sabato 13 dicembre 2014

"VERONICA HA UNA INDOLE MALVAGIA E PRIVA DI UMANA PIETA'". PROPRIO COME I GIUDICI CHE SCRIVONO COSì DI PERSONE MAI CONOSCIUTE



Vi piacerebbe dire tutto quello che vi viene in mente, che pensate, senza doverne mai pagare le conseguenze, dotati di un'immunità assoluta ? Immagino di sì.
Bene, dovevate fare i giudici.
Incontrate una persona per la prima volta nella vostra vita, la interrogate per qualche ora, dopodiché potete scrivere di lei che è una di "indole malvagia e priva del più elementare senso d’umana pietà".
Io ho scarsa e nulla stima degli psicologi, preferisco, se costretto, gli psichiatri, che almeno hanno studiato medicina prima di specializzarsi nella difficilissima disciplina dei mali e delle sofferenze della psiche umana.
Però  gli psicologi la finta di sottoporti a dei test, a delle prove pseudo scientifiche, la fanno ! Questi invece arrivano, ti esaminano per qualche ora, e hanno capito tutto di te, inferni interiori compresi...
A me starebbe anche bene, SE poi, nel caso si rivelasse che nel tranciare giudizi siffatti,  frettolosi, per giustificare il fatto che ti lasciano in galera, questi fenomeni si sono sbagliati, venissero puniti. Disciplinarmente ed economicamente. 
Invece no.
Veronica Panarello naturalmente è persona che potrebbe uccidere ancora (una serial killer) e ovviamente si darebbe alla fuga se solo venisse ammessa ai domiciliari. Le grandi forze di polizia dello stato italiano avrebbero poi un gran da fare a ritrovare una ragazza di 26 anni, senza mezzi, abbandonata anche dai familiari, non risultante ancora facente parte di organizzazioni criminali mafiose che ne favorirebbero la latitanza.
Chi invece di qualche ora ha trascorso qualche giorno vicino a Veronica, vale a dire le compagne di carcere, mostrano per il mostro umana pietà. L'aiutano, prestano i loro indumenti a lei che evidentemente ha un cambio insufficiente per i propri.
Magari quando è arrivata in carcere anche loro l'hanno insultata, come quelli fuori, occupati a fare foto e selfie per immortalare la loro significativa presenza nel giorno della carcerazione della Medea ragusana. Poi chissà, vedendola, la sensazione che fosse, in ogni caso, una disgraziata, come e più di loro, gli è venuta.
E la trattano con umanità.
Quella che manca a certe penne togate quando si divertono a fare gli apprendisti stregoni della psicologia da bar. 

P.S.
Sotto c'è una delle foto incriminanti. Vedete la freccia rossa ? Indica qualcosa o qualcuno. Voi distinguete la figura ? Io no. La madre  chiede agli inquirenti come facciano a dire che quello è Loris. Anche io glielo chiederei. Ma in genere sono soggetti che fanno domande, e non danno risposte. Per esempio, se gli chiedi "scusi ma il movente di questo delitto ?" ti possono rispondere "non è rilevante".
Da non capitarci MAI.
Fatevelo, tra gli auguri di Natale.

 

Il gip: “Veronica è senza pietà, nega l’evidenza” Fermo convalidato: “Potrebbe uccidere ancora” Lei: “Sono innocente, voglio andare ai funerali”

La ricostruzione dei pm convince il giudice: «La madre di Loris ha indole malvagia». L’avvocato della donna all’attacco: «E’ un processo indiziario senza alcun movente»
ANSA
In un fermo immagine pubblicato dal quotidiano “La Sicilia” si vede la polo nera di Veronica Panarello che si allontana dalla sua abitazione alle 08.42 del 29 novembre 2014. La freccia rossa indicherebbe il piccolo Loris che rientra a casa
 Silenzi e bugie, ostinati. Accompagnati da una «condotta cinica» e dalla «evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze», con «un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e priva del più elementare senso d’umana pietà». Il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, ricostruisce la personalità di Veronica Panarello, 26 anni, nel decreto con il quale convalida il fermo ed emette un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della donna accusata di avere ucciso, il 29 novembre scorso, suo figlio Loris di 8 anni.
Lo avrebbe strangolato, ritiene il giudice. La donna, avrebbe «avuto il tempo e l’occasione per farlo» con una fascetta stringicavo in plastica della «quale aveva disponibilità». Ed avrebbe anche «avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato», vicino al Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina. Il Gip avanza anche un giudizio, sostenendo che «non è «ragionevole ritenere che di fronte alla tragica situazione di un figlio di 8 anni ucciso in un modo così brutale» la donna «si rifiuti ostinatamente di raccontare la verità».
L’unica spiegazione, è che lo fa «in quanto lei stessa è la responsabile del grave delitto». Ecco perché nei suoi confronti, esaminando gli atti prodotti dalla Procura grazie alle indagini di carabinieri e polizia, emerge un «quadro indiziario di rilevante gravità». E sussiste il «pericolo di fuga» della donna, che potrebbe «commettere gravi delitti della stessa specie». 
Un’accusa pesante davanti alla quale Veronica Panarello, in carcere, non trattiene le lacrime. Anche se poi torna al solito ritornello: «Sono innocente, non ho ucciso Loris, l’ho accompagnato a scuola». «Sono sotto attacco mediatico» dice al suo avvocato, ormai consapevole che anche la famiglia dubita di lei. Per questo rinnova l’appello: «Ai miei cari dico: non mi abbandonate». Intanto ha trovato la vicinanza delle altre detenute, che le hanno fornito vestiti di ricambio che aveva finito. Soltanto suo padre l’ha cercata e anche a lui ha espresso il suo desiderio. Irrealizzabile. «Voglio andare ai funerali di Loris, voglio esserci per stare vicino a mio figlio». Funerali che non sono stati fissati in quanto la salma sarà restituita solo la prossima settimana, visto che ancora si sono conclusi gli esami del medico legale Giuseppe Iuvara. 
Ma nel provvedimento del giudice Maggioni c’è un altro elemento che colpisce e che, in parte era già emerso nel decreto di fermo. In 106 pagine non c’è un abbozzo di spiegazione a quel che è accaduto, non c’è il perché una madre avrebbe ucciso il figlio. «La mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza», si limita a scrivere il giudice. Provano a dare una risposta il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, ipotizzando che «il fragile quadro psicologico della donna, non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine, potrebbe rivelarsi una possibile concausa della determinazione omicida» di Veronica Panarello. 
Che per il giudice e i pm è una donna che «mente, anche davanti all’evidenza». Anche quando il marito, Davide Stival, la riconosce in auto mentre fa un percorso diverso dal solito per accompagnare Loris a scuola. Ed è anche questa una prova, per il Gip, che induce «ragionevolmente affermare che il bambino che si vede nelle immagini rientrare a casa alle 8.30 è proprio Loris». E che sale a casa utilizzando il duplicato delle chiavi che la donna ha in auto. Tanto che quando torna apre il garage dall’interno. E il fatto che lei parcheggi in retromarcia nonostante ci sia posto in strada è un fatto «anomalo e inconsueto» anche per suo marito. Che non riconosce il percorso descritto dalla moglie fatto per andare a scuola, perché loro hanno sempre fatto lo stesso, e non è quello. 
La bugia, per l’accusa, è radicata in Veronica Panarello che tenta il suicidio, chiama i carabinieri e poi dice che è stata la madre a inventarsi tutto: lo afferma anche a pm e Gip che le mostrano i verbali degli investigatori e le cartelle del suo ricovero. Avrebbe mentito quando ha detto di non conoscere il Mulino Vecchio, visto da ragazza con la famiglia che lì andava a prendere l’acqua. E di non esserci mai stata quel giorno. Ma le telecamere la individuano due volte nella zona nella mattinata del 29 novembre. «Sono soltanto sagome non è la mia Polo», ribadisce dal carcere Veronica Panarello. E il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita segnala: «È un processo indiziario e senza movente». Tra i testi a discolpa la difesa potrà chiamare la vigilessa che in un primo momento aveva detto di ricordare la presenza della donna in auto vicino alla Falcone-Borsellino ma poi ha ritrattato. Per il gip, come per la procura, le dichiarazioni del funzionario pubblico sono «altamente contraddittorie» e invece la ricostruzione della Procura basata su indagini di carabinieri e polizia, «non è inficiata da queste dichiarazioni che non attendibili». 
La procura non esulta per l’accoglimento in pieno della sua tesi: «La drammatica gravità dei fatti oggetto delle accuse mosse a Veronica Panarello - affermano Petralia e Rota - impongono sobrietà e rispetto per i sentimenti di dolore e pietà che la vicenda suscita». Dall’ufficio arriva una sola precisazione. Ed è una magra consolazione: Loris non ha subito violenze sessuali, né il giorno del delitto né prima.

15 commenti:

  1. FRANCESCO ANTONIO MAISANO

    Bravo Stefano !

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  2. ALFONSO MARIA AVITABILE

    Il gip ha fatto un corso accelerato di psicologia/psichiatria.
    ...è bello sapere che studiano.

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  3. Posso anche essere d'accordo con lei rispetto a quello che scrive, ma in qualità di psicoterapeuta e "pseudoscienziato", come lei definisce la categoria, le faccio notare che di solito una persona si accanisce maggiormente con ciò che gli somiglia. A tal proposito, se pure posso serenamente "sopportare" la sua mancanza di stima per la categoria, lo stesso non si può dire per la frase seguente (Però gli psicologi la finta di sottoporti a dei test, a delle prove pseudo scientifiche, la fanno !), con la quale dimostra di conoscere molto poco di psicologia e psicodiagnosi, ma sulla quale si lascia andare a semplicistici commenti, nei quali, peraltro, lei mi dovrebbe insegnare, potrebbe rintracciarsi il reato di diffamazione. Le faccio notare che per diventare psicoterapeuti si studia cinque anni, poi si effettua un tirocinio di un anno, si effettua un esame di abilitazione a cui seguono quattro anni di specializzazione. La inviterei, dunque, a ragionare maggiormente ed a rivolgere la sua attenzione anche sui suoi giudizi affrettati, come già qualcun altro più importante di me esortava a fare.
    Con scarsissima stima,
    Dott. Davide Ruvolo,
    Psicologo, psicoterapeuta, dottore di ricerca in "Scienze Psicologiche".

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    1. Dottore, per quanto riguarda il reato di diffamazione, non basta che lei si senta offeso, oltretutto per un commento generale, che non la investe personalmente, che non conosco. Io esprimo la scarsa stima per la sua categoria, e dopo aver visto operare ormai tanti dei suoi colleghi come consulenti nelle aule di tribunale non è certo il suo commento che sposta il mio pensiero. Lei la esprime nei miei confronti. Sono opinioni. Quanto alla frase sui test, le diatribe annose su di essi, le diverse scuole di pensiero, con quella "romana" a mio avviso giustamente criticatissima dalle altre (ma coi giudici della capitale ancorati ad essa), mi fanno parlare con convinzione di pseudo scienza. Non c'è nulla di meno scientifico e più obinabile delle relazioni dei CTU, e infatti basta vedere le critiche dei CTP e soprattutto gli esiti ondivaghi dei processi. Lei mi perdonerà se continuerò a preferirvi gli psichiatri, io non mi dorrò se escluderà il Camerlengo dalle sue letture.

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    2. Riguardo agli aspetti giuridici della diffamazione, non posso che convenire con lei sulla mia ignoranza, poiché esula dalle mie strette competenze professionali, anche se umanamente trovo molto più grave la diffamazione di un'intera categoria che quella personale. La inviterei a fare altrettanto vista la confusione che mi riporta tra un tipo di siglatura Rorschach (quella romana) e il test in sé, così come converrà con me che potrei ugualmente perdere stima negli avvocati per gli stessi identici motivi che riporta lei. Mi creda, conosco tanti avvocati molto capaci, ma ne conosco altri egualmente incapaci, ma sono in grado di fare distinzione tra la singola persona e la categoria. Così come credo che l'opinabilità delle consulenze non riguardi soltanto la psicologia, ma fortunatamente investe l'intero percorso dibattimentale, permettendo così l'esistenza di opinioni differenti. La stessa psichiatria basa la sua diagnosi su un manuale STATISTICO di incidenza dei disturbi e non su meri aspetti oggettivi, difficilmente identificabili in tutte le scienze. D'altronde penso che proprio l'assenza di univocità nelle questioni permetta il lavoro sia dell'avvocato che dello psicologo. Detto questo, immagino che difficilmente riusciremo a trovare un accordo sulla questione, né è mia intenzione farlo, ma trovo sempre stimolante potersi confrontare su posizione differenti. Proprio per questo spero non si dorrà se continuerò a leggerla.

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    3. Dottore, ipotizzando una sua risposta, avevo immaginato che mi avrebbe parlato della mia categoria, di cui però, generalmente, ho giudizio ancora peggiore ! Ora, lei ha ovviamente ragione nel biasimare le generalizzazioni, e sicuramente ci sono valenti e seri professionisti in entrambi i settori. Però se tanta letteratura (soprattutto per noi legali, che sul mercato ci stiamo praticamente da sempre) è così sarcastica quando non del tutto negativa, forse qualche buon motivo c'è. Io lo credo.
      Ciò posto, lei è persona che pone le sue critiche in modo ragionato e quasi sempre garbato, e a me non può che far piacere se, nonostante tutto, continuasse a leggere il blog. Stimolato dal suo intervento, penso di scrivere presto un post dove proverò a spiegare in modo articolato il mio pensiero critico sugli psicologi impegnati in campo giuridico, laddove qui si trattava di una mera battuta ironica (ok sarcastica) : l'oggetto e l'obiettivo erano altri. Con cordialità.

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    4. Avvocato, credo che in ogni caso il nostro scambio di battute, seppure a volte piccato, possa essere segno di una ricerca relazionale, che, a dire il vero, mi lascia una piacevole sensazione. Anche perché riguardo all'argomento principale sul quale lei scrive, non posso che essere d'accordo. Al di là delle colpevolezze giuridiche che eventualmente troveranno riscontro, sembra che ormai esista la necessità di identificare nell'altro il mostro, il diverso, lo straniero, l'altro da me, perché così facendo ci si possa illudere che tali situazioni non ci implichino. Ma se questo é scarsamente accettabile dall'uomo della strada, diventa inaccettabile quando a farlo é una figura istituzionale nello svolgimento delle sue funzioni.
      La saluto cordialmente... Magari ci sarà occasione di scambiarci idee su questo o altri argomenti.

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  4. FRANCESCO BIANCHINI

    la gente non si rende conto che queste cose, se dovessero diventare la regola (e spero di no) potrebbero capitare a tutti; interrogatori di 8 ore mascherati da sommarie informazioni, senza difensore....mala tempora currunt

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  5. MARCO SIRAGUSA

    Grande Camerlengo!

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  6. MAURIZIO BALLONE

    Arriveremo al giorno in cui smetteranno di scomodare il diritto e daranno solo valutazioni di tipo "morale". Non manca molto ....

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  7. PAOLO CAVUTO

    ".. ma in genere sono soggetti che fanno domande, e non danno risposte. Per esempio, se gli chiedi "scusi ma il movente di questo delitto ?" ti possono rispondere "non è rilevante".
    Da non capitarci MAI.
    Fatevelo, tra gli auguri di Natale. "
    Sempre bravo Stefano Turchetti!

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  8. VALERIO GIULIANO

    anch'io nutri molti dubbi sulle certezza dell'accusa. Le immagini non rivelano assolutamente nulla, non vi è nemmeno certezza che si trattasse della stessa auto. Povero chi finisce nel tritacarne di questa giustizia.

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  9. ROBERTO ZANCONI

    Di questa storia non so niente, ma le interviste della sorella (?), le dichiarazioni del GIP (!!!) e di quella vergogna per la categoria che è il cd "difensore" della povera ragazza (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) è semplicemente macelleria islamica. VERGOGNA ITALIA!!!!

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  10. ANDREA GIOVANNINI

    "La naturale capacità a delinquere", "l'indole malvagia" ... La vedo bigia.

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  11. Bravissimo Stefano.
    Con moltissima stima

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