Se c'è un campo dove diamo veramente il peggio di noi è la politica estera.
Siccome siamo deboli, pensiamo di cavarcela facendo i furbi. Però gli altri ormai lo sanno (dopo secoli sarebbe stato ben strano non se ne fossero accorti) e non ci stimano e non si fidano.
Così si spiega la brutta figura di ieri, con le due mozioni approvate sulla quesione del riconoscimento dello Stato di Palestina : riconosciamolo però a patto che...
Alla fine la sostanza sarebbe anche giusta ( si potrà riconoscere la Palestina quando da quelle parti saranno disposti a rinunciare alla cancellazione di Israele) ma il modo - due distinte mozioni, con la prima ad accontentare gli arabi e la sinistra in kefia, la seconda a neutralizzare la prima, soddisfacendo gli israeliani - è pessimo.
Nulla di nuovo.
Vi lascio alle giuste e un po' sconsolate considerazioni del bravo Pierluigi Battista
Errori e pasticci
del parlamento
(anche su israele)
di Pierluigi Battista
U n brutto dilemma, se si è costretti a scegliere tra un clamoroso e
univoco errore e un pasticcio parlamentare per rimediare a quel
catastrofico errore. Aver accettato una mozione in cui si appoggia la
costruzione di uno Stato palestinese senza esigere al contempo che tutte
le componenti palestinesi riconoscano il diritto all’esistenza dello
Stato di Israele, è stato per il Pd di Renzi una prova di debolezza.Un atto di subalternità culturale a una sinistra, pur sfidata dal
premier con baldanza su altri terreni, che ancora non riesce a capire
come sia forte la spinta di tipo jihadista, incarnata da Hamas che tiene
Gaza come un carcere, che vuole cancellare Israele dalla faccia dalla
terra e cacciare gli ebrei dalla terra santa dell’Islam: una deriva
fondamentalista che oramai non ha più niente a che spartire con una
rivendicazione indipendentista finalizzata alla costruzione di uno Stato
nazionale palestinese. La mozione pro-Palestina, approvata grazie al
Pd, è proprio questo: attribuisce a Israele la responsabilità della
mancanza di uno Stato palestinese e assolve Hamas dalla sua pervicace
volontà di negare a Israele il diritto di esistere. Poi, subito dopo, si
vota e si approva una mozione che dice, se non proprio il contrario,
una cosa molto diversa: che l’auspicio per «due popoli, due Stati» deve
essere impegnativo per tutte le parti e condanna Hamas per la sua
deliberata volontà di eliminare lo Stato di Israele. Solo che un
pasticcio, ovviamente interpretabile in modi opposti come tutti i
pasticci politico-diplomatici, non sana un errore. E anche il ministro
degli Esteri Gentiloni, di cui è nota l’amicizia verso le ragioni dello
Stato di Israele, ieri non ha contribuito a far chiarezza sulla
posizione del governo italiano e sul principale partito che lo sostiene:
il Pd, diviso in posizioni molto diverse e a cui la leadership renziana
non riesce, sulle questioni di politica estera, a imprimere una
direzione decisa e chiara. Ai pasticci si può sempre rimediare. Ma
giornate così imbarazzanti come quella di ieri bisognerebbe
dimenticarle.
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