giovedì 27 novembre 2014

INTERVISTA A FERRARA : DOPO BERLUSCONI C'E' SOLO RENZI



Giuliano Ferrara sta antipatico a tanti, e del resto un personaggio così esplosivo, categorico in tutte le sue affermazioni, provocatore per vocazione ancor prima che per mestiere, non può che avere molti "nemici". Allo stesso tempo ha molti fan.
Personalmente, non appartengo a nessuna delle due categorie, ma sicuramente ammiro l'intelligenza e la cultura innegabili dell'uomo.
Che è anche divertente nelle sue esternazioni, mai banali.
Per questo propongo la sua intervista, dove come al solito non appare l'ombra di un dubbio su nessun argomento.
Beato lui !


Ferrara: senza Silvio
il centrodestra non esiste 
Il suo vero erede è Renzi 
 

ROMA Appuntamento con Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio , alle quattro del pomeriggio.
Ma è in lieve ritardo.
«Sto salendo adesso su un taxi...». Cellulare, Roma, il frastuono del traffico di sottofondo. «Però se il tassista è disposto a sopportare le mie chiacchiere, l’intervista possiamo cominciarla subito... Dai, parti con la prima domanda...».
Silvio Berlusconi controlla ancora Forza Italia?
«Berlusconi non ha mai controllato Forza Italia. Non controlla coalizioni, né governi, né partito: lui è il partito, è la coalizione, è il governo. Una figura simile a Kim Il-sung, il dittatore coreano. Poi, certo, è anche un grande e famoso megalomane che, per anni e anni, è stato comunque l’unica giustificazione della destra italiana. Senza di lui cosa ci sarebbe stato, cosa c’è? Il Movimento sociale, An, Fratelli d’Italia... Roba da serie B. Bossi capì ed ebbe l’astuzia di essergli amico. Ma ora l’erede di Bossi è Salvini, un brillante attaccamanifesti. No, dai: la verità è che senza Berlusconi non erano niente e non saranno niente».
Non ti sarà sfuggito, direttore, che Raffaele Fitto sembra muoversi come uno pronto a lanciare un’Opa e...
«Non accetto domande su Raffaele Fitto!».
Permettimi d’insistere.
«Ma cosa dovrei dirti? È un politico di provincia che ha preso preferenze a Bisceglie, con enorme rispetto per Bisceglie.
Posso parlarti di Fitto? Posso parlarti di Fitto, dopo che mi hai appena chiesto un parere su Berlusconi, uno che ha battuto tutti i suoi avversari, da Occhetto a D’Alema, da Prodi a Bersani?».
Berlusconi intanto dice che Salvini può essere il nuovo candidato premier del centrodestra.
«Sai, Berlusconi cambia spesso le statuine del suo presepe personale... Ricordi quando diceva che Fini sarebbe stato il suo successore? No, dico: ad un certo punto indicò persino la Brambilla e io me lo ricordo Tremonti, a cena, che quando lo seppe quasi mi svenne davanti al ristorante... No no... Vuoi la verità?».
Dai.
«Berlusconi vuole governare con lucidità, e la parola lucidità qui la dico e qui la nego, una fase di transizione del Paese d’intesa con il Pd: poi, se al termine di questo percorso lui ce la facesse a vincere ancora, allora sarà Napoleone...».
E non ce la facesse?
«Gestirà la sconfitta con il suo vero erede».
E chi sarebbe?
«Renzi, è chiaro! Perché è Renzi il capo della nuova generazione che si riconosce nel trasversalismo inventato da Berlusconi medesimo. Staffetta perfetta».

Per immaginarci un Berlusconi vittorioso dobbiamo cominciare ad immaginarci un Berlusconi di nuovo candidabile: devi ammettere che ci vuole un bel po’ di fantasia.
«Più che alla fantasia, dobbiamo affidarci alla Divina provvidenza. Ci sono di mezzo tribunali italiani e la corte europea, l’interpretazione di molte leggi e l’elezione del nuovo capo dello Stato...».
Non hai mai nominato Angelino Alfano.
«Alfano?».
Alfano sostiene d’essere disposto a ricostruire un’alleanza di centrodestra ma...
«Dimmi un po’: non ti ho risposto su Fitto e ora pensi che ti risponda su Alfano? Guarda, non è antipatia. Però davvero questi sono tutta robetta... Fratelli di Alfano, Fratelli di Fitto, Fratelli di Salvini... partitucci, veri o potenziali, che non arrivano al 6%...».
Patto del Nazareno.
«Se mi dici che scricchiola, mi metto a urlare...».
Non te lo dico: ma è un patto destinato a durare, sì o no?
«Il cosiddetto Patto del Nazareno è la legittimazione della legislatura, e non per ragioni puramente aritmetiche. Vogliamo rinfrescarci la memoria? Dopo le elezioni del 2013, Berlusconi disse: voglio un governo di larghe intese e voglio che Napolitano resti presidente. Ricorderai che Bersani non lo ascoltò e provò a fare il governo del cambiamento con Grillo, andando subito a sbattere. Così spuntò fuori Letta, che pensò di farsi un governo in accordo con Alfano. Ma durò un battito d’ali. A quel punto chi arriva?».
Renzi.
«Bravo, arriva Renzi. E che fa? Riceve subito Berlusconi al Nazareno, nella sede del Pd, e lì gli spiega che accetterà entrambe le sue richieste, su governo e Quirinale. Tutto qui. Semplice semplice. Per questo il Patto tiene. E vi sarei grato se voi del Corriere riusciste a spiegarlo anche a quei due premi Nobel di Fitto e di Brunetta...».
( Pausa ).
«Aspetta che devo dire al tassista... ecco, qui, se accosta qui è perfetto. Io sono arrivato... E tu che dici? Mi sembra che l’intervista c’è tutta, no?».

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