giovedì 20 marzo 2014

INSULTI L'EX SU FB ? DIFFAMAZIONE AGGRAVATA. LO DICE IL TRIBUNALE


Bè, a questo punto conviene buttarsi sul Penale. Se questa sentenza del Tribunale di Livorno venisse confermata ai più alti piani della giurisprudenza e divenisse, come si suol dire, diritto "vivente", non si conterebbero le querele per diffamazione commissionate agli avvocati che si occupano di reati o pretesi tali.
Gli uffici giudiziari, già intasati e inefficienti di loro, scoppierebbero.
Cosa dice questa sentenza ? Semplicemente che sfogarsi sul proprio diario di FB contro qualcuno, fidanzato o ex , marito, moglie, datore di lavoro...chi sia, può costituire, se lo sfogo ha carattere ingiurioso e/o attributivo di condotte non lecite, diffamazione AGGRAVATA. Trattata e punita come il reato corrispondente a mezzo stampa. Aspetto commenti dagli specialisti.
La notizia l'ho presa dal sito SKODE.COM, curato da Riccardo Scandellari


Sentenza shock: insultare sui 

social network è 

“diffamazione aggravata”


Sentenza shock: insultare sui social network è “diffamazione aggravata”
Avevo già scritto riguardo la pericolosità dei social network dal punto di vista legale, l’Italia è un paese dalla querela facile e chi si sente offeso spesso usa questo strumento per far valere i propri diritti.
Insultare qualcuno sulla propria pagina Facebook può essere considerato “un delitto di diffamazione aggravato dall’aver arrecato l’offesa con un mezzo di pubblicità” equiparato “sotto il profilo sanzionatorio alla diffamazione commessa con il mezzo della stampa”. Lo stabilisce una sentenza del tribunale di Livorno, come riferisce Il Tirreno, le cui motivazioni sono state depositate nei giorni scorsi. Secondo la sentenza, Facebook ha una “diffusione incontrollata”. Esprimersi su Facebook implica quindi una “comunicazione con più persone alla luce del cennato carattere pubblico dello spazio virtuale in cui si diffonde la manifestazione del pensiero del partecipante che entra in relazione con un numero potenzialmente indeterminato di partecipanti e quindi la Conoscenza da parte di più persone e la possibile sua incontrollata diffusione”. E’ con questa sentenza che è stata condannata una ragazza di 26 anni per le ingiurie all’ex datore di lavoro.

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