venerdì 9 gennaio 2015

"LA DEMOCRAZIA CHE PREDICA LA TOLLERANZA, DEVE ESSERE INTOLLERANTE CON GLI INTOLLERANTI"



Ieri su il Garantista ho letto delle parole, scritte da Corrado Ocone, filosofo e saggista, che sento particolarmente mie. 
Avrei voluto riportare l'intero commento, ma il giornale non lo propone nella sua selezione on line, per cui mi limito a riportare i passaggi più affini. Perché nonostante gli allarmi, da tempo lanciati da autorevoli osservatori - 10 anni fa la nostra Oriana Fallaci - , gli episodi terroristici che si susseguono, l'Occidente ha mantenuto questo atteggiamento sostanzialmente imbelle nei confronti dell'integralismo islamico, pensando che accarezzando per il loro verso gli immigrati musulmani li convincerà ad essere "buoni e bravi" ? Così risponde Ocone, e io sono d'accordo con lui : 
"I motivi sono tanti. Il primo è connesso all'essenza stessa della democrazia liberale, la quale non è fatta per scaldare i cuori, non avendo saputo sviluppare una retorica all'altezza della libertà che garantisce. E' così potuta crescere la convinzione che il liberalismo abbia a che fare con il relativismo, che non creda in una verità ultima da difendere strenuamente. Mentre è evidente che, consistendo la verità del liberalismo proprio nella necessità di tenere aperto un tavolo di discussione con tutte le opinioni e con tutti gli individui, esso non può non combattere coloro che questa verità non accettano. E che, casomai, pensano di servirsi della libertà, del suo metodo aperto, per conquistare il potere e poi, dall'alto di mutati rapporti di forza, imporre il loro mondo chiuso. 
...
La democrazia che predica la tolleranza , non può essere che intollerante con gli intolleranti. . Deve fermarli prima che possano arrecare danni".
Obiezioni ? Io nessuna. Anzi.
Ocone poi rivolge un'accusa chiara a certi ambienti Liberal, intellettualoidi, per il loro colpevole strabismo. 
"Questa cultura, in nome di una concezione astratta del rispetto e della dignità di ogni essere umano, finisce per avere e diffondere una visione strabica della realtà. Può perciò succedere che tradizionali segni di identità occidentali, come il presepe e il crocefisso, vengano giudicati "offensivi" verso i musulmani, cosa che però non vale in senso contrario. Ma una cultura che si autoannulla può avere un futuro ? E il dialogo con tutti, pur sacrosanto, può svolgersi fra chi può manifestare una sua identità e chi invece deve nasconderla ? Perché la strage dei cristiani non fa notizia ?"
Infine Ocone, ricordando le denunce della Fallaci e le accuse di razzismo che le furono rivolte, osserva :
"Bastava leggere con attenzione per capire che non di razzismo si trattava, ma di un invito a tenere gli occhi aperti,, un invito a stare attenti a chi, a qualunque razza o religione appartenesse, volesse imporci un sistema di vita e credenze di stampo totalitario. L'ospitalità è certo un valore, ma non può essere estesa a chi vuole bruciarti la casa."
Applausi.





 

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