Severo, molto, il giudizio di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera in merito agli esordi dei pentastellati in Parlamento. Certo, ricorda il noto giornalista, il governo è insediato da poco, e non è che l'esecutivo sia partito col piede giusto. Però i grillini, che gridavano al golpe (è una parola che ricorre spesso nel loro vocabolario. Forse perché gli sfugge il significato storico e letterale del termine ? ) solo perché , in assenza di un esecutivo, non venivano formate le commissioni parlamentari, adesso che ci sono non è che brillino per iniziative utile. Sarà magari colpa dei giornali di regime, come dicono loro, ricopiando sempre di più il vocabolario della sinistra degli anni '70, però finora le cose per cui attirano l'attenzione dei media, compresi quelli televisivi, sono le diatribe interne, la lotta all'ultimo scontrino, la querelle della diaria, l'espulsione, minacciata e a volte attuata di qualcuno troppo disobbediente. L'unica cosa per la quale sono applauditi, dalla sinistra giustizialista ovviamente, è la proposta di dichiarazione di ineleggibilità di Berlusconi. Peraltro, questa iniziativa "meritoria" agli occhi sempre dell'esigente popolo sinistrorso è compensata negativamente da due uscite di Grillo che propone due referendum niente male : sullo ius soli e sull'euro. Il primo, devastante per le elite benpensanti, perché l'immigrazione resta un tema sensibile per la maggioranza della gente, e anche nei favolosamente civili paesi del Nord, Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, le porte spalancate iniziano a restringersi. Insomma, la bocciatura della riforma sarebbe assai più che probabile. Il secondo, sarebbe al cardiopalma, anche per le capitali europee, alle prese come noi da un antieuropeismo crescente, visto i non brillanti risultati dell'ultimo lustro.
Conseguenze, sempre secondo la stampa di regime : M5S giù nei sondaggi, con meno 2-3 punti rispetto alle elezioni di febbraio e addirittura meno 6 in relazione al picco post elettorale, dove Grillo e i suoi avevano sfiorato, nelle dichiarazioni di voto, il 30% ; in Friuli Venezia Giulia, primo appuntamento elettorale successivo alle votazioni nazionali, i Grillini hanno perso ben più del 3% ; i recenti comizi, anche con Grillo, sono andati pressoché deserti ( a uno di questi, Treviso mi pare, il comico ha argutamente commentato "oh, siamo più noi (quelli dell'organizzazione) che voi ..." ).
C'è un bel detto, letto spesso nelle manifestazioni del gay pride, che recita "visto da vicino, nessuno è normale". Verissimo.
Ma è vero anche il suo contrario...quando agli uomini si dà una posizione di privilegio, diventano tutti MOLTO NORMALI.
Buona Lettura
FINE DELLA DIVERSITA'
Le manovrette dei Cinque Stelle
Dove sono finiti reddito minimo, Irap, Equitalia, Imu? Sui parlamentari di Grillo sembra sceso un velo d'indifferenza
Beppe Grillo (Ansa)
Quando un governo ancora non c'era, dicevano che il Parlamento
avrebbe potuto funzionare nella pienezza delle sue prerogative, anche
facendo a meno dell'esecutivo. Ma da quando un governo c'è, discettano
compulsivamente solo di diarie, rimborsi, scontrini. Proposte di legge
di quelli che in teoria dovrebbero interessare la «gente»? Zero: solo
manovrette della più tradizionale bassa cucina della politica, come
l'iniziativa sull'ineleggibilità di Berlusconi architettata per stanare
il Pd e lucrare sulla sua devastante crisi. Ma davvero il Movimento 5
Stelle crede di star offrendo uno spettacolo di efficienza e operosità
parlamentare a chi sperava che la «società civile» avrebbe avuto
finalmente voce dentro le istituzioni?
Si può essere efficienti anche dall'opposizione, imporre l'attenzione
su alcuni provvedimenti, migliorare alcune leggi partorite dalla
maggioranza e sulle quali non si è in disaccordo, fare proposte di
legge, contribuire a stabilire un calendario di iniziative parlamentari,
lavorare sodo nelle Commissioni, magari con minore eco mediatica ma con
un'attività utile non solo al gruppo cui si appartiene, divulgare
all'esterno ciò che accade nelle stanze in penombra del «Palazzo». Ma i
parlamentari del 5 Stelle non sembrano portatori di qualche competenza.
Difficile capire cosa sia esattamente la «società civile», ma è
difficile immaginare che nella «società civile» si agitino questioni
come quelle che ossessionano i grillini.Non fanno che parlare di «streaming», stanno sempre a discutere sul blog della casa, si controllano l'un l'altro con uno zelo sconosciuto persino nei vecchi partiti centralizzati, istruiscono processi a chi ha osato recarsi a una trasmissione tv sgradita al Capo, usano in forme maniacali la parola «rendicontazione»: non che la rendicontazione non sia importante ma non può nemmeno essere il principio e la fine di ogni interesse. Lo scontrino è diventato un feticcio, la diaria rifiutata un segno di identità. Sono prigionieri delle loro liturgie, come se il chiamarsi «cittadini» anziché «onorevoli» fosse la cosa più importante del momento.
E il reddito minimo garantito? Il premier Letta ne aveva persino accennato nel suo discorso per la fiducia. Ma i deputati 5 Stelle non lo incalzano, non lo mettono alle strette, non chiedono l'applicazione, almeno in parte, di un provvedimento che considerano decisivo e indispensabile. Beppe Grillo aveva detto che i deputati del suo Movimento avrebbero votato, fiducia a parte ovviamente, caso per caso. Ma questi buoni propositi sembrano svaniti. Prima ancora del voto sembra che un velo di indifferenza sia calato tra i parlamentari di Grillo e le cose che sarebbe necessario fare. E l'unico oggetto degno di attenzione appare il contenzioso sui portavoce, sui soldi dei rimborsi, sulle questioni interne al movimento.
In campagna elettorale Grillo parlava di Imu, di Irap, di Equitalia. Ma tutto appare avvolto da una nebbia. La questione della pubblicità delle discussioni interne, e il controllo reciproco sui comportamenti altrui, hanno preso il sopravvento su tutto il resto. Gli altri partiti sono in difficoltà. Alcuni addirittura annaspano, commettono errori sconcertanti come la proposta per sbarrare a movimenti come quello di Grillo la porta delle elezioni. Ma il Movimento 5 Stelle non dà un'immagine molto diversa da quella offerta dai partiti tradizionali. Le sirene del Palazzo lo stanno conquistando. La «società civile» tanto lodata, alla fine sparisce. Come bilancio dei primi tre mesi della nuova legislatura, il risultato appare sconfortante.
Nessun commento:
Posta un commento