martedì 6 gennaio 2015

POLITO E IL "METODO RENZI"



Ma per quanto tempo ancora gli italioti saranno ossessionati dal pensiero di Berlusconi ? Un uomo di 79 anni, con l'unica ambizione vera di evitare che la furia contro di lui arrivi addirittura alla prigione, o a rovinare le sue aziende, che, ricordiamolo in tempo di crisi, funzionano abbastanza dando lavoro a migliaia di persone, pagate senza ricorrere alle elemosina di Stato (vedi imprese decotte tenute in piedi tramite cassa integrazione e altri sistemi economicamente sanguinosi per le tasche dei contribuenti). Basta vedere il ruolo che Forza Italia esercita nell'attuale legislatura, regnante Renzino. Altro che opposizione !! Più fedeli di quelli dell'NCD, pure accusati di essersi venduti per un piatto di lenticchie. 
Sono tre anni e passa che il MALE ASSOLUTO è stato allontanato dalle sacre stanze del potere (potere ??? in Italia il potere è veramente a Palazzo Chigi ? ), non mi pare che sia accaduto il miracolo di vederci più virtuosi, più onesti, meno corrompibili, per non parlare dell'economia, in permanente, grave, difficoltà. Qualche scemo dirà che con tutti i guasti provocati dal Berlusca (sempre e solo lui, naturalmente, che dei 20 anni di seconda repubblica ne ha governati 9 scarsi ), tre anni non bastavano a riprendersi. SI vede che il Cavaliere Oscuro è stato così potente da avvelenare i pozzi di tutta Europa, visto che la crisi affligge tutto il vecchio continente, con pochissime eccezioni. La paronoia è una brutta bestia, e così, leggendo queste righe, ci sarà il solito idiota che mi accuserà di Berlusconismo, laddove un lettore attento avrà notato che io non ho mai parlato bene del capo del centro destra, ma piuttosto mi sono sempre ribellato alla bugia storica che lui sia stato il Male d'Italia, scordandoci d'incanto nefandezze e mediocrità che, ahinoi, ci accompagnano da sempre, "belli e impossibili". 
Adesso è saltata fuori 'sta storia del decreto fiscale che conterrebbe la solita norma "ad personam", un salvacondotto mascherato in nome del cd. Patto del Nazareno...
Se addirittura Antonio Polito si iscrive alla lista dei complottisti, ancorché in modo assai meno fazioso dei professionisti del genere, stiamo veramente messi male. 
In realtà il bravo giornalista sembra prestare più fede alla teoria del "ricatto" renziano al Cav, che il contrario. "Silvio, comportati bene, fai il bravo, e io fino al 2016 ti assicuro niente elezioni e te pure fuori dai guai giuridici e amministrativi per la condanna di evasione fiscale. Però tu di devi fidare...". Una roba così, pare immaginare l'editorialista del Corriere. 
I complottisti hanno dalla loro che basta la verosimiglianza, mica servono le prove delle loro tesi. Ad ogni modo, alcune osservazioni critiche del "metodo Renzi" sono sacrosante, ed è opportuno dargli una letta, come pro memoria.
 


Fisco e Quirinale, sospetti da fugare subito
di Antonio Polito 
 
 
Anche se fosse solo un «incidente di percorso», la norma che depenalizzava le frodi fiscali sotto una certa soglia deve suonare come un campanello d’allarme per alcuni metodi del «renzismo». Il primo problema è il Consiglio dei ministri. Nel quale evidentemente, per fretta, timidezza o esibizione di decisionismo, le norme non si discutono più collegialmente con la necessaria attenzione; oppure i titolari dei dicasteri non sorvegliano ciò che accade dopo la riunione del Consiglio, nei margini di discrezionalità aperti dalla formuletta «salvo intese».
Il secondo problema è l’eccesso di leggi delega, che lasciano le mani dell’esecutivo un po’ troppo libere di legiferare al posto del Parlamento, ridotto ad esprimere semplici pareri consultivi. Il terzo problema è la responsabilità dei civil servants , qui da noi chiamati burocrati, accusati spesso dal premier di frenare: funzione che questa volta si sarebbe invece rivelata utilissima, se qualcuno l’avesse esercitata. L’ultimo problema consisterebbe in una rivalutazione dei cosiddetti gufi, perché meno male che in giro c’è qualcuno che i testi li legge, a differenza dei ministri che li approvano.
In ogni caso, Renzi è uscito dall’impaccio come al solito con successo nei confronti dell’opinione pubblica: agli italiani cui la norma piaceva ha fatto sapere che l’aveva voluta lui, e a tutti gli altri che è stato lui a toglierla.

Resta però una nota stonata nella sommaria ricostruzione degli eventi finora fornita, e che ci costringe a tornare sull’argomento. Sia Renzi sia Berlusconi hanno fatto esplicito riferimento al patto del Nazareno, l’uno per negare che la norma ne facesse parte, e l’altro per affermare che era stata inserita ad arte proprio per farlo saltare.
Il presidente del Consiglio ha anzi aggiunto una cosa che in un Paese appena più pignolo sull’uso del potere pubblico avrebbe fatto sensazione. Ha detto cioè che sospende la norma e la riproporrà solo dopo l’elezione del futuro presidente della Repubblica.
Legare così una legge dello Stato che vale erga omnes a un’operazione politica, anche se solo per allontanare i sospetti, rischia di accrescerli invece che dissiparli. Perché aggiunge un ulteriore elemento di pressione su Berlusconi, sui «grandi elettori» di Forza Italia e sull’intero Parlamento: dopo l’ipotesi di una riforma elettorale postdatata al 2016, la depenalizzazione fiscale con la clausola post quem .
La necessaria e sacrosanta ricerca alla luce del sole di larghe alleanze per l’elezione del capo dello Stato inizia insomma ad appesantirsi di troppi sospetti do ut des . Per toglierli di mezzo, è opportuno tirar fuori manine e manone da sotto il tavolo e giocare a carte scoperte. Cominciando con il chiarire in maniera convincente che cosa è successo nel Consiglio dei ministri della vigilia di Natale. 

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