domenica 9 marzo 2014

POLITO IRONIZZA SU GRILLO SECESSIONISTA, MA IL PROBLEMA C'E'


Antonio Polito ironizza sulla recente uscita di Grillo che ipotizza la fine dell' Italia Nazione come la conosciamo, con la suddivisione della stessa, non ho capito bene in che modo.
Leggiamo allora le parole testuali usate dal leader dei grillini nel suo Blog   : 
......
Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi? Se ci fosse un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera, dell'autonomia della Sardegna o del congiungimento della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige alla Francia e all'Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. E se domani..."
Polito, come detto, e come potete leggere a vostra volta, commenta e ironizza. Sicuramente Grillo ha un approccio un po' rozzo e semplicistico di porre i problemi, però non è che se li inventa. A Nord l'insofferenza è GRANDE, ed io ho amici lombardi, veneti, ma anche friulani ( e giuliani, così faccio contento chi so io ) che quando parlano di Francesso Beppe una lacrimuccia di rimpianto gli scappa. Non parliamo dei tirolesi e dei valdostani. Comunque si tratta di regioni, per la maggior parte, dove la certezza assoluta è che senza Italia, loro se la caverebbero benissimo, anzi starebbero decisamente meglio ( e in alcuni casi, cifre alla mano, è proprio così).  
Altrove magari è più complicato perché in Italia centrale non è che uno possa avere ricordi fausti dello stato pontificio...ed economicamente non le vedo regioni che, da sole, potrebbero reggere. Sicuramente al sud la questione sarebbe seria. 
Mettiamola così. Problemi di annessione non ne abbiamo, che qui Austria e Svizzera non sono in trepida attesa di accoglierci (anche se, parlando solo di ALCUNE regioni, chissà...), ma che in un periodo di economia gravemente depressa, e uno Stato alla disperata (qui ormai non è manco avidità, è proprio disperazione, che chi potrebbe insistere con una tassazione sempre più infame e ladresca, con la rabbia e i pericoli che ne derivano, se non fosse disperato ?? ) e perenne ricerca di danari per coprire falle e galleggiare, le tensioni secessioniste si aggravino è un fatto, come peraltro si vede un po' ovunque in Europa. Certo, da noi non ci sono grandi trascorsi storici, come per i Catalani o gli Scozzesi, che la Padania è un'invenzione bossiana, ma il cappio tassaiolo può essere ben più efficace come miccia. 
Studiosi seri, come Luca Ricolfi ( ), trattarono con serietà il problema, e la questione del Nord, contrapposta a quella meridionale (ma senza contrapposizione, resterebbe speculare), è vera e grave. La Lega gli aveva dato voce e rappresentanza, in modi folkloristici e discutibili, ma sollevando la questione. Il Federalismo, VERO, e quindi per prima cosa fiscale, non ha mai preso luce, realizzando degli ibridi rovinosi (vedi il nuovo titolo V della Costituzione, partorito da un decerebrato centrosinistra, che corteggiava l'elettorato leghista) e ora, da quelle parti, sono furibondi e senza più decompressione politica.
Io sono di Roma e vivo a Roma, non ho nulla da guadagnare dall'ipotesi grilliana, però capisco i miei amici del nord. Un federalismo sano, tipo USA o Svizzera, lo vedevo bene, ma oggi non ne parla più nessuno, che anzi, i disastri del regionalismo stanno portando i politici a rivalutare un maggior centralismo. 
Non è roba che verrebbe votata oltre po (e forse già dalla linea gotica in su ). La Lega ha perso consensi perché ha perso credibilità, ma quei voti non li ha presi nessuno. Sono nell'astensione, soprattutto, e un po' ne ha presi Grillo, che cerca di prenderne altri (immaginando di perderne a sinistra.
Se si facesse un referendum al Nord, non penso finirebbe come Polito auspica.


la Svolta secessionista di Grillo 
e il Populismo vagante per il Paese 


Vent’anni dopo Bossi, Beppe Grillo ha scoperto la secessione. Non solo quella della Padania dall’Italia: la secessione di tutti da tutti. Sarebbe bello — scrive sul suo blog — se si tornasse alla Repubblica di Venezia e al Regno delle Due Sicilie, così smetteremmo di essere schiacciati dalla burocrazia e ci riprenderemmo la nostra sovranità monetaria. Non è insomma una proposta di cambiare il nostro sgangherato federalismo regionale con le «macroregioni», cosa che avrebbe anche senso
 È proprio l’idea di spacchettare l’Italia e in sostanza di mettervi la parola fine: «L’Italia è un’arlecchinata di popoli che non ha più alcuna ragione per stare insieme», sanziona l’uomo che fino a ieri la voleva difendere dall’invasione degli stranieri immigrati.
Il progetto presenta qualche problema pratico. Per esempio: che se ne farebbe un Regno delle Due Sicilie della sovranità monetaria? Oppure a chi diamo Roma e il Lazio nel caso, più che probabile, che papa Francesco rifiuti di ricostituire lo Stato Pontificio? Oppure come ridare a Venezia il controllo dell’Egeo. Ma queste non sono domande da farsi. Quella di Grillo è solo un’uscita elettorale, e lo sa anche lui, e altre ne verranno man mano che si avvicinano le europee, che appaiono sempre più come l’ultima spiaggia di un Movimento 5 Stelle diviso e frastornato.
Ciò non toglie però che un senso politico ce l’abbia, questa conversione leghista di Grillo. E sta nel possibile saldarsi, in chiave anti-europea, dei vari populismi vaganti per l’Italia. Prova ne sia la corsa di Matteo Salvini all’inseguimento di Grillo (un errore tattico che il vecchio Bossi non avrebbe mai fatto, regalare la propria bandiera all’avversario). Ma a differenza del resto d’Europa, per esempio la Francia della Le Pen, dove la marea anti-Bruxelles è almeno fieramente nazionalista, il nostro populismo vorrebbe scindere l’Italia dall’Europa per poi scinderla ulteriormente al suo interno. Non ha molto senso, nemmeno per un movimento secessionista. Quelli veri, come dimostrano i casi catalano e scozzese, sono invece europeisti, e per ovvie ragioni: perché più piccola è una patria e più ha bisogno dell’Europa.
Eliminare l’Italia per eliminare i problemi dell’Italia è un’idea che ha comunque una sua vis comica, e in quanto tale sarà probabilmente al centro della prossima tournée di Beppe Grillo.

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