mercoledì 1 ottobre 2014

FACCI DERIDE TERESA BENE E I SUOI SPONSOR. VIOLATE LE REGOLE PER SCEGLIERE UNA CHE DOVEVA PRESIEDERLE, LE REGOLE.



Cosa ci vuole per essere ammessi al CSM ? Leggo che bisogna essere professori universitari ordinari (non basta associati) e aver fatto l'avvocato per 15 anni, manco tanti... Ebbene Teresa Bene manco quelli ! Ed era un professore associato. Quindi ineleggibile.
E invece in Parlamento, dopo aver atteso tanto (frettolosi  ha definito Napolitano i parlamentari votanti, per spiegare l'errore, ma nei giorni passati li aveva accusati di vergognosa lentezza, che peraltro per la Corte Costituzionale perdura ), l'hanno votata senza accorgersi di violare delle regole in fondo semplici.
La derisione di Facci, di candidata, sponsor politic e parlamentari elettori, ci sta tutta !




Ben fatto

 
Ben fatto


I democristiani cambiavano le regole alla chetichella e dopo procedevano, ma neanche il fascismo procedeva senza aver prima cambiato le regole: persino gli atti d'imperio esigono una parvenza di professionalità. Da qui la domanda: come ha fatto, Renzi, a pensare d'imporre Teresa Bene al Csm? 
Per andare al Csm occorre essere professore ordinario, ma lei è associato; occorre aver fatto l'avvocato per 15 anni, ma lei non l'ha fatto: che altro serviva per giudicarla ineleggibile? E perché lei non ha detto niente? Pensava di sfangarla? Era amica e consulente del Guardasigilli Orlando: neanche lui s'è accorto di niente? In Parlamento l'hanno votata in 486: nessuno ha sbirciato il curriculum? Di sicuro l'ha sbirciato qualche giornalista: ma è servito per farle un'intervista e per scrivere che la dottoressa ama la musica, il jogging, il mare e la lettura, inoltre ha collaborato - fondamentale - col magistrato Raffaele Piccirillo. Sapete chi si era accorta che era ineleggibile? Rosi Bindi: siamo a questo. Siamo alla disinvoltura di mandare una tizia in un organo di garanzia (cioè un organo che deve controllare le regole) violando le regole. Mancava solo la reazione di lei, che ieri ha letto un comunicato per dire che la sua esclusione è "errata sia nel merito che nel piano procedurale": ma ha dimenticato di spiegare perché, indugiando in formule di puro burocratese impastate di fonetica napoletana. A ripensarci, per il Csm era perfetta.

1 commento:

  1. MARCO FANTI

    Ti trascrivo qui il mio commento di stamattina:
    Sarò forse fissato ma credo che una delle questioni irrisolte del ventennio in corso sia la necessità di recuperare il corretto equilibrio tra poteri dello Stato e, nello specifico, tra politica e magistratura.
    In questo senso, la notizia dell'esclusione della prof.ssa Teresa Bene, eletta dal parlamento ma priva dei titoli per poter far parte del CSM, accolta senza particolare attenzione dai mezzi di informazione, è un fatto di particolare gravità.
    Il CSM, nelle intenzioni dei costituenti, in virtù della propria composizione aperta a membri esterni alla magistratura, avrebbe dovuto rappresentare un punto di equilibrio istituzionale all'interno del nostro ordinamento.
    Nei fatti, credo che sia indiscutibile che le intenzioni dei costituenti non si sono realizzate: il CSM è divenuto, nel corso degli anni, il terreno di accordo/scontro tra le correnti interne alla magistratura ed è mancato quasi del tutto un adeguato controllo da parte dei membri "laici" (e del presidente della Repubblica) sul buon funzionamento dell'istituzione.
    C'è chi ha proposto per ovviare al problema di intervenire sulle norme costituzionali modificando la composizione del CSM in senso più equilibrato rispetto all'attuale dove i membri laici (un terzo del Consiglio) sono in minoranza: è evidente, tuttavia, che la politica sia mancata clamorosamente ai propri compiti, passando per compromessi al ribasso e nominando all'interno del CSM figure assai poco rappresentative e - addirittura - come nel caso della prof.ssa Teresa Bene, prive dei necessari titoli.
    Ci si chiede: con quale forza e con autorevolezza la politica può sperare di vigilare su un CSM che spartisce gli incarichi direttivi secondo logiche di appartenenza, elargisce promozioni e avanzamenti di carriera in modo quasi automatico e chiude un occhio (o anche due) su evidenti mancanze disciplinari dei singoli magistrati, quando nomina persone non all'altezza del compito affidato e addirittura, come nel caso della prof.ssa Bene, non eleggibili?
    La pessima figura rimediata in questa circostanza (ultima ma non isolata) deve indurre la politica tutta (maggioranza ed opposizione) ad assumere consapevolezza dell'importanza delle proprie scelte, cambiando radicalmente il proprio approccio al tema. La magistratura deve essere certamente indipendente ma, al tempo stesso, per assicurare il corretto equilibrio istituzionale nello spirito voluto dalla costituzione, è fondamentale che i rappresentanti della politica nelle istituzioni di garanzia e di controllo (come il CSM o la Corte Costituzionale) siano persone in possesso di forza e di autorevolezza.
    Se ciò non dovesse avvenire, la prossima volta che singoli magistrati o gruppi, più o meno organizzati, decideranno di esondare dai propri compiti e condizionare in maniera la nostra fragile democrazia, sarà del tutto inutile lamentarsi ed appellarsi agli alti principi della nostra carta costituzionale.

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