, al di là di problemi di reddito, nella propria famiglia il desiderio di consumare è meno sentito rispetto a qualche anno fa. Il 51% degli intervistati crede che nella propria famiglia si potrebbe consumare meno tagliando eccessi e sprechi; il 45% pensa che si dovrebbe conservare quello che si ha piuttosto che puntare ad avere di più (29%). La quota degli italiani che sostiene di volere consumare meno sale a oltre il 61% nel Nordovest d'Italia e a oltre il 55% al Centro, è maggioritaria tra i giovani e gli adulti. Chi è convinto che gli italiani abbiano le cose importanti afferma anche di avere - di tanto in tanto - il desiderio per nuovi beni o servizi: su un totale del campione che si è così espresso, pari al 31,8%, nei giovani fra i 18 e i 29 anni la percentuale è del 35,2%, del 30,7% negli italiani tra i 30 e i 44 anni, sale al 34,2% tra chi ha un'età compresa tra i 45 e i 64 anni ed è del 27,8% per chi ha 65 anni e oltre.

Solidarietà e onestà
. Valori considerati necessari per migliorare la convivenza sociale in Italia sono sicuramente moralità e onestà (55,5%), rispetto per gli altri (53,5%) e solidarietà (33,5%): "Non è un generico richiamo al merito o all'autonomia individuale - osserva il Censis - ma il lento, difficile, sofferto, condiviso impegno collettivo in una diversa quotidianità dei rapporti fatta di maggiore rispetto e attenzione per gli altri".

Legalità. Infine, "stanchi delle forme più estreme e sregolate di individualismo e trasgressione, negli italiani è scattato il riflesso law and order". Ecco allora che l'89% dei cittadini vorrebbe misure più severe contro le droghe pesanti, l'87% le ritiene auspicabili per contrastare i fenomeni legati alla guida pericolosa, il 76% nei confronti dell'abuso di alcol, il 74% verso le droghe leggere, il 71,5% nei confronti della prostituzione, il 52% verso i fumatori e un 47% anche per chi mangia cibi ipercalorici che causano l'obesità.


 

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