Chi scrive, lo fa sicuramente per il piacere d farlo, ma subito dopo, ad una ruota di distanza, per quello di essere letto e , ancora un passo indietro, ma sempre molto vicino, di essere apprezzato.
Dopodiché, per soddisfare queste pulsioni finisci per fare un blog che ha anche un discreto successo, almeno parametrato alle tue per fortuna piccole ambizioni, e in 4 anni (il 10 maggio prossimo...) arrivi ad avere 1500 contatti al giorno, tra l'altro molti negli Stati Uniti, dove evidentemente una colonia italo americana ha adottato l'Ultimo Camerlengo come proprio occhio su alcuni aspetti della vita in Italia. Un bel giorno, non scrivi una cosa tua, ma ne riporti un'altra ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/04/sono-un-avvocato-in-memoria-di-lorenzo.html ), che hai letto e trovato bellissima, scritta da una collega, Sara Fusi Serangeli, subito dopo la drammatica vicenda di Milano, con tre morti al Palazzo di Giustizia, tra cui un giovane avvocato, Lorenzo Alberto Claris Appiani, e ti leggono in poche ore TRENTAMILA PERSONE ( questo è il dato aggiornato, ma penso crescerà ancora, perché chi legge poi spesso CONDIVIDE, e quindi estende ai suoi amici l'articolo). E' il cosiddetto effetto virale.
Tra l'altro gran parte di questi lettori sono avvocati, e siccome encomiabilmente Sara, nel suo commovente sfogo, non ha mancato di sottolineare la tristissima e mediocre distinzione tra le vittime, col magistrato non si sa perché figlio di un dio maggiore, la cosa, unita ovviamente al sorprendente successo di lettori, suscita l'attenzione dei quotidiani seri, come il Corriere della Sera, e pare anche di quelli meno, come il Fatto. La differenza di stile sembra sia stata ribadita anche in questa occasione, visto che il secondo, nel riportare il post dell'amica Sara, lo avrebbe attribuito ad altra persona...
Vabbè, piccole miserie. La cosa che ovviamente mi inorgoglisce è invece essere citati da una cronista nota come Giusi Fasano, del Corsera, che correttamente riporta il nome del sito che ha dato visibilità alle bellissime parole di Sara, e lo presenta come un blog seguito da "molti legali".
Questa cosa in effetti è diventata un po' vero, e questo grazie inizialmente al Maestro Domenico Battista, che ammise, me civilista, nel gruppo fb degli avvocati delle camere penali, conoscendo la mia passione per i temi della tutela dei diritti e delle garanzie, e la forte contrapposizione alla deriva di certa magistratura (peraltro da parte del figlio di un magistrato valentissimo e ben diverso da questa trista parte dei suoi colleghi).
Due ultime cose.
La prima, le parole di Sara nel raccontarmi com'era nato il suo sfogo : " ieri mattina ho scritto quella nota sulla mia pagina fb in preda allo sconforto e alla rabbia. Mi sentivo sola, una demente, a leggere commenti di persone che continuavano a parlar male degli avvocati e a sentire addirittura colleghi che sostenevano che Lorenzo era stato sciocco perchè avrebbe potuto mandare un fax per dichiarare la propria incompatibilità. Così ho letteralmente vomitato quelle parole aspettandomi critiche e invece c'è stato questo ritorno bellissimo, che mi fa ben sperare che la nostra professione vuole dire ancora molto per tanti di noi ".
La seconda : Grazie.
Il Colle agli avvocati: le vittime tutte uguali
L’amarezza dei legali e la precisazione del Quirinale
dopo il discorso al Csm riunito a Milano
La lettera manifesto in Rete: «Siamo quelli a cui sparano alle
spalle mentre lavoriamo in aula»
dopo il discorso al Csm riunito a Milano
La lettera manifesto in Rete: «Siamo quelli a cui sparano alle
spalle mentre lavoriamo in aula»
Una lettera dettata dall’emozione: «Sono un avvocato, quello da cui vieni quando sei nei guai, quando sei arrabbiato, quando hai un problema e non sai dove sbattere la testa...». Passaggi scritti con amarezza: «Sono quello che per fare il suo lavoro ha studiato tanti anni, poi ha fatto una pratica faticosa e spesso gratuita. E dopo di nuovo l’esame, la gavetta, l’incertezza, la responsabilità...». E poi parole di delusione: «Sono quello che quando gli sparano alle spalle in un tribunale, in una mattina di inizio primavera, lo pensano solo gli altri avvocati, perché sono tutti preoccupati del magistrato e delle misure di sicurezza».
Più delle dichiarazioni ufficiali e delle polemiche, è stata questa lettera, ieri, a farsi largo nei pensieri di migliaia e migliaia di avvocati d’Italia. Autrice: l’avvocatessa Sara Fusi, un nome diventato di colpo molto noto dopo che il blog «L’ultimo Camerlengo» ha deciso di pubblicare l’intervento e aprire la strada ai commenti. Nel giro di poche ore il post di Sara è stato il più letto di sempre sul blog, che è seguito da molti legali. Ma non solo. Un crescendo di messaggi via WhatsApp, di email, di sms e di pubblicazione su altri blog di studi legali, hanno amplificato la diffusione a dismisura. E tutto questo proprio mentre sui fatti di Milano era in corso una discussione che riguardava lo stesso tema: per l’avvocato Lorenzo Claris Appiani è stata espressa oppure no la stessa solidarietà dichiarata da più parti per il giudice Fernando Ciampi?
A metà giornata il Quirinale, che sull’argomento si era sentito tirato in ballo, ha diffuso una nota per dire che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è responsabile di «nessuna omissione» e «ha chiaramente ricordato tutte le vittime di quel gesto di insensata violenza» chiedendo, nel suo intervento al Consiglio superiore della Magistratura, «che venga garantita la sicurezza di tutte le persone» e aggiungendo di «piangere per i nostri concittadini rimasti vittime».
Ed è direttamente al Capo dello Stato che si era rivolto due giorni fa l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), facendo un appello «perché si contrasti la campagna denigratoria in corso da anni non soltanto contro la magistratura ma anche contro l’avvocatura». Lo stesso Oua (presidente Mirella Casiello) chiedeva al ministro della Giustizia Andrea Orlando un incontro urgente «sulla sicurezza e sulla precarietà dell’edilizia giudiziaria» e provava a chiudere il capitolo delle «polemiche sterili» di questi giorni sugli avvocati trattati come vittime di serie B. «Sarebbe inaccettabile — dice la nota dell’Oua — che si facessero differenze di fronte a un fatto tragico come questo». Anche il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin era intervenuto per spiegare che «l’Avvocatura è e resterà in prima linea a tutela della nostra democrazia ma non può e non deve essere lasciata sola».
«È il trionfo della retorica» è il commento lapidario dell’avvocato Franco Coppi. «Io credo che in un caso come questo non abbia nessun senso parlare per categorie, avvocati o magistrati che siano. Con tutto il rispetto che serve per le persone che sono morte in questa storiaccia, c’è da dire chiaramente che non è stato un gesto contro la magistratura o l’avvocatura. È stato un fatto che ha radici conosciutissime nell’esperienza umana: una vendetta. Niente di ideologico e quindi mi infastidisce, appunto, tutta questa retorica sulle categorie. E devo dire che il primo a sorprendermi per ciò che ha detto è stato proprio il Capo dello Stato».
Che fossero o meno polemici su questo tema, ieri gli avvocati si sono riconosciuti nella lettera pubblicata sul blog. «Sono un avvocato, quello che sta dalla tua parte quando gli altri ti vorrebbero linciare, che ascolta le tue c... quando nemmeno tua madre ne vuole più sapere di te».
Giusi Fasano
PAOLO CAVUTO
RispondiEliminaCongratulazioni Stefano! Citazione meritata!
CATERINA BELLETTI
RispondiEliminaPROUD !
MARY MARINOSCI
RispondiEliminaTe lo meriti! Bravo
CATALDO INTRIERI
RispondiEliminaOggi sul Corriere della sera riflettori sulla bellissima lettera della collega Fusi e sul blog del grande Stefano Turchetti arrivati sino al Qurinale e grazie ai quali la presidenza della Repubblica ha pubblicato una doverosa precisazione. Dedicato a tutti quelli che FB " sono sempre i soliti e la politica si fa altrove" spero di leggerlo nella rassegna stampa dell' Unione. Un triplo hurra' per il Camerlengo
PAOLA PASQUINUZZI
RispondiEliminaBRAVO STEFANO !
SABRINA LUCANTONI
RispondiEliminaGrande Stefano!
ARTURO BONSIGNORE
RispondiEliminaOnore e gloria a Stefano.
Mattarella è il mio Presidente, in rodaggio....
ILARIA LIVIGNI
RispondiEliminaAdoro il Camerlengo
MARIA LAMPITELLA
RispondiEliminaGrande Stefano , grande Camerlengo
CATALDO
RispondiEliminaGrazie Stefano che da' voce agli avvocati. Piuttosto, e lo dico con rammarico, spiace leggere i commenti dell'OUA non accompagnati dai nostri.
EMILIA ROSSI
RispondiEliminaStefano, il tuo blog è un virus potente di cultura del diritto di cui dobbiamo tutti esserti grati. Bravissimo!
MAURIZIO VIDOLI
RispondiEliminasono lieto, per te, ma egoisticamente ancor più per me. Questo riconoscimento mi dimostra che in Italia il merito non è "un caro estinto".
NICOLA BARBERA
RispondiEliminaMolto di coloro che hanno scoperto il Blog ci si ritrovano e spesso si trovano a condividere perché la condividono una linea di pensiero colta ed equilibrata.
Congratulazioni per la citazione. L'augurio è quello di poter leggere il Camerlengo come editorialista di un giornale serio. Ad maiora
CATALDO
RispondiEliminala tardiva rettomarcia del quirinale e' stata determinata dai post , come dimostra l'articolo a tutta pagina sul principale quotidiano italiano.
Temo che senza post e blog si parlerebbe ancora meno del pochissimo di cui dobbiamo accontentarci
EMILIA
EliminaHai ragione da vendere, Cataldo. Non capita tutti i giorni nemmeno che il Quirinale si senta in dovere di rettificare. Oggi (ieri) è successo grazie al Camerlengo Stefano Turchetti e alla sua straordinaria capacità di comunicare.
Non è cosa da tutti e non è cosa da poco.