giovedì 2 maggio 2013

BARCELLONA AFFONDA SENZA GLORIA MA SAREBBE INGIUSTO DIMENTICARE UN LUSTRO DI TRIONFI


All'europeo l'Italia aveva fermato i panzer tedeschi, in una semifinale vinta meritatamente per 2-0, e "vendicando" nel calcio gli amari calici che il sud Europa  va trangugiando negli ultimi anni anche a causa della severità teutonica. Demmo tutto in quell'incontro, e non avevamo più benzina da spendere in finale contro i grandi di Spagna, che ci hanno rifilato un sonoro 4-0 (punteggio troppo severo, ma vittoria mai in discussione) e realizzato un trittico senza precedenti nella storia delle nazionali : Europeo ( 2008), Mondiale (2010) e ancora Europeo (2012).
La Germania ha accusato il colpo ma si è rifatta abbondantemente nella Champions di quest'anno, portando le sue due squadre più forti nella finale del torneo più ambito.
In particolare, il Bayern ha prima battuto nettamente la Juventus, trionfatrice in campionato ma correttamente dimensionata ( " questa è la nostra dimensione, la nostra distanza dai primi. prendiamone atto" ha detto onestamente e realisticamente Conte, mandando un messaggio chiaro e forte a società e tifosi ) in Europa dai fortissimi tedeschi, e poi letteralmente tritato i campionissimi del Barca. Noi ce la siamo cavata con un punteggio classico, che non ammette discussioni (0-2, andata e ritorno), ma non umiliante come gli spagnoli che hanno preso 7 gol senza farne nessuno. Vero che il Barca nei due match ha dovuto fare a meno del suo asso mondiale, Messi, ma questo giustifica l'eliminazione non l'essere tritati. Daniel Alves, con il tipico orgoglio (anche un pizzico retorico, ma nello sport ci sta !) catalano, dopo il 4-0 subito all'andata ammise che non c'erano molte chance al ritorno ma che se "morte doveva essere, sarà a testa alta". Non è andata così, visto il 3-0 rimediato in casa e senza MAI aver dato l'impressione che la remuntada fosse possibile.
Meglio ha fatto il Real col Borussia , che ha vinto al ritorno per 2-0, sfiorando quel terzo gol che avrebbe significato la clamorosa qualificazione alla finale, dopo il 4-1 rimediato a Dortmund. Sconfitta questa meritata ma eccessiva nel punteggio...almeno un gol in più il Real l'avrebbe meritato e sarebbe bastato....
Insomma, tra Real e Borussia l'impressione non è che sia passata la più forte ma quella meglio organizzata complessivamente, il che boccia Mourinho, che del resto, per me, è un grande leader più che un grande tecnico...
Prima di lasciarvi all'articolo del Corsera che ragiona sui motivi del dominio in Europa dei tedeschi   esteso anche al calcio, un'ultima riflessione sul pronosticato tramonto del Barca.
Perché il vizietto di dimenticare con troppo fretta le imprese realizzate io non ce l'ho, e NON sono un tifoso del Barcellona ( in Italia ce ne sono legioni...io preferisco un calcio più verticale, e al grandissimo Messi , CR7 ...). Dunque, con questa generazione di giovanotti (oltre alla pulce planetaria, Xavi, Iniesta, Piquet, Puyol, per citare gli uomini cardine anche della nazionale) il Barca ha vinto 6 titoli nazionali (compreso quello di quest'anno, praticamente acquisito) , 2 coppe del Re , 3 Champions e 2 Coppe del Mondo per Club.
Particolare importante : mentre di titoli nazionali il Barca ne ha vinti moltissimi (22 in totale, e 26 coppe del Re) , è in campo internazionale che l'attuale, leggendaria rosa prende le distanze da tutte quelle pur forti che l'hanno preceduta : loro sono 3 delle 4 Champions ed entrambe le Coppe del Mondo per Club.
Non so se sia vero che il ciclo di questa squadra sia finito, sicuramente gli avversari hanno imparato un po' di più come non farsi asfissiare dal tiki-taka che è il marchio di fabbrica catalano, e poi il regista principale di questa orchestra, Xavi, ha 33 anni. Non tantissimi, ma nemmeno più un giovanotto, per l'anagrafe dello sport. I nuovi campioni, come Fabregas e Sanchez , non sembrano essere completamente in sintonia con l'orchestra, specialmente il secondo che infatti probabilmente cambierà aria. Si parla di arrivi importanti, come Thiago Silva e Handanovic che sicuramente rafforzerebbero molto il reparto arretrato. Ma il problema, a mio avviso, è Xavi...Perché la musica può ben essere mandata a memoria, ma poi sono sempre gli interpreti a fare la differenza, è uno come il regista e vicecapitano al momento non c'è.
Buona Lettura



VERSO BAYERN MONACO-BORUSSIA DORTMUND

Champions League, il derby tedesco
al passo con il nuovo «spirito dei tempi»

Il 25 maggio a Wembley domina la Bundesliga: il campionato tecnicamente migliore. Confronto impietoso con la Serie A


Così inattesa, così equilibrata, così potenzialmente spettacolare, Bayern Monaco-Borussia Dortmund (il quarto derby di finale dopo Real-Valencia nel 2000, Milan-Juventus nel 2003 e Manchester United–Chelsea nel 2008) non è solo la migliore chiusura di Champions League possibile ma anche quella che apre una nuova fase nel calcio europeo.
Un bacio in fronte per Arjen Robben, autore del primo gol al Camp Nou: il Bayern Monaco allunga sul Barcellona e vola in finale a Wembley: contro il Borussia Dortmund (Ap/Fernandez) Un bacio in fronte per Arjen Robben, autore del primo gol al Camp Nou: il Bayern Monaco allunga sul Barcellona e vola in finale a Wembley: contro il Borussia Dortmund (Ap/Fernandez)
AVANGUARDIA - Le due tedesche sono il prodotto di un movimento ormai all’avanguardia nel mondo. Nella loro storia c’è freschezza di facce, progetti, gioco e (soprattutto dalla parte bavarese) denari. La loro apoteosi è il simbolo di un doppio passaggio di consegne: dal punto di vista politico/economico/organizzativo, quello dalla Premier League alla Bundesliga; da quello tecnico, quello dal Barcellona e il suo magnifico tiqui-taca a una versione aggiornata e corretta secondo un nuovo «Zeitgeist» tipicamente tedesco.
Champions League, Barcellona-Bayern MonacoChampions League, Barcellona-Bayern Monaco    Champions League, Barcellona-Bayern Monaco    Champions League, Barcellona-Bayern Monaco    Champions League, Barcellona-Bayern Monaco    Champions League, Barcellona-Bayern Monaco
OLTRE LA PREMIER - Ormai la Bundesliga è il migliore campionato europeo per livello tecnico medio, impiego di giovani, utilizzo di stranieri da mercati alternativi, affluenza di gente alle partite, più alta percentuale di riempimento deli impianti, intelligenza nella produzione di business. Un esempio? Mercoledì mattina all’aeroporto di Madrid, mentre la squadra si apprestava a ripartire per Dortmund e decine di tifosi, educatamente, chiedevano autografi e foto a Jurgen Klopp e i suoi ragazzi, un bel camper cromato nero e giallo stazionava davanti all’ingresso. Era il Borussia Store ufficiale in trasferta: merchandising (non tarocco come da noi, s’intende) a domicilio, per seguire il tifoso e titillare anche chi tifoso non è. Difatti un ragazzo spagnolo si è affrettato a comprare una sciarpa giallonera: così la sua collezione ha finanziato una squadra avversaria.
CONFRONTO IMPIETOSO - Ecco quello che da noi - senza stadi, senza leggi di protezione del marchio, senza idee, senza niente – non si è ancora capito: sul tifo si può costruire business sano, col business sano si alimentano le vittorie o, almeno, si rimane competitivi. Basta confrontare il Bayern con l’Inter. Nel 2010 i nerazzurri asfaltarono i tedeschi in finale a Madrid. Dalla sconfitta il Bayern è uscito più motivato, ricco e forte. L’Inter è precipitata in un abisso, di risultati ed economico, da cui non si sa se e quando uscirà. Progetto batte Casualità, insomma. Sempre.
OLTRE IL BARÇA – Il Bayern è già una squadra che fa grande possesso palla, il Borussia meno, più portato alla rottura e ripartenza. Resta il fatto che, costruite sullo stesso modulo (il 4-2-3-1 rispetto al 4-3-3 del Barcellona), le due tedesche, con giocatori preparatissimi, abbinano all’alta tecnica di base, alla capacità di palleggio, alla corsa mai a vuoto e, soprattutto il Borussia, alla pressione immediata dell’avversario dopo aver perso palla (la transizione offesa-difesa che è la base del successo del Barça), alcuni vecchi fondamentali di cui il barcellonismo nell’era di Messi fa volentieri a meno: palle alte, fisicità, utilizzo del centravantone di sfondamento che, all’occorrenza, sbriga le faccende più complicate. Generalizzando: il meraviglioso congegno del Barça, senza Messi, ultimamente si è inceppato; le due tedesche sanno sempre che alla fine della catena di gioco ci sono Mandzukic o Gomez a Monaco o Lewandowski a Dortmund. Sangue moderno su principi antichi, o la quadratura del pallone.
PRONOSTICO – È naturalmente impossibile. Il Bayern è alla terza finale in quattro anni: solo l’idea di perdere anche questa (dopo Inter nel 2010 e Chelsea in casa nel 2012) dovrebbe essere una extramotivazione del genere “o la coppa o la vita”. In più quest’anno è una macchina perfetta in viaggio verso il tris campionato-coppa-Champions. Il Borussia, dopo i due titoli del 2011 e 2012, ha abdicato in fretta in campionato per puntare dritto sulla Champions. In Bundesliga all’andata hanno pareggiato 1-1, il ritorno si gioca sabato a Dortmund. In Coppa di Germania e in Supercoppa tedesca ha prevalso sempre il Bayern (1-0 e 2-1). Proprio la Supercoppa del 12 agosto 2012 aveva interrotto la tendenza dei due anni precedenti: 5 scontri diretti fra campionato e coppa tedesca, cinque successi gialloneri. Si parlava di sindrome Borussia. Il Bayern 12/13 l’ha sfatata, ma questo non basta a fare di lui il favorito. Se in un finale non c’è mai, figurarsi in questa.


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