venerdì 30 gennaio 2015

LA SINDROME CONTRO IL PRESIDENZIALISMO E LA BUFFONATA DELLE QUIRINARIE



Da sempre preferisco il sistema americano, che pure ha i suoi difetti, rispetto a quello italiano. Conosco bene le litanie anti presidenzialiste, le ragioni storiche ( il fascismo, il Parlamento abolito) che hanno portato   alla scelta di una Repubblica parlamentare con un governo depotenziato e dove i veti incrociati hanno sempre avuto un peso rilevante, financo alla paralisi, favorendo consociativismo e compromessi al ribasso.  Negli ultimi decenni però si è vista una inversione di rotta, con i leader dei partiti che diventavano candidati premier di fatto, se non di diritto, e con il Presidente della Repubblica sempre meno notaio e più "giocatore". 
A questo punto, perché non rompere gli indugi e affidarsi ad un sistema presidenzialista dove il capo dello Stato è anche quello dell'esecutivo ed è eletto direttamente dai cittadini ?
Scopro che anche un rappresentante storico della sinistra come Piero Sansonetti è favorevole a questa soluzione.
Curioso è che coloro che continuano a stigmatizzarla, poi danno luogo a teatrini del tipo le "quirinarie" dei grillini. Il voto diretto no, quello on line sì...Non stanno bene da quelle parti, ma, come rileva giustamente Sansonetti, non sono gli unici affetti da questa strana sindrome. 


Quirinarie? Molto meglio la Repubblica presidenziale


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 Da molti anni – personalmente – sono favorevole all’elezione diretta del Presidente della Repubblica. E alla trasformazione della nostra repubblica parlamentare in repubblica presidenziale. Il fatto che la Costituzione non lo permetta non vuol dire che la repubblica presidenziale sia un assetto ”reazionario”. Non lo è. E anche se qualche decennio fa era Giorgio Almirante, il capo dei fascisti, a chiedere la repubblica presidenziale, non vuol dire che la repubblica presidenziale sia una soluzione fascista. In America, a occhio e croce, non c’è il fascismo. Nemmeno in Francia. Comunque se ne può discutere.

Prima di discuterne però vorrei soffermarmi su uno dei paradossi della lotta politica in Italia. Prendo ad esempio il movimento 5 stelle, per comodità, ma il paradosso riguarda anche altri partiti, intellettuali, giornali. l’M5S dice che la repubblica presidenziale è un golpe, perché viola la Costituzione, perché realizza il disegno della P2 e cose simili. Benissimo. Poi l’M5S chiede le quirinarie, e cioè le primarie per il Quirinale e anzi pretende di poterle svolgere in proprio e poi riversarne i risultati sugli altri partiti chiedendo loro di adeguarsi o comunque di tenerne conto.
Perché – spiega – le qurinarie sono un grande fatto di democrazia, che toglie la questione Quirinale dalle segrete stanze e dagli accordi tra i partiti, e restituisce trasparenza alla politica, e consegna il potere di decisione al popolo. C’è qualcuno che sa spiegarmi perché chiedere che il popolo elegga il presidente a suffragio diretto sia un tentativo di golpe, e invece chiedere a una piccola porzione di popolo di indicare per e-mail chi deve essere il presidente sia pura democrazia?
Ho l’impressione che la ”privatizzazione” delle elezioni, la pretesa cioè che ognuno si faccia le sue e che 50 mila votanti (lo 0,01% del corpo elettorale) contino più del parlamento eletto da circa 30 milioni di persone, sia una pratica antidemocratica molto, molto più grave di una legittimissima riforma della Costituzione. Se si vuole rispettare la Costituzione, e si è dell’idea che la Costituzione sia sacra e inviolabile, e irriformabile e inemendabile, beh allora bisognerà prendere atto che la Costituzione ha previsto per il presidente della repubblica l’elezione di secondo grado. E l’elezione di secondo grado, demandata alle camere riunite, vuol dire esattamente questo: assegnare la scelta del nome del Capo dello Stato non al popolo ma ai partiti politici e ad una trattativa tra di loro.  Le trattative sui nomi, in qualunque parte del mondo, non possono avvenire in altro modo che nella riservatezza e prevedendo scambi tra le parti che negoziano.  Punto.Se invece si vuole dare il potere al popolo, certo non solo le quirinarie del Fatto, o di Repubblica o di Grillo la sede adatta. Si convocano le elezioni popolari e chi prende più voti è Presidente. Sono favorevole all’elezione diretta del Presidente non solo perché sarebbe un procedimento che ridarebbe trasparenza alla politica e peso alla democrazia, ma per una ragione più forte: un presidente eletto dal popolo, e che avesse il potere di formare il governo e di restare in carica per quattro o cinque anni senza essere sottoposto ai giochi della fiducia e alle oscillazioni dei partiti e dei giornali, restituirebbe certezza alla divisione dei poteri, garantirebbe la governabilità, e permetterebbe di distinguere due questioni ( che in Italia abbiamo sempre mischiato ma che invece è bene che restino separate) e cioè governabilità e rappresentatività.
Fin qui noi abbiamo pensato che per aumentare la governabilità bisogna ridurre la rappresentatività: premi esorbitanti di maggioranza, tetti, soglie elettorali, eliminazione delle minoranze. La repubblica Presidenziale e la distinzione dei poteri eviterebbe questa confusione. La governabilità – come in America – sarebbe garantita dall’elezione diretta del Presidente e dai poteri che gli vengono assegnati. Il Parlamento esprimerebbe un potere distinto, legislativo e di controllo, che non potrebbe mai mettere in discussione la legittimità del governo, garantita dal mandato degli elettori al presidente. E quindi il Parlamento potrebbe essere eletto col metodo più rappresentativo possibile (uninominale o, meglio ancora, proporzionale puro).
Davvero non credo che ci sarebbe alcun rischio di autoritarismo. Ci sarebbe solo il rischio di un recupero di autorevolezza e di potere da parte della politica. E della sua capacità di misurarsi col governo reale del paese. E cioè la riassunzione di un compito che oggi è lasciato in gran parte ad altri poteri, non democratici, come il potere economico o l’esorbitante strapotere della magistratura. Non so valutare se l’opposizione alla Repubblica presidenziale sia dovuta proprio al timore di un ritorno della democrazia politica ( con conseguente riduzione dei poteri esterni alla democrazia) o invece a stupidità pura e genuina. Forse c’è un miscuglio di queste due cose…
 

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