Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
martedì 6 gennaio 2015
BATTISTA E LA FANDONIA DELLA MANCANZA DI REGOLE. CE NE SONO TROPPE !!
Sarebbe interessante ascoltare le risposte del Premier alle obiezioni, piene di buon senso, che Pierluigi Battista rivolge al suo governo, annunciante ( l' "annuncite" era il vizio di Berlusconi...proprio vero che il maestro è sempre destinato ad essere superato da un allievo, prima o poi ) sempre nuove regole. Roba che gli stranieri - quelli che secondo una certa, patetica. vulgata, prendevano in giro l'Italia SOLO per colpa del Cavaliere...per la gente di fuori, il nostro è un paese bello e anarchico da sempre, non c'era mica bisogno dell'uomo della Brianza per accorgersene ! - domandano ai nostri imprenditori e professionisti impegnati oltre confine, se nella nostra Nazione, prima di Renzi, fosse lecita la corruzione, uccidere le donne, mettere sotto le persone per strada...
Il problema, per tutti gli Stati di Diritto, è l'applicazione delle norme, non la loro esistenza ! ché semmai il problema è esattamente l'opposto. Ne abbiamo talmente tante, molte astruse, incomprensibili, contraddittorie, che è praticamente impossibile non violarne qualcuna, anche inconsapevolmente ! E quando ci atteniamo alle stesse, magari ci contestano l'abuso di diritto...
In questo contesto, opera meritoria sarebbe di riprendere seriamente il discorso avviato da Calderoli (persona che non stimo, ma l'obiettivo che si era dato era sacrosanto in questo caso) che a suo tempo provò a disboscare un po' la giungla di legge, norma, regolamenti e circolari...Ne incenerì, con tanto di cerimonia simbolica, parecchie migliaia, e nonostante questo la montagna è sempre lì, nemmeno scalfita.
Per complicare ancora di più le cose, da un po' c'è la moda di varare leggi con magari pochi articoli, ciascuno dei quali però a DECINE di commi !!!
Un delirio. Lo sarebbe per qualunque società, anche molto meno insofferente alle regole della nostra.
Comunque Renzi non risponderà. Lui agisce sondaggi alla mano (vi ricorda qualcuno, anche stavolta ??) , e se tuonare in tv parlando di norme più severe serve a consolidare una popolarità che inizia a sbiadirsi, gliene frega assai se è demagogico e populista.
Lui fa politica, mica governa (cosa obiettivamente difficile, da noi pare anzi sia impossibile) !
Il feticismo (illiberale) delle «nuove regole»
Pierluigi Battista
I giorni pari ci dicono che ci sono troppe leggi e che la parola d’ordine è «semplificazione», ma i giorni dispari, quasi sempre sotto gli effetti di un allarme sociale molto enfatizzato dai media, ci dicono che ci vogliono «nuove regole».
È il feticismo della regola, l’idea un po’ puerile e un po’ tardo-sovietica che una legge possa definitivamente mettere ordine nel mondo. È un’amnesia collettiva perché l’invocazione delle «nuove regole» dà l’impressione che le regole non ci siano, mentre invece ci sono, tante, complicate, farraginose, e quasi mai applicate. Ora il governo tuona contro i vigili urbani che a Roma hanno marcato visita la notte di Capodanno e si appella a «nuove regole». Ma perché, ora si possono rilasciare certificati medici compiacenti? E le «nuove regole» per combattere l’assenteismo? Non è che semplicemente le regole attuali non sono applicate? Quando mettono dentro qualche politico e qualche riverito membro della cupola degli appalti dicono che ci vogliono «nuove regole», nuove leggi «anticorruzione»: ma perché, la corruzione e la concussione non sono già proibite dalle regole esistenti? E in fondo, se un magistrato apre un’indagine, non vuol dire che il reato è stato scoperto e che dunque non c’è bisogno di «nuove regole» per perseguirlo?
Esortano a «nuove regole» per stroncare il «femminicidio»: ma perché, non è già reato ammazzare la moglie o la fidanzata (e per la verità anche il marito o il fidanzato)? Davvero un paio d’anni di più di ipotizzata galera può dissuadere uno squilibrato dall’uccisione della propria consorte, magari con l’aggiunta dello sterminio della propria famiglia? Dicono che ci vuole la «nuova regola» dell’aggravante «omofoba» per punire chi massacra un gay: ma perché, non è giù un reato gravissimo picchiare a sangue chicchessia, a prescindere dall’orientamento sessuale della vittima? Dicono che ci vogliono «nuove regole» per arginare la pedofilia: ma perché, non è più un reato usare violenza sui minori o diffondere materiale pornografico con i bambini vittime degli orrori degli adulti? Dicono che ci sono «nuove regole» per contrastare la violenza negli stadi: ma perché, non ci sono già le «nuove regole» e non c’è forse già la vecchia e saggia regola che se in prossimità di uno stadio vai in gruppo mascherato e armato di bastoni, vuol dire che stai commettendo un reato? Le «nuove regole» sono un mantra inefficace e pure illiberale. Applicare quelle vecchie? Che fatica.
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